"Recovery Fund: è inaccettabile destinare a cultura e turismo, due dei settori più martoriati dalla pandemia, solo 3,1 miliardi di euro. Insufficienti anche i 9 miliardi per la sanità. E che dire della grande assente? L'agricoltura, settore primario, non è trattata in nessun tavolo politico".
Sono le parole di Marco Remaschi, coordinatore regionale di Azione. "Azione ha dato indicazioni chiare sull'utilizzo del Recovery Fund e sulla necessità di accettare anche le risorse del Mes - continua -. È impensabile che in Italia vengano destinati solo 3,1 miliardi a due settori strategici per la nostra economia, cultura e turismo, a fronte dei quasi 200 che arriveranno con il Recovery fund. È meno dell'1,6% del totale per un settore che vale circa il 13% del nostro Prodotto interno lordo. Così come sono assolutamente pochi i 9 miliardi per la sanità. Sono settori strategici, quest'ultimo ha bisogno di essere rafforzato, soprattutto per quanto riguarda i servizi territoriali. Ci vuole più lungimiranza e capacità di visione, dobbiamo sfruttare questa opportunità per rimettere in moto l'Italia e riformarla sotto tanti punti di vista, per esempio quello degli apparati burocratici della pubblica amministrazione. E serve una spinta forte anche per quanto riguarda lo sviluppo rurale e l'agricoltura, settori primari del nostro Paese, che non trovano spazio nel dibattito politico attuale. Assurdo. Prendiamo per esempio quello che stanno facendo Germania e Francia e capiamo bene le differenze".
Nel prendere posizione sul Recovery fund, inoltre, Remaschi incalza anche il centro-sinistra. "Ogni giorno leggiamo di frizioni interne alla maggioranza - conclude -, ma questo non fa bene al Paese. Basta giochini, basta minacce: se Italia Viva e lo stesso Pd vogliono far cadere il Governo che lo facciano e che si torni subito alle urne. Oppure, visto che sono al Governo, facciano una battaglia puntuale ed efficace per garantire al nostro Paese la possibilità di utilizzare le tante risorse del Recovery Fund per un rilancio effettivo. Che il Movimento 5 Stelle abbia posizioni diverse dal Pd e da Italia Viva e da altri settori del centro sinistra non è una novità. Che il Movimento 5 Stelle dia scarsa affidabilità sulla capacità di credere nell'Europa e nella possibilità di utilizzare le risorse europee per rilanciare il Paese non è una novità. Ma chi ha voluto questo governo, Pd - 5Stelle, è stato prima di tutti proprio Matteo Renzi, che ha spinto affinché il Pd facesse l'accordo con i pentastellati. Era l'agosto 2019, non tanto tempo fa. Oggi, nel pieno di una pandemia, con tanti miliardi da programmare e gestire, con tanti settori da sostenere e rilanciare, non è pensabile assistere a un teatrino quotidiano: c'è da lavorare e anche tanto e soprattutto in modo unitario per garantire all'Italia una rinascita effettiva. In questo, noi di Azione siamo sempre stati coerenti. Personalmente neanche un anno fa credevo in questo accordo di Governo, Azione continua a non crederci oggi. Non è oggi il momento per fare giochetti di posizionamento politico: dobbiamo al contrario lavorare per un progetto di unità nazionale e per costruire una visione di medio e lungo periodo che consenta all'Italia di ricominciare a crescere".