Una data che rimarrà nella memoria dei carabinieri forestali quella odierna. Un giorno che ha finalmente visto l’arresto di due responsabili di un fenomeno che “da sempre” rappresenta una piaga per la provincia di Lucca. Ci riferiamo agli incendi di prato pascolo frammisto a bosco che ogni anno in periodo invernale - primaverile devastano le pendici delle nostre montagne. L’ipotesi più accreditata circa la causa di questi eventi è riconducibile alla errata convinzione dei pastori che il fuoco porti ad un miglioramento del cotico erboso, che al contrario con questa pratica si impoverisce di sostanza organica e quindi di nutrimento.
Attraverso un’analisi accurata dei dati degli incendi che negli anni si sono susseguiti, i carabinieri forestali sono riusciti ad individuare zone e periodi a maggior rischio, sono inoltre frequentemente stati rinvenuti e quindi repertati i materiali utilizzati come inneschi. E’ però comprensibile quanto sia difficile poter sorprendere gli incendiari nell’attimo stesso in cui stanno dando fuoco, stante la particolare morfologia dei luoghi oggetto di tale crimine, ove ogni presenza estranea è facilmente identificabile.
Una pattuglia della stazione carabinieri forestale di Bagni di Lucca, proprio sulla base dell’esperienza e delle conoscenze acquisite, ha ritenuto opportuno recarsi ieri alle pendici del Monte Piglione Nord in comune di Pescaglia per svolgere una attività di prevenzione anti incendio boschivo. Mentre si avvicinavano hanno notato due piccole colonne di fumo riconducibili ad un principio di incendio. Dirigendosi immediatamente sul luogo notavano una autovettura che si stava allontanando dalla zona. L’area è disabitata e priva di attività di qualsiasi genere, e quindi la presenza di persone, oltretutto in periodo di divieto di allontanarsi dalla propria abitazione per l’emergenza COVID 19, è risultata particolarmente sospetta.
A seguito degli ulteriori accertamenti effettuati dai militari forestali della citata stazione, immediatamente coadiuvati da altro personale dei carabinieri forestali delle stazioni di Castelnuovo Garfagnana, Camaiore, NIPAAF e Gruppo, sussistendo ancora la condizione di flagranza di reato si è proceduto all’arresto dei due soggetti per incendio boschivo doloso e al conseguente sequestro del gregge di pecore ritenuto la “causa” dell’azione delittuosa.
Purtroppo mentre venivano svolti gli atti per l’arresto il fuoco si estendeva con incredibile velocità favorito dal vento e dall’asperità dei luoghi che ne rallentavano i soccorsi; l’incendio veniva spento solo a fine serata quando ben cinquanta ettari, tra prato-pascolo e bosco,erano stati percorsi dalle fiamme.
I carabinieri forestali, diretti per gli accertamenti del caso dalla locale procura e coadiuvati dal comando provinciale, hanno oggi ottenuto un risultato concreto nella tutela del territorio e nella lotta all’odioso fenomeno degli incendi boschivi; l’auspicio è che eventi come questi non si ripetano perché i danni all’ambiente che producono sono incommensurabili ed i costi che rappresentano per la collettività inaccettabili.