L'evento
Lega Toscana, 'prosegue collaborazione con comitato Vannacci'
''Prosegue in vista delle prossime elezioni regionali ed amministrative, nell'ottica di una sempre maggiore integrazione, la collaborazione da parte della segreteria regionale con il comitato 'Il mondo al contrario', riferimento del parlamentare europeo Roberto Vannacci, e nello specifico con il suo delegato Massimiliano Simoni'
La Gazzetta del Serchio cambia dominio: da .it a .net
Non cambieranno la grafica, che resterà la stessa né i contenuti archivio compreso. L'indirizzo di posta elettronica diventerà
Disobbedienti: Vannacci e Rizzo attaccano il politicamente corretto
Al VI° Congresso di Meritocrazia Italia, il palco ha visto confrontarsi due protagonisti di quella politica italiana che non teme di andare controcorrente: il Generale Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega, e Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana e Popolare
Fabio Vergamini e Anna Maria Fabrizi alla Targa Florio: un rocambolesco terzo posto ottimo in chiave campionato italiano GT
In campionato vincono il titolo Italiano delle Prove di Media, si riprendono la piazza d'onore nella generale e vincono il campionato scuderie
Consiglio provinciale di Lucca, giovedì 17 ottobre la prima seduta del mandato di Marcello Pierucci
Si terrà giovedì 17 ottobre, alle 17, nella sala Rappresentanza di Palazzo Ducale il primo Consiglio provinciale di Lucca dopo le elezioni dello scorso 29 settembre. L'ordine del giorno della prima seduta del…
Disturbi dello spettro dell’autismo: l’importanza dei facilitatori sociali (ESP) e dei gruppi di auto-aiuto in un evento formativo a Castelnuovo
Si è svolto nei giorni scorsi (11 ottobre), nella Sala Suffredini del Comune di Castelnuovo di Garfagnana, il seminario “ESP, le risorse dell’esperienza: DSA e gruppo di auto-aiuto”, accreditato…
Kedrion: l'eccellenza del biofarmaceutico e il viaggio del plasma per la cura di malattie rare
Porte aperte nell’hub produttivo di Bolognana per dialogare con Istituzioni e associazioni di donatori e pazienti
Roberto Vannacci alla cerimonia per la nomina del nuovo comandante del 9° Reggimento d'assalto 'Col Moschin'
Una giornata emozionante alla caserma Vannucci di Livorno per il generale di divisione ed europarlamentare che, dal 2011 al 2013, ha guidato il reparto più prestigioso dell'esercito italiano. Unica autorità politica presente alla cerimonia
"Giovanni Pascoli narratore dell'avvenire", incontro con Luigi Nicolini
Torna per il sesto anno consecutivo la collaborazione tra Fondazione Giovanni Pascoli e LuccAutori - Premio letterario Racconti nella Rete, festival giunto alla sua trentesima edizione. E' dal 2019…
Misterica 2024 a Villa Reale: la genesi
Gli eventi di Halloween Celebration Trentennale iniziano il 25 e 26 ottobre a Villa Reale di Marlia con la quarta edizione del percorso horror interattivo
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Momi, all'anagrafe Mohamed El Hawwi, gestore, a Firenze, di tre ristoranti con cinquanta dipendenti. L'ultimo Dpcm ha messo in ginocchio i ristoratori e, quindi, anche lei. Che, però, ci perdoni, è musulmano. E che fa un musulmano, si ribella al potere costituito?
La ringrazio di questa domanda. Non è questione di essere musulmano, cristiano, agnostico o di qualsiasi altra religione. E' questione di essere uomini con una dignità e una volontà di fare del proprio meglio. Nel mio caso per dare da mangiare a cinquanta famiglie. Quello che ci hanno imposto in maniera unilaterale di fare, senza interpellare nessuno della categoria, è ovviamente dannosissimo per tutti noi e non solo.
Lei ha preparato un video dove, tra ironia, rabbia e tanta amarezza, denuncia la situazione devastante in cui si trova con i suoi locali dopo aver speso, nei mesi scorsi, decine di migliaia di euro per mettersi in regola con le disposizioni anti Covid. Perché questo video?
Molto semplicemente è palese che c'è stata una serie di errori da parte di chi ci governa sulle misure da adottare. Siamo stati chiusi per mesi senza ricevere niente per molto più tempo. Abbiamo utilizzato le pochissime risorse che c'erano rimaste per mettersi in regola con fantomatiche sanificazioni che avrebbero esorcizzato dal virus i nostri locali. Abbiamo venduto i tavoli per liberare spazio e far stare in sicurezza le persone a debita distanza. Abbiamo acquistato gel, mascherine, divisori di plastica che arrivavano dalla Cina a prezzi esorbitanti semplicemente perché, forse, per qualcuno era comodo così. E nonostante tutto questo - gli orari anticipati, il terrore psicologico, le migliaia di euro spese e quindi anche i mancati guadagni e persone che non sono mai rientrate a lavorare al cento per cento e che quindi hanno dovuto rinunciare alla loro qualità di vita acquisita con tanta fatica - nella notte, come fanno i ladri, qualcuno ha deciso di riunirsi e di decretare che nonostante aver ubbidito ciecamente a tutto quanto, per il bene del Paese ora devi chiudere di nuovo. Io a questo non ci sto. Dato che ho fatto tutto che mi è stato chiesto, adesso sono io che chiedo qualcosa.
Ecco, sia onesto, sincero e, anche, politicamente scorretto se necessario. Che cosa chiede?
A questo punto le domande sarebbero tante, ma quella che sorge più spontanea è: qualcuno che realmente esca fuori e dica cosa volete da noi?, ma non come unica categoria dei ristoratori, ma come esseri umani con una dignità e di lavorare e di rendere la propria vita migliore. Perché non capisco a chi fa bene tutto quanto è stato deciso, anche se qualche dubbio ce l'ho...
Noi, al contrario di lei, abbiamo la certezza. Stanno devastando un paese riducendo le classi medie e le partite Iva alla fame. Mentre, sul versante opposto, c'è chi ha lo stipendio garantito, politici in primis, con accredito regolare e permanente ogni mese sul conto corrente.
Allora ho sbagliato lavoro. Me lo diceva la mamma che dovevo fare o l'attore o il politico.
E perché non ha seguito i suoi consigli?
Lo sappiamo tutti che da bambini non diamo mai retta ai genitori e vogliamo fare qualcosa di diverso.
Ma lei ci scusi, in realtà ha fatto quello che ha sempre fatto anche suo padre che ha fondato i ristoranti e ha iniziato una tradizione che ha avuto e sta avendo successo a Firenze e non solo.
Assolutamente sì. Infatti la mia risposta era ironica in quanto ho seguito le orme di mio padre e ci ho messo tutta la passione e la professionalità di cui sono stato capace sino ad ora proprio per seguire la tradizione di famiglia dato che sono un romantico e mi sono messo a fare quello che mi piaceva di più. E che in un futuro vorrei trasmettere ai miei figli. Cosa c'è di più bello della famiglia?
Magari visti gli attuali chiari di luna, anche loro forse dovrebbero vedere se scegliere tra cinema e politica...
Sinceramente, a questo punto ci sto seriamente pensando anche io. Se l'ha fatto Rocco Carrarino...
Torniamo al presente. In tutta Italia ci sono state e ci sono manifestazioni più o meno pacifiche di gente che non ce la fa più ad andare avanti. A Pesaro un ristoratore ha tenuto uno dei suoi ristoranti aperto con 90 persone a cena sfidando il regime oppressivo e autoritario e venendo redarguito, sanzionato e chiuso dal sindaco della sua città. E' un gesto estremo, ma che rende l'idea. Non crede che le parole, alla fine, servano a poco?
Sicuramente, altrimenti i politici e chi manda avanti il paese avrebbero fatto veramente tanto, ma è solo aria che esce dalla bocca. Io sono più pragmatico, mi piace più il fare che il parlare.
Il suo ashtag recita Io rimango aperto. Cosa vuol dire scusi?, che farà quello che ha fatto il suo collega di Pesaro?
La curva dei contagi non si sta impennando a causa dei ristoratori che osservano tutte le regole, ma di altri strumenti di assembramento che non li osservano. Quindi non danneggiando in alcun modo il mio paese e le persone che andrebbero fuori a svagarsi per un paio d'ore a cena, non capisco l'accanimento sui ristoratori e il nostro settore. E' per questo che io sono aperto per chiunque voglia venire a cena nel mio locale.
Cosa intende Momi: che se noi scendiamo a Firenze con tanto di fotografo e taccuino, potremo sederci al suo ristorante e mangiare la famosa e straordinaria pizza di Tito Baracca anche dopo le 18?
Certo non vedo l'ora di accogliervi a braccia aperte. Ci sarò io personalmente, ma attenzione, non sono avido e non lo faccio per gli incassi come potrebbe pensare qualcuno. Ovviamente ci stiamo solo rimettendo di dpcm in dpcm. Semplicemente è un gesto di principio e io, a differenza di tanti altri in questo Paese, non rinuncio ai miei principi specialmente alla libertà di lavorare in maniera sicura, rispettando le regole finché queste non calpestano i miei diritti e i miei principi. La mia è una responsabilità come quella che un padre verso i propri figli e i verso i miei dipendenti. Sono cinquanta persone, di tutte le età e di tutte le etnie - da me ci lavorano italiani, rumeni, egiziani, marocchini, filippini, ucraini, albanesi, kossovari - con altrettante famiglie da mantenere che non si fidano più di casse integrazioni che non arrivano mai o arrivano dopo mesi e di parole inaffidabili che non trovano conferma. L'esempio palese è che alcuni dei miei non l'hanno ricevuta e siamo a fine ottobre e aperti da maggio. Qui ci sono persone che hanno dedicato la vita al lavoro, pagato regolarmente le loro multe, le loro tasse e i loro contributi e per una volta che hanno veramente bisogno per arrivare alla fine del mese che qualcosa venga reso loro, questo non succede, gettandoli nello sconforto e, ovviamente nella confusione più totale su cosa fare della loro vita più avanti.
Lei Momi non ce la fa a pagarli tutti stando chiuso?
Mi verrebbe da risponderle con una risata se ci fosse la voglia di ridere. Il settore alberghiero, quindi, bar ristoranti alberghi e tutto ciò che gira intorno a questi, è uno dei pilastri portanti di questo paese. Ma se da noi non entra un cliente a rinforzare questo pilastro possiamo fare poco.
Lei, ci viene da chiederle, sembra un tipo molto equilibrato. Cosa serve per farla incazzare?
Non sopporto la mancanza totale di etica e morale in chi dovrebbe guidare un paese in un momento così duro. Sembra che ognuno guardi soltanto al proprio orticello quando non si è capito che siamo tutti connessi, siamo tutti cittadini del mondo. Se io sto male e non lavoro nel giro di pochi mesi non andrò a fare acquisti e in altri mesi qualcuno dovrà sostenermi a sue spese. E in altri mesi ancora saremo centinaia di migliaia ad essere in questa condizione causando una delle piaghe più grandi degli ultimi mille anni.
Chiudiamo questa interSvista lasciando a lei la parola: dica quel che vuole come, del resto, ha fatto fino ad ora.
Confermando che sono una persona pragmatica e che le chiacchiere stanno a zero, la nostra categoria chiede sicurezza sulle date in cui verranno elargite queste casse integrazioni, azzeramento totale delle tasse fino all'uscita da tutta questa situazione, rimborsi rapportati ai mancati fatturati dell'anno precedente. Tutto questo a prescindere dalle riaperture.
Gliela facciamo, allora, un'altra domanda: lei conoscerà decine di colleghi che la pensano esattamente allo stesso modo se non peggio. Come mai nessuno sceglie di affiancarla nella decisione di aprire ugualmente?
Io non li biasimo. Probabilmente permettono a una vita comoda di precludere loro la possibilità di vivere una vita alla grande seguendo convinzioni e principi. Tuttavia in tanti si stanno muovendo e a breve ne sentiremo parlare.
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Il professor Marcello Pera, ex presidente del Senato, in questa interSvista esclusiva affronta la crisi dell'Occidente, la decapitazione di Samuel Paty a Parigi, l'incedere dell'Islam, l'"apostasia" di papa Bergoglio, gli italiani e il Covid, l'ipocrisia delle classi dirigenti progressiste e la dissoluzione della famiglia naturale:
Professore, a Parigi un 18enne islamista ceceno ha, letteralmente, tagliato la testa ad un insegnante colpevole, solo, di aver mostrato le vignette su Allah per spiegare la libertà di espressione. Non ci pare che l'episodio, a nostro avviso molto più che gravissimo e punto di non ritorno, abbia suscitato reazioni in Italia tutta impegnata a fronteggiare il Covid-19.
È assai peggio. Quel crimine non ha suscitato alcuna reazione fra gli islamici in Francia o altrove. E finché non vediamo una manifestazione di massa di islamici contro l’uso violento della loro religione, possiamo dire che l’islam non si integra in Europa o che l’islam è contrario alla civiltà europea. Una notizia pubblicata qualche giorno fa su ItaliaOggi dice che oltre il 50% degli insegnanti francesi si astengono dal trattare in classe temi che possano suscitare reazioni nelle famiglie islamiche. È un segno che stiamo alzando le mani per paura. E siccome ne abbiamo un po’ vergogna e conserviamo un po’ di pudore, ribattezziamo questa resa con belle parole: “dialogo”, “tolleranza”, “fraternità”. Questo veleno lo stiamo ingurgitando tutti i giorni, anche nelle università, che dovrebbero essere il luogo di esercizio del pensiero critico. Qualche anno fa, l’ultima volta che stavo negli Stati Uniti, i miei colleghi della Johns Hopkins a Washington mi dicevano che, all’inizio dell’anno accademico, avevano l’obbligo di avvertire gli studenti che, in certi classici, avrebbero potuto trovare concetti non graditi o, come si dice “non corretti politicamente”. Il risultato era che i passi venivano soppressi. Censurati Tucidite, Dante, Machiavelli, ecc. Bel dialogo, vero?
Samuel Paty aveva 47 anni ed era padre di un figlio. Loro tagliano le teste, noi facciamo le marce e indossiamo le magliette con su scritto Je suis... Non le pare un sintomo di decadenza dell'Occidente?
Sì, è un sintomo di resa. Meglio di chiunque lo disse Benedetto XVI qualche anno fa: “l’Occidente non ama più se stesso: della sua storia oramai vede soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro”.
Tutti bravi a sfilare dopo l'omicidio, ma nessuno che, prima, abbia manifestato in difesa del docente francese che, sui social, era stato pesantemente preso di mira. Inoltre, per tagliare radicalmente la testa con un coltello ci vuole un po' di tempo. Possibile che nessuno si sia sentito in dovere di fare qualcosa?
È possibile, perché è accaduto, ahimé. Ma la paura è tanta e prevale. Si preferisce non vedere il problema oppure blandire l’avversario, con la speranza che non tocchi anche a noi o che noi saremo risparmiati. Oppure ci si rinchiude in recinti. Le classi colte e abbienti francesi si avvalgono delle loro scuole di élite e lasciano esposti al fenomeno islamista i cittadini più poveri delle periferie. Dai loro recinti protetti i borghesi francesi predicano solidarietà e tolleranza e sopportazione a carico degli altri. Nobili sentimenti sulla pelle altrui.
E il silenzio in proposito del papa non la sorprende?
Non mi sorprende affatto. Gli ultimi due papi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, avevano ben chiaro il pericolo dell’islam e non mancarono di segnalarlo nelle dovute maniere. Bergoglio pensa diversamente. Pensa che ci sia un Dio solo uguale per tutti e, se esistono vari nomi per questo Dio indistinto e vari messaggeri, uno vale l’altro. Jahvè come Allah, Cristo come Maometto. Che Cristo abbia detto “io sono la verità e la vita” per Bergoglio è una frase imbarazzante. Così Bergoglio contribuisce a decristianizzare l’Occidente e a depotenziarlo. La sua posizione è figlia del relativismo. Legga l’ultima Enciclica “Fratelli tutti” al paragrafo 50: “possiamo cercare insieme la verità nel dialogo, nella conversazione pacata o nella discussione appassionata. È un cammino perseverante, fatto anche di silenzi e di sofferenze, capace di raccogliere con pazienza la vasta esperienza delle persone e dei popoli”. Che cosa vuol dire? Vuol dire che la verità si scopre col dialogo, che il dialogo è conversazione, che anche la conversazione può portare sofferenze, cioè violenze e martirio. In questa prospettiva che ne è più della Rivelazione, della missione di Cristo, della Verità che si è fatta carne?
Domenica all'Angelus papa Bergoglio ha invitato i fedeli a pagare le tasse. Professore, ma non dovrebbe, ogni tanto, occuparsi anche di trascendenza e salvezza dell'anima? A noi pare un ministro di questo Governo.
D’accordo sulle tasse: è un precetto dei vangeli sinottici: “a Cesare quel che è di Cesare”. Ma, stabilito il principio, quanto e come Cesare si prende da noi è còmpito della politica, non della Chiesa. Il guaio è che questo Papa parla da politico di cose politiche. Di ecologia, di ambiente, di economia, di giustizia sociale, di accoglienza, ecc. ecc. Pensa di applicare alla lettera princìpi evangelici (“beati i poveri”, “amatevi l’un l’altro”, “assistite il samaritano”, ecc.), ma di fatto assume posizioni politiche e entra prepotentemente nel dibattito politico. E questo non è còmpito della religione cristiana. Per anni ho pensato, detto e scritto che il cristianesimo è una religione della salvezza, non della liberazione dalla povertà o dalle miserie umane. Di questa liberazione si occupa la politica. E il cristiano sa che, anche al meglio di sé, la politica non risolve mai definitivamente e con piena soddisfazione i problemi politici, né, soprattutto, ci avvicina di un passo alla salvezza. Per sua natura, la politica è secolare, e il secolo è lo spazio e il tempo storico dell’uomo caduto e punito perché si è ribellato a Dio. Nel secolo, sempre ci saranno miserie e ingiustizie e sofferenze di ogni tipo, e da queste miserie e ingiustizie e sofferenze del secolo non saremo mai guariti finché si vive nel secolo. “I cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo”. Qualche giorno fa ho letto uno scritto di monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste, che mi ha ripagato delle mie insistenze. Crepaldi dice che oggi “la salvezza è stata spesso ridotta alla salute”. È una critica pesante, come dire che il cristianesimo è stato ridotto ad un prontuario sociale.
E' evidente che l'Occidente sta perdendo la sua identità: religiosa, politica, sociale e, financo, sessuale. Cosa ne pensa, lei, della teoria Lgbtq?
Assieme ad alcune decine di persone abbiamo pubblicato qualche giorno fa un appello contro la legge sull’omofobia attualmente in discussione alla Camera. Con la scusa di punire l’odio per motivi di genere, questa legge intende introdurre la teoria del genere. Che vuol dire questo: non Dio (o la Natura) li creò uomini e donne, piuttosto la cultura, storicamente, decide chi è uomo o donna. Non si riflette abbastanza che, abbattuta la distinzione naturale di genere e ridotta la famiglia a mero contratto, la società decade. Sta già accadendo. Noi facciamo violenza subdola ai bambini delle elementari (non gli si racconta neppure la storia di Gesù). Consideriamo bravi ragazzi i giovani ubbidienti alla dittatura del pensiero comune, unico, acritico, conformista. Come ho detto altre volte, la teoria del genere non è un capitolo della storia dei diritti dell’uomo ma della storia della lotta al cristianesimo. Abbattuto questo, dopo, non c’è maggiore libertà o maggiore tolleranza o fratellanza. C’è il deserto che provoca perdita di senso e riferimento. Abitare in una società siffatta è come entrare in Piazza San Michele senza più la chiesa: ci resta solo il buccellato.
Lei sa che pseudo scienziati stanno cercando di ottenere una gravidanza senza bisogno dell'utero, ossia la donna non sarebbe più indispensabile alla nascita di un figlio, bensì sarebbe sufficiente ricostruire un ambiente ideale dove riprodurre la specie. Qual è il suo pensiero in proposito e quali, a suo avviso, sarebbero le conseguenze?
La tecnologia biologica e genetica, alimentata dalle rispettive scienze di base, ci porrà in futuro sfide sempre maggiori. Alcune, come quelle da Lei citate, saranno inaudite. Magari arriveremo persino a creare la vita in laboratorio. Quel giorno l’uomo sarà indotto a pensare di essere “sicut Deus” o “faber sui”. In realtà, soffriremo come prima e senza la consolazione di prima. E così saremo avvolti in un paradosso tragico: l’uomo che si costruisce da sé è un Superuomo, ma se il Superuomo continua a soffrire sarà un’infima creatura.
Perché la Chiesa non si inalbera e si altera di fronte a queste bestemmie contronatura?
Che siano contro natura lo dice Lei. La Chiesa oggi non sembra pensarla così e perciò non può alterarsi. Tutt’al più, pensa che quelle che Lei chiama “bestemmie” siano opinioni da tollerare e tutelare.
Noi crediamo che l'attuale pontefice stia distruggendo la sacralità della Chiesa riducendola ad una sorta di istituzione laica di beneficenza e, comunque, a senso unico, ossia verso i clandestini che da ogni parte del mondo sbarcano e invadono le nostre coste. Qual è la sua opinione?
Ho anche io il timore che il cristianesimo stia subendo una torsione fatale. Centrato più sulle miserie terrene che sulla salvezza dell’anima. Si sta perdendo un insegnamento fondamentale di Paolo ai romani “Nolite conformari huic saeculo”. Se il secolo diventa il nostro unico orizzonte, Dio non serve più, e la Chiesa può ben essere trasformata in una Pia Casa.
Nella sua ultima enciclica 'Siamo tutti fratelli' Bergoglio azzera ogni differenza in nome di una fratellanza universale che, ci perdoni, solo i cattolici e i cristiani portano avanti visto che, sul fronte musulmano, essi non solo non rinunciano alle proprie tradizioni, ma nemmeno rispettano le nostre. Questo papa sta annullando l'identità di millenni di storia cristiana.
Perché vuole mettermi in cattiva luce? Già ho i miei problemi: mi avvicino alla Chiesa e i sagrestani mi guardano con diffidenza, dico di essere un laico cristiano e i laicisti mi massacrano. Gli uni e gli altri mi cacciano dai loro templi. E però penso che il Papa stia ponendo le basi per uno scisma.
In giro per il mondo migliaia di cristiani che hanno aderito alla fede cattolica vengono trucidati ogni anno senza che il Vaticano apra bocca e condanni apertamente questa strage degli innocenti. Cosa deve succedere per sentire Bergoglio inalberarsi?
Beh, questa è semplice: deve succedere che Salvini vinca le elezioni!
Professore il papa ha 'aperto' non solo alle unioni gay, ma ha parlato, addirittura di famiglia dicendo che gli omosessuali hanno diritto ad avere una famiglia il che vuol dire anche figli che, però, potranno essere solo o adottati o, come accade e accadrà, con l'utero in affitto. E dopo i gay perché non anche i transessuali? Lei ha scritto su Il Foglio: "Se la sopravvivenza dell’occidente è legata alla salute della chiesa cristiana, allora Papa Bergoglio ci manda tutti a fondo". Sarò provocatorio: allora meglio l'Islam...
No, meglio il cristianesimo. Per mille ragioni. Una dovrebbe essere cara a tutti: la nostra Scrittura dice “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”, non dice “Andate e sottomettete ogni creatura” o “Punite gli infedeli”.
Quando Lei dice che Bergoglio è un papa gesuita e, in più, nato e cresciuto in America Latina, che cosa intende?
Intendo che papa Bergoglio è di cultura sudamericana, e che il contributo dei gesuiti alla civiltà politica sudamericana è stato inferiore a quello dei protestanti al liberalismo e alla democrazia nordamericana. Più che dittature e colpi di stato militari, io non ricordo molto altro nell’America del Sud. Questa differenza fra protestantesimo e cattolicesimo dovrebbe essere studiata e meditata. C’è un dato storico: quando il primo professava la democrazia, l’altro era ancora fermo alla teocrazia.
Lei è stato in stretto contatto con monsignor Ratzinger l'ultimo papa che ha abdicato lasciando via libera a Bergoglio. Gli ha mai chiesto perché ha abbandonato e, soprattutto, gli ha mai spiegato che il successore sta distruggendo la Chiesa?
No, lo rispetto enormemente. Gli ho solo detto più volte che ci manca. Manca anche ai suoi avversari, i quali ai suoi tempi si attrezzavano per rispondere alle sue domande e crescevano intellettualmente, ora invece, privi di stimoli intelligenti, si riducono ad essere banali. Ratzinger è stato un faro e noi gli siamo grati perché manda ancora luce.
Lei è uno strenuo difensore della Chiesa, del cristianesimo e dell'Occidente. Tutti elementi in manifesta decadenza. Cosa si può fare per salvarli?
Non lo so. Se esistesse ancora la vecchia famiglia, direi che dovremmo cominciare da lì. E se la nostra scuola non fosse diventata il dopolavoro di Cgil, Cisl, Uil, Cobas, Gilde, eccetera, da lì si potrebbe proseguire. Ma i tempi sono cambiati in peggio e io penso che il fondo dobbiamo ancora toccarlo.
Ida Magli, antropologa, era contraria agli organismi sovranazionali che cancellano le identità nazionali. Lei ci pare abbastanza europeista nonostante rivendichi una identità per la Chiesa. E per l'Europa e l'Italia cosa dice?
L’Europa ha avuto bravi architetti che l’avevano progettata in un modo, ma il lavoro è stato proseguito da mediocri geometri e muratori che l’hanno trasformata in un altro. Nessuno si dice soddisfatto dell’attuale Unione Europea, e tutti ne lamentano il “deficit democratico”. E però la storia non è reversibile. L’Unione Europea può solo essere corretta. L’euroscetticismo è come il pessimismo morale: un dovere che ci consente di migliorare.
L'Islam è una minaccia concreta non solo per l'Occidente, ma per le nostre abitudini di vita. Come saremo, professore, fra 50 anni?
Ovviamente, non ne ho idea. Mi piacerebbe pensare che avremo vinto la guerra di civiltà. Ma forse, fra i due litiganti, sarà il terzo a godere. Suggerisca ai Suoi nipotini di studiare il cinese.
Coronavirus: lei cosa ne pensa e come vive questa emergenza?
Mi pesa sull’umore, che tende al nero. Per il resto, cambia poco. Sto in casa e cerco di fare qualche lavoro. Alcuni mesi fa ho fatto uscire un mio libro sul cristianesimo di Kant che mi è costato dieci anni di fatiche. Leggo poco i giornali e rifuggo dai dibattiti televisivi più che posso. Troppo faziosi e qualcuno anche becero.
Da giurista, secondo lei, è giusto sospendere le libertà costituzionali a colpi di provvedimenti governativi e in nome di una presunta pandemia che i dati, a quanto pare, sembrano smentire?
Non è giusto. Ma stia attento ai sentimenti del popolo italiano: fra la presunta sicurezza nelle mani protettive dello Stato e i rischi della libertà individuale, molti preferiscono la prima. Il biberon ci piace ancora tanto. Temo avesse ragione, anche se avrebbe fatto bene a non dirlo, Boris Johnson quando ai Comuni ha dichiarato che gli Inglesi a differenza degli Italiani amano la libertà più della sicurezza. Oltre a ciò, a noi italiani piace anche protestare. Se ciascuno diventasse più libero e più responsabile del proprio destino, con chi potrebbe prendersela?
Lei è sempre stato un conservatore. Non crede che se si vuole andare avanti bisogna avere il coraggio di tornare indietro?
Questa è precisamente la definizione del conservatore! In dottrina, il conservatore è colui che si affida alla tradizione cui appartiene, la quale gli fornisce una identità e un’agenda, e risolve i problemi che di volta in volta gli si presentano nei termini di quella tradizione. Il conservatore può anche essere un riformista radicale, ma non un rivoluzionario, perché questo vorrebbe dire disfarsi di ogni tradizione. Il conservatore è realista, il rivoluzionario è utopista. Per il conservatore, si può andare avanti solo se non si dimentica o distrugge ciò che sta dietro. Ha ragione Lei.
Ultima domanda: la Sinistra, in Italia, si aggrappa all'antifascismo nonostante il fascismo non esista più. Eppure pagherebbe chissà cosa per vederne qualche traccia così da poter giustificare la propria inettitudine e strumentalizzazione politica. Concorda?
Lasci perdere il fascismo. Non c’è più e abbiamo la prova che non è rinato: se davvero lo fosse, i nostri intellettuali già sarebbero fascisti. Come l’altra volta, esattamente un secolo fa. È per questo che avevo organizzato un bel programma di studio e memoria nel centenario del quadriennio 1919-1922. Ma con questo Governo non era aria e ho preferito dimettermi dalla presidenza del Comitato degli anniversari.