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Scritto da Redazione
L'evento
19 Agosto 2020

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Esistono storie che iniziano da una fine. La fine della certezza che fosse ancora in vita il piccolo Gioele Mondello, 4 anni, che è scomparso improvvisamente insieme alla madre, Viviana Parisi che, di anni, ne aveva 43. Poche ore fa, non distante da luogo in cui sono stati rinvenuti quelli della donna, sono affiorati i suoi resti.

Ma ripercorriamo insieme questi lunghi 16 giorni.

Ha inizio in quel borgo di Ventico, in provincia di Messina, la storia più drammatica che la cronaca estiva ci riporta.

È la mattina del 3 agosto quando una giovane madre, Viviana Parisi, in arte Express Viviana,  – una delle esponenti più note della musica techno – improvvisamente fa perdere le proprie tracce insieme al figlio Gioele.

Quel giorno avrebbe detto al marito, Daniele Mondello, che come lei di mestiere fa il Dj, di recarsi ad un centro commerciale di Milazzo, distante circa 30 chilometri da casa.

Le cose, però, andranno diversamente. Viviana, uscita di casa, scrive infatti un diverso capitolo della sua drammatica storia.

Sale in macchina, imbocca la Messina-Palermo e, a circa 100 chilometri da Milazzo, ha un piccolo incidente stradale con la sua Opel Corsa. L’auto si scontra con un furgoncino che ha a bordo degli operai.

Lì, in quel tratto di strada, il tempo si è fermato nel mondo senza pace di Viviana. In quegli scampoli di vita è stata scritta una nuova straziante pagina nella cronaca che continua a promettere esiti da horror show.

È in quegli istanti che tutto cambia. Scende dell’auto, all’interno del quale abbandona tutti i suoi effetti personali (documenti compresi), e si allontana con in braccio il piccolo Gioele. Viene avvistata scavalcare nei pressi del guard rail. Dopo, il nulla.

Viene cercata senza sosta con droni, squadre di volontari e cani molecolari. Si fanno avanti diversi testimoni: alcuni la vedono con in braccio Gioele, per altri è da sola. Mentre viene cercata senza sosta, si inizia a scavare nella sua vita privata e si scopre che la donna stava attraversando mesi difficili.

A causa del Coronavirus si era ritrovata senza lavoro e aveva affidato la sua disperazione ad alcuni post su facebook: “Ci sono momenti in cui ci smarriamo, in cui abbiamo bisogno di stare un po’ da soli.. non ho più niente ma piano piano se arrivano alcune serate vorrei riprendere un po’ la mia vita lavorativa per vivere, per ritornare nella famiglia, per condividere di nuovo tutto, collaborare con il mio compagno di viaggio che comunque da solo ha continuato a lottare come si fa con tutto nella vita per il lavoro e la quotidianità”.

Il dramma nel dramma. Le speranze di ritrovarla in vita sono infatti  svanite sabato 8 agosto quando il corpo di Viviana Parisi è stata ritrovato supino a piedi un traliccio, in avanzato stato di decomposizione e con il volto sfregiato dall’attività degli animali selvatici che popolano quell’area.

Per l’esattezza, i suoi resti sono stati rinvenuti a circa un chilometro e mezzo dal luogo dell’incidente.

A corollario della drammaticità del rinvenimento, il fatto che con Viviana non era presente la luce dei suoi occhi, il piccolo Gioele.

Le urla del marito, della cognata e del padre di Viviana non sono tardate ad arrivare. “Me l’hanno ammazzata, le hanno fatto del male. Lei non si sarebbe mai uccisa. Era troppo affezionata a suo figlio, a mio nipote Gioele. Voglio la verità”.

Figlio la cui sorte è rimasta sospesa fino a poche ore fa. Fino a quando sono stati riportati alla luce delle ossa e una maglietta per mano di un carabiniere in congedo. Gli uomini che coordinano le ricerche non hanno dubbi: i resti sono del piccolo al 99%. Adesso si attende soltanto l’esame del DNA.

Ci sono storie che lasciano non pochi angoli deserti e rendono complicato silenziare i fantasmi del dubbio. Ci sono storie, come quella di Viviana, che avranno ancora molto altro da raccontarci.

Torneremo presto sulla “Scena del Crimine”.

In foto la criminologa Anna Vagli

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