Un bagno di folla, è proprio il caso di scriverlo visto che siamo in tema, ieri sera al bagno Biondetti-ViennaLvce di Marina di Pietrasanta per il generale Roberto Vannacci che ha “dialogato” con il direttore delle Gazzette e storico Aldo Grandi. Diciamolo pure, anche storico direttore delle stesse che, per oltre due lustri, hanno permesso a chi le ha lette di vedere le notizie e gli avvenimenti spesso “al contrario” di quello che veniva descritto da gran parte delle testate.
Un visione del “mondo al contrario” rispetto alle altre testate che ha fatto la differenza di questo giornale on-line. Parafrasando una frase estrapolata dal libro che sta riscuotendo un successo con pochi precedenti nell’editoria, ci permettiamo di suggerire questa frase: “Se ne faccia una ragione, siamo normali”.
Eh si, siamo normali persone che ritrovano forse in quanto scritto nel libro quelle ovvietà, come sostiene lo stesso autore, che spesso purtroppo non vengono rappresentate come tali ma addirittura vengono descritte e sostenute al contrario di quella che potrebbe essere definita con una semplice parola: logica.
In una location speciale ha aperto la serata l’amico di Roberto Vannacci nonché ex candidato a sindaco di Pietrasanta per Fratelli d'Italia Massimiliano Simoni che ha deciso di presentare e lanciare il libro. Un evento fortemente voluto con l’appoggio organizzativo della famiglia Menici e Kamal. Ha completato a livello mediatico la serata una diretta televisiva di Italia 7 che ha garantito la diffusione dell’evento a livello nazionale.
Aldo Grandi, direttore (ir)responsabile delle Gazzette ha definito l’evento non come un raduno di reduci, ma come evento culturale. Un libro tacciato come omofobo, razzista, scritto male da tanti che sta riscuotendo un successo impensabile all’inizio, chiediamoci il perché.
Ha preso la parola il generale di divisione che dopo i ringraziamenti agli intervenuti ha esordito: “Ringrazio la famiglia Menici e Kamal, padroni di casa, che hanno dimostrato coraggio a ospitare una manifestazione come questa, l’amico Massimiliano Simoni, estremamente vicino a questa pubblicazione, Maurizio Manfredini della rete Italia 7 che farà la diretta.”
Un ringraziamento ironico da parte del generale è andato anche a tutti quei giornalisti che hanno aspramente criticato il libro, probabilmente senza neppure averlo letto. Hanno contribuito a veicolarlo a livello di marketing e promozione senza che sia stato speso un centesimo da parte dell’autore per tale scopo.
Vannacci continua: “Il novanta per cento di quelli che hanno criticato il libro probabilmente non l’hanno letto. I professionisti dell’informazione e delle opinioni, prima di esprimerle, dovrebbero parlare sapendo di cosa trattano. Hanno dimostrato la loro superficialità, leggerezza e passatemi il termine, la loro sciatteria.”
Siamo arrivati poi all’argomento fatidico tanto trattato da tutte le testate giornalistiche, l’incontro del giorno prima con il ministro della difesa.
Il generale ha voluto fare una forte precisazione in merito a quanto pubblicato ingiustamente da testate giornalistiche. Ha esordito: “Vi voglio togliere due curiosità in merito al mio incontro con il ministro. Secondo voi io dirò mai qualche cosa in merito al mio incontro con il ministro della difesa? – Il pubblico presente ha risposto no - Il generale ha continuato sempre chiedendo al folto pubblico presente: secondo voi il ministro della difesa ha riferito qualche cosa sul contenuto dell’incontro? Il pubblico ha risposto no - E il generale ha continuato: e allora tutto quello che è stato detto e scritto sono solo strumentalizzazioni. “
Ha poi sottolineato tutto quello che e stato detto e scritto sulla sua persona definita sessista, razzista e putinista. Ha chiesto a chi lo accusa di tutto questo di portare dei fatti e delle prove a dimostrazione di quanto scritto e detto.
Continuando Vannacci ha citato poi il tentativo da parte della stampa di dimostrare una spaccatura tra il generale e le istituzioni. Ha esordito: “Al ministro mi lega un rapporto di onore, disciplina e rispetto e mi sono sempre allineato con le sue decisioni. La stessa cosa l’’ho espressa nei confronti delle mie istituzioni militari alle quali, ricordo, ho dedicato 37 anni della mia vita. E come potrei mettermi contro le istituzioni alle quali ho dedicato la vita rinunciando alla famiglia? Non lo farò mai. La spaccatura tra me e le istituzioni non esiste. Questa è un’azione strumentale, non so quali fini abbia. Ma la stessa inchiesta sommaria che da molti è stata tramutata in procedimento disciplinare, rimozione, tutte cose che non esistono, è garanzia di neutralità e legittimità, fatta apposta per garantire la genuinità dei fatti. A questa inchiesta sommaria io contrappongo la gogna mediatica e le accuse che mi sono state fatte fin dal primo giorno. Hanno anche scritto che mi avrebbero tolto il porto d’armi, senza sapere che non ce l’ho. Quindi a tutte queste accuse di piazza e di talk-show io mio rimetto all’inchiesta sommaria e ne sono ben contento perché è quella che stabilirà la realtà dei fatti ed è quella che garantisce tutti, non solo perché è fatta da chi è deputato a farlo, ma perché è prevista dal regolamento. So che è stata la scelta giusta. Riguardo al ministro gli riconosco non solo l’autorità della sua funzione ma anche un’autorità morale di un uomo che lavora per le istituzioni e questo rende onore a lui, a me che sono un suo sottoposto e a tutti i militari che hanno dedicato la loro vita alla patria.” Ha poi concluso: “Una spaccatura tra le forse armate e me non esiste, fatevene una ragione.”
Alle domande incalzanti di Aldo Grandi il generale ha ribadito con la solita calma ed educazione che lo distinguono nelle sue risposte, di non aver nulla contro il ministro, anzi. Conoscendo le cose come funzionano all’interno delle istituzioni ha capito le ragioni per le quali il ministro si è espresso in quel modo.
Altra domanda incalzante di Grandi se fosse in trattativa con qualche partito per fare politica la risposta è stata la stessa: no! Un no senza alcun dubbio, un no che tuttavia non vuole significare che in un futuro più o meno prossimo non possa cambiare. Nella vita, come sostiene il generale, non si può mai dire mai.
La serata è poi proseguita con tante altre domande sui capitoli ben organizzati del libro e con il firma copie che ha visto decine e decine di persone chiedere la dedica dell’autore sul tomo tanto atteso. Un centinaio di copie volatilizzate in poche ore. Insomma, un successo editoriale per il quale tanti si possono chiedere il motivo. Forse perché quelle “banalità” che fanno parte del buonsenso non sono più state scritte? O forse perché tante persone attendevano questo tipo di risposte o meglio, di considerazioni, su argomenti apparentemente banali per i quali le risposte vengono date spesso da minoranze che non sono la “normalità” intesa dell’accezione più precisa del sostantivo femminile: “Consuetudine riconducibile alla consuetudine o alla generalità, interpretata come regolarità o anche ordine….”
Forse un po’ più di conoscenza della lingua non farebbe male a nessuno e, come avrebbe detto il “maestro d’Italia” di qualche decennio fa Alberto Mansi: “Non è mai troppo tardi”. Se ne facciano una ragione chi si pensa di essere normale non sapendo cosa significhi normalità.