Dopo la dipartita di Andrea Cosimini, ecco che al giornale si è resa necessaria una rimpatriata enogastronomica per definire programmi, obiettivi e linee di azione: oltre al 'vecchio' maratoneta Simone Pierotti, decano delle Gazzetta, una new entry, Giulia Aurora Guidi e un gradito ritorno, quello di Cinzia Guidetti. Ma non è tutto. Andrea Pedri è un pezzo da novanta, ha scritto bene da subito e si occupa di tutto. E poi c'è anche Lorenzo Fiori, nipote di Andrea Bertucci, che mastica di sport alla grande, poi Daniele Venturini che, con le sue apparizioni, contribuisce alla causa comune. Infine, Loreno Bertolacci, un amico prima ancora che un collega e collaboratore. Tutti a cena da Antonio Di Cecio perché la bistecca alla fiorentina alta quasi sette centimetri la volevamo a tutti i costi assaggiare cotta sulla pietra ollare. Poi, come al solito, qualcuno ha degenerato, portando in tavola anche l'antipasto dell'Oste e qualche pizza un paio delle quali così piccanti da stendere e far soffrire il commercialista delle Gazzette Giovanni Ansel e anche il povero direttore che fa fatica a dimagrire vittima com'è dei suoi istinti fagici. Chissà che qualcuno non si auguri che, prima o poi, schiatti a tavola. Vedremo di non accontentarlo.
Se partire è un po' come morire, ritornare è un po' come rivivere. Lo diciamo da sempre e Cinzia Guidetti ne è la testimonianza. Così come, in tempi passati, lo è stato per Andrea Cosimini e qualcun altro. Le Gazzette, in fondo, non si dimenticano mai. Giulia Guidi è una nuova entrata che ha subito mostrato volontà e voglia di fare. Vedremo se durerà perché nella vita e non solo non è tanto importante partire, ma arrivare al conseguimento del traguardo voluto.
Dimenticavamo l'ospitalità di Antonio Di Cecio che, per la prima volta in tanti anni, si è seduto alla tavola della Gazzetta e ha mangiato - e bevuto - insieme alla ciurma. Due bottiglie di champagne, quindi un rosato portato appositamente dalla Corsica dove la cultura enologica si sta facendo strada a velocità sostenuta e, alla fine, anche un vino della Maremma che l'Oste di Lucca ha stappato per chiudere in bellezza. C'era, ovviamente, anche Cip, al secolo Ciprian Gheorghita, fotografo e gaudente che al vino ha preferito la birra. Sciocco.
Foto di Ciprian Gheorghita