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Scritto da aldo grandi
L'evento
08 Ottobre 2023

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L'Italia, quella vera, quella che, provocatoriamente oseremmo definire 'normale', quella per la quale vale la regola del buonsenso. sta o, almeno, dovrebbe stare, con Israele. Non perché Israele abbia sempre e comunque ragione, ma perché, in questo momento, come in tutti i tragici momenti della Storia, ogni esitazione si sconta e quello che è importante, sempre, è metterci la faccia, schierarsi, scegliere e, inevitabilmente, scegliendo si finisce per rinunciare a qualcosa. Vale per la vita affettiva, per quella professionale, per la vita in generale. Ogni scelta implica una rinuncia. 

Ebbene, dopo aver visto le immagini dell'attacco dei terroristi palestinesi di Hamas ad Israele, il massacro di gente inerme per le strade, alla guida delle loro auto, assiepate durante un meeting, ogni scelta diversa da quella di stare con Israele in questo momento può essere considerata soltanto una complicità con gli assassini. 

Il Governo Meloni, ma anche quello tedesco, hanno scelto di proiettare l'immagine della bandiera israeliana sulla facciata di palazzo Chigi e sulla porta del Brandeburgo a Berlino. Un gesto inequivocabile, diretto, immediato. C'è da augurarsi che la stessa decisione e la medesima fermezza proseguano anche nei giorni futuri. Come al solito, papa Francesco ha tenuto la bocca chiusa quando, invece, sarebbe stato necessario aprirla, ma, ormai, ci siamo abituati. E continuiamo anche a chiamarlo papa. A noi pare più un infiltrato... Probabilmente dirà qualcosa durante la messa di questa mattina e ci auguriamo che sia qualcosa di intelligente e, soprattutto, ma ne dubitiamo, divisivo come sarebbe giusto che fosse. Perché quando dividere significa scegliere da che parte stare e, in particolare, stare dalla parte del giusto, beh, non dovrebbero esserci tentennamenti o prudenze.

Inutile aggiungerlo. Vogliono distruggere gli ebrei, né più né meno di come lo volevano i nazisti. Li vogliono cancellare una volta per tutte dalla faccia pardon, dalla feccia della terra dove loro, popolo eletto, da sempre fanno fatica non solo a vivere, ma ad essere semplicemente accettati. L'ebreo errante , il primo e famoso libro-romanzo con questo titolo, venne scritto nel 1844 da Eugène Sue, scrittore francese e il romanzo, Le Juif errant, apparve a puntate su un periodico. Anche Joseph Roth, il grande scrittore e giornalista austriaco, pubblicò nel 1924 un libro che Adelphi ha diffuso in Italia: Ebrei erranti. Gente sempre in fuga alla ricerca di un luogo dove poter vivere. Civiltà devastate e cancellate in nome di un potere politico e religioso che non tollerava la diversità.

In realtà il mito dell'ebreo errante appartiene alla tradizione europea e racconta di un ebreo che non riconobbe Cristo sulla Croce e lo denigrò venendo da questi maledetto a girovagare per il mondo senza trovare pace. Anche in questo caso, come per i protocolli dei Savi di Sion, siamo di fronte al falso storico e/o strumentale utilizzato per giustificare persecuzioni e uccisioni in massa.

Storia a parte, in questo preciso istante appare evidente che il popolo ebraico ha bisogno di aiuto e non delle risoluzioni Onu sistematicamente ispirare dalla maggiore presenza di paesi arabi e dei loro alleati e sempre di netta condanna di Israele sorretta, unicamente e va sottolineato, dagli Stati Uniti. L'errore sta proprio qui. Se l'Occidente non comprende che oggi Israele, domani l'Europa, si condanna alla sua fine e l'immigrazione indiscriminata non è altro che l'altra faccia di una stessa medaglia. Non a caso gli ebrei stanno abbandonando l'Europa per recarsi altrove, perché se ieri venivano perseguitati e deportati dai nazisti, oggi lo sono dalle popolazione arabe residenti nel Vecchio Continente.

Guardate ciò che è accaduto in Israele nella giornata di ieri ed evitate di guardare le Tv nazionali che fanno, come al solito, schifo. Cercate sul web ciò che il Pensiero Unico Dominante rosso o nero non importa, non vuol farvi vedere per timore che urti la vostra suscettibilità in realtà perché ha paura che prendiate coscienza di come sono e stanno le cose.

Le Gazzette, lo ripetiamo, stanno con la stella di David senza se e senza ma.

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