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Scritto da Redazione
L'evento
30 Ottobre 2021

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Un tempo si potevano prendere in giro i gay, come fece nel 1978 Ugo Tognazzi nel film «il Vizietto». Stupisce che ancora non abbiano censurato la Compagnia Goliardica Baistrocchi (coi ragazzi travestiti da ballerine di can-can) per lesa omosessualità o incitamento all'odio. 

Memorabile una polemica televisiva di Vittorio Feltri, che fece drizzare i capelli alla conduttrice: dopo aver guardato con crescente disgusto le immagini di un Gay Pride, richiesto di un commento disse che non essendo inglese lui non li chiamava "gay", e non essendo medico non li chiamava "omossessuali".

Ma essendo italiano li chiamava con una serie infinita di termini dialettali, che elencò con supremo sprezzo del pericolo e del politicamente corretto. 

Sono decenni che subiamo la propaganda gay (lobby potentissima nel mondo dei media). Si è passati dal pregiudizio più ottuso al permissivismo più assurdo. La prima cosa che tutti sono obbligati a fare – come nel caso dei vaccini o dell'islam – è proclamare di non essere assolutamente contro i gay, perché sarebbe un gravissimo peccato mortale (bestemmiare in diretta Tv invece no).

L'orientamento e la vita sessuale di ognuno dovrebbero rimanere un fatto privato fra le mura di casa; ma nel caso dei gay & lgbt più estremisti (per fortuna non tutti) c'è un'ostentazione esibizionista e di cattivo gusto che non trova giustificazioni.
Considerando lo stato comatoso in cui versa il nostro Paese, il DDL Zan è l'ultimissima preoccupazione degli Italiani, che hanno ben altro a cui pensare. Ma proprio qui sta il punto: è la classica operazione di "distrazione di massa" perché nei TG e nei talk-show si parli di quello, indagando a fondo sui "franchi tiratori" nelle file del PD, roba da perderci il sonno la notte. Questo sì che è giornalismo d'inchiesta!

L'importante è sviare l'attenzione dal massacro sociale ed economico messo in atto dal Dragopardo e dai suoi compagni dell'Unione Europea; dagli enormi conflitti d'interesse dei medici, che Alessandro Meluzzi definisce "piazzisti delle Case Farmaceutiche"; e dalle truffe miliardarie su mascherine, vaccini, tamponi, privatizzazione della salute, banchi a rotelle in discarica e così via.  

Il DDL Zan è il classico esempio di propaganda in neo-lingua orwelliana che fa credere una cosa ma ne intende un'altra – che generalmente è l'opposto. In teoria è tutto bello e meraviglioso; in pratica è l'approdo finale di una gigantesca "finestra di Overton", spalancata sull'abisso. 

Leggiamo qualche "perla" del decreto. Con l'articolo 2 si vuole impedire «la propaganda di idee fondate sulla superio­rità o sull'odio razziale o etnico, istigazione a delinquere e atti discriminatori e violenti per motivi razziali, etnici, religiosi o fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento ses­suale, sull'identità di genere o sulla disabi­lità».

Nello stesso articolo 2 si premurano di definire che cosa siano l'orientamento sessuale e l'identità di genere (ve li risparmiamo); sarebbe quindi opportuno che spiegassero che cosa si intenda col termine assai vago di "propaganda di idee". Chi stabilisce quali idee siano lecite? Siamo sul filo del rasoio: si possono sfottere i gay nei discorsi con gli amici al bar (ancora per poco); ma se un politico lo fa in un discorso pubblico è passibile di denuncia e rischia la galera.

La cosa peggiore è l'istituzione (con l'articolo 7) della Giornata Nazionale «contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la tran­sfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell'inclusione nonché di contra­stare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione». La paragonano alla Giornata della Memoria dell'Olocausto, il che dimostra quanto siano in malafede, senza vergogna né rispetto per quei morti. 

La «cultura del rispetto e dell'inclusione» e «princìpi di eguaglianza e pari dignità sociale» non riguardano però gli schifosissimi eterosessuali, vera piaga della società civile; nonostante si ostinino ad essere la stragrande maggioranza, si vedono discriminati quasi fossero "anormali". Ma per qualcuno lo sono: «L'eterosessualità è l'oppio delle masse», dicono, e va punita.

La Giornata Nazionale in realtà è un cavallo di Troia per fare della sana "propaganda di idee" nelle scuole (purché siano quelle "giuste"). Col pretesto di celebrarla si possono "educare" i bambini a non discriminare, e si possono promuovere teorie edificanti come quella del Gender, che in realtà è l'anticamera della sterilizzazione di massa.

Per gli ideologi del Gender bisogna mettere in crisi «il modello di società monolitica e fascista nella sua essenza dei ruoli pre-assegnati ideologicamente». Già, perché la differenza fra maschio e femmina è puramente ideologica... (non gli ha detto niente la mamma?). 

Si promuove il blocco della pubertà con ormoni devastanti, in attesa di interventi per il cambiamento di sesso ancor più devastanti, e sicuramente irreversibili nei maschi. È vietato dire che molti poi si pentono. In fin dei conti è un grande business per le Case Farmaceutiche. Gli interventi sono a carico dei contribuenti: quindi siate grati allo Stato, che oltre a sodomizzarvi con le tasse ve lo vuole tagliare anche fisicamente.

La cosa più pericolosa del Decreto è però l'introduzione surrettizia del reato di opinione. Si prepara l'avvento dell'Inquisizione Arcobaleno, che non punirà i peccatori con gli strumenti di tortura medievali, ma semplicemente li metterà alla gogna mediatica, marchiandoli a fuoco per sempre come eretici terrapiattisti ed incitatori all'odio. Anche qui le definizioni ed i confini del "reato" sono talmente labili da prestarsi a qualsiasi interpretazione, che poi è l'anticamera della censura e del sopruso.

L'Inquisizione Arcobaleno coadiuverà l'Inquisizione Verde (sanitaria), che da quasi due anni opera nel plauso generale. Per "tutelare la salute" dei cittadini qualsiasi dubbio sulla gestione della pandemia o sui vaccini è già oggi un reato di opinione, e va punito. Gli inflessibili Tutori medico-scientifici del Bene Comune – del tutto immuni dal reato di incitamento all'odio (che vale solo per gli altri) – giustamente invocano il lock-down e la zona rossa per i sorci che non si vogliono vaccinare.

Similmente, i renitenti al Green Pass, specie i portuali, vanno manganellati e annaffiati con idranti e lacrimogeni, privandoli del diritto al lavoro, allo studio e alla salute.  Bisogna "tutelare l'uguaglianza", in nome della Costituzione: cioè rendere tutti "uguali", perché tutti col Green Pass.

Puntano i riflettori sulla bocciatura del DDL Zan per distoglierli dal rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità del 19 ottobre scorso. Su un totale di 130.468 decessi, i morti di solo Covid sono 3783 (il 2,9%); gli altri 126.685 avevano tutti più patologie pregresse, e il Covid ha dato loro il colpo di grazia. 

Non hanno potuto definirla "fake new" perché viene da una fonte ufficiale. Ma sotto l'occhio vigile dell'Inquisizione Verde (sanitaria), è partito il campionato mondiale d'arrampicata sugli specchi per smentirla con sottili distinguo sulle statistiche, a base di zerovirgola.  Lo stesso vale per le reazioni avverse ai vaccini: è meglio ignorare il dottor Robert Malone (uno dei creatori dei vaccini MRNA), censurato negli USA perché dubita della trasparenza del governo americano sulle reazioni avverse ai vaccini. Ha spiegato che l'immunità naturale è del 20% più efficace, alla faccia della terza dose.

In definitiva scampato pericolo (per ora), forse c'è ancora qualche speranza. Le manifestazioni di piazza continuano e loro continuano a ignorarle. Ma non possono più esser nascoste, nemmeno spacciandole per incitamento all'odio o cercando di infiltrarle per creare incidenti. Ne vedremo ancora delle belle, ma ci sarà ben poco da divertirsi. "Gente come noi non molla mai", e andiamo avanti.

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