Tre video girati amatorialmente e per poche decine dis econdi che danno l'idea di come un ristoratore che ha voglia solo di lavorare per sé e i propri dipendenti, venga quotidianamente martoriato e massacrato da vigili urbani, polizia e Guardia di Finanza. Anche ieri, infatti, Tito di Momi in via Francesco Baracca a Firenze ha subìto le solite vessazioni e, con lui, anche i suoi clienti che hanno rifiutato di andarsene e hanno accettato anche il rischio di essere multati. E noi siamo con lui, siamo con loro, contro questa dittatura sanitaria che in nome di una virus a mezzo servizio e per conto di un Big Reset voluto dalle élites finanziarie globaliste vuole mettere in ginocchio le eccellenze di questo straordinario Paese.
Vane, purtroppo, per colpa di un Governo di inetti e di parassiti - nel senso che vivono a spese degli italiani che pagano le tasse necessarie a mantenerli - e di un comitato tecnico scientifico disumano, le attese per i ristoratori toscani: alla vigilia del tutto esaurito per la festa degli innamorati, si sono trovati ancora una volta a dover abbassare le saracinesche dei loro locali.
"Adesso basta" è l'eco percepibile tra le categorie della regione le quali, anche ieri mattina, anche le più restie fino ad oggi, hanno aderito all'iniziativa IoApro1501.
Oggi compirà un mese di vita e Momi, capofila della protesta, è inarrestabile: "Aperti a pranzo e cena come abbiamo sempre fatto, abbiamo creato la giusta atmosfera proprio come fosse un normale San Valentino, come tra l'altro dovrebbe essere - incalza - Negli ultimi giorni moltissime attività hanno contattato me e gli altri sostenitori per capire come aderire all'iniziativa".
L'ultimo cambiamento di colore sembra dunque essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: "Si sentono presi giustamente in giro. Dopo il nostro incontro a Montecitorio sembrava che le cose sarebbero potute cambiare entro il 14, ma l'ingresso in zona arancione ha dimostrato il contrario - continua Momi - Molte attività hanno deciso di unirsi a noi nel progetto, capendo che l'unica possibilità per non morire è rimboccarsi le maniche autonomamente".
IoApro è senza freni, continua a espandersi sempre più, tocca quasi le città di tutta Italia e sembra proprio che non voglia fermarsi: "Ci stiamo organizzando per nuove iniziative in collaborazione con le altre categorie - conclude Momi - Ancora non possiamo esprimerci più di tanto, ma sicuramente il numero di persone esauste è in forte crescita. È arrivato il momento di dire basta tutti insieme".