Dopo alcuni giorni di silenzio, ecco che Andrea Palmeri, lucchese e attualmente abitante nella repubblica di Lugansk nel Donbass filosovietico, torna a farsi sentire. Lo fa con un doppio intervento che riproduciamo e del quale condividiamo alcuni concetti a cominciare dall'isolamento in cui, progressivamente, la Nato e gli Stati Uniti hanno tentato di cacciare la Russia. Si viaggia a passo di carica verso la terza guerra mondiale e non lo dice Palmeri questo, lo intuiamo noi e lo abbiamo, purtroppo, compreso da un pezzo. Stiamo assistendo ad una mostruosa corsa al riarmo e da quando mondo è mondo, se si ammassano armi sempre più devastanti prima o poi qualcuno finirà per utilizzarle. Manca poco, manca appena un errore, più o meno colposo, non necessariamente doloso, per scatenare l'inferno. Peccato, però, che non siamo in un film né, tantomeno, c'è Russel Crowe a fare il generale. La pelle è la nostra e noi continuiamo a rinunciare alla nostra indipendenza, alla nostra autonomia e alla nostra libertà di azione. Siamo servi e anche sciocchi perché non ci rendiamo conto che, così seguendo, finiremo nel baratro insieme a tutti gli altri. Putin è come un topo spinto progressivamente in un angolo. Cosa pensate che farà quando si accorgerà di non poter più andare avanti? Si volterà all'improvviso e attaccherà. Siamo pronti a questo? Noi stiamo fornendo armi letali affinché gli ucraini si difendano, ma non contempliamo che tutto ciò rappresenta, per i russi e per l'evidenza, una vera e propria dichiarazione di guerra non dichiarata. E come pensate che la prenderanno Putin e i suoi tirapiedi? Non vogliamo la guerra in casa nostra, ma siamo pronti a sostenerla in casa d'altri: se non è ipocrisia questa diteci voi allora cos'è. Non si doveva arrivare a questo punto, invece l'Occidente ha fatto di tutto per arrivarci. E ora ci sta in mezzo.
Ecco il primo break-down di Palmeri: