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Scritto da aldo grandi
L'evento
19 Agosto 2023

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Lo hanno massacrato, gli hanno tolto l'incarico con la scusa dell'avvicendamento senza avere nemmeno il coraggio di dire che lo stavano rimuovendo per sottoporlo a procedimento disciplinare. Allo Stato Maggiore dell'Esercito, in via XX Settembre con il ministro della Difesa Guido Crosetto, sì, proprio quello della laurea mai conseguita, ma dichiarata, tutti, con le stellette e le mostrine più lucide che mai conseguite chissà dove chissà come, a mettere sotto vetro e sotto inchiesta l'unico ufficiale di un esercito che fa molta, troppa fatica a riconquistare quella autorevolezza perduta a seguito della disfatta mussoliniana e del vergognoso armistizio dell'8 settembre 1943 quando la famiglia reale e tutto lo stato maggiore si diedero alla fuga abbandonando il Paese e gli italiani nelle mani dell'ex alleato tedesco. Come al solito la politica che assegna prebende e cadreghini fa tremare le divise sempre molto attente e suscettibili di fronte alle richieste o alle minacce. Lui, al contrario, proprio come il titolo del suo libro, non ha badato a scuse né a spese, né a spose: ha fatto tutto da sé e ha pubblicato un testo che è frutto esclusivo della sua pancia oltreché della sua testa. La Gazzetta lo ha voluto intervistare, come sempre, senza peli sulla lingua né da qualunque altra parte possibile o immaginabile. Ecco come si fa il giornalismo con le palle:

Generale Vannacci, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito le sue delle farneticazioni personali. Per uno che nel 2013 ebbe a ammettere di aver dichiarato di essere laureato in economia e commercio senza aver mai conseguito la laurea, è un bel coraggio.

Il ministro Crosetto è il ministro della Difesa ed è, quindi, il mio ministro al quale devo incondizionatamente rispetto e disciplina. Risponderò per gli eventuali addebiti che lui vorrà imputarmi nelle sedi e nei luoghi opportuni. 

Intanto, però, se non sbagliamo, lei è stato rimosso dal suo incarico di comandante dell'istituto geografico militare.

Non è una rimozione, ma un avvicendamento ordinato dalla forza armata alla quale appartengo ed anche in questo caso, se avrò delle rimostranze da promuovere, lo farò esclusivamente nelle sedi e nei luoghi opportuni.

Generale non ci venga, però, a dire che è rimasto contento della decisione.

Credo che nessun comandante possa essere contento quando, per qualsiasi motivo, lascia il comando dell'unità che gli è stata affidata. Quindi, chiaramente, sono rattristato dalla decisione, ma ne accetto le conseguenze senza alcun problema.

Lei ha pubblicato un libro scritto, glielo diciamo con competenza, in maniera limpida e scorrevole, di piacevole lettura e anche, se ce lo consente, con un certo tatto a dispetto di quanti le hanno subito sparato addosso. Come le è venuto in mente di fare una cosa del genere?

Intanto la ringrazio per i complimenti circa il libro del quale vado particolarmente fiero perché è una mia creatura che mi sono scritto, impaginato,  formattato, corretto totalmente da solo. Inventando pure la copertina e diffidando da chi, invece, mi consigliava di sottoporlo ad un revisore di bozze. Quindi è un lavoro mio al 100 per cento dall'inizio fino all'ultimo angolo della copertina finale. Ho avuto voglia di iniziare a scrivere alcune pagine a partire dal gennaio di quest'anno affrontando questioni che mi sembravano assolutamente paradossali per puro gusto personale iniziando proprio a scrivere circa l'energia. Poco dopo ci ho preso gusto e ho voluto continuare affrontando svariate problematiche di assoluta attualità come l'ambientalismo, la legittima difesa, la patria e la famiglia sino a che non mi sono detto di completare un libro che trattasse di tutte quelle tematiche abbastanza paradossali che io percepivo come tali e che viviamo nel mondo moderno. Il lavoro l'ho terminato soltanto uno o due giorni prima della sua pubblicazione avvenuta il 10 agosto 2023 tramite la piattaforma Amazon.

Perché il titolo, tra l'altro particolarmente azzeccato, de Il mondo al contrario? Noi, quando lo abbiamo visto, siamo rimasti colpiti positivamente andando dicendo da anni di un mondo alla rovescia.

Perché ho affrontato temi che dal mio punto di vista venivano presentati totalmente capovolti nella loro essenza. E quindi apparivano paradossali e davano una rappresentazione completamente falsata di quella che io asserisco essere la realtà. Sono stato colpito innanzitutto dall'energia e dalle assurde ipotesi che venivano proposte in piena crisi energetica di abbandonare la componente fossile che invece era l'unica che poteva garantirci la sopravvivenza energetica. Altro aspetto che mi ha attratto quello dell'ambientalismo ideologico e della vaticinata apocalisse climatica che io invece percepisco in tutt'altra maniera.

Tra l'altro, proprio questa primavera, dopo un anno di siccità, alcune regioni d'Italia sono state, letteralmente, invase da una pioggia torrenziale e continuata che non si vedeva da anni. Forse, andare a parlare di siccità e scarsità di precipitazioni alla gente dell'Emilia Romagna oggi come oggi è un po' azzardato...

Infatti, proprio nel libro illustro come la quantità di acqua che scende nell'anno solare risulta essere praticamente una costante mentre quello che varia è la concentrazione nel tempo di questa quantità di acqua. Il rimedio più immediato sarebbe la creazione di invasi per trattenerla, ma ogni volta che si cerca di poggiare la prima pietra per la creazione di una diga, gli stessi verdi che prevedono la fine del mondo, si oppongono a qualsiasi tipo di opera che la possa prevenire.

Il suo libro riesce a suscitare una sorta di sorpresa dovuta al fatto che le domande e le considerazioni che lei si pone sono le medesime che si pone la gente comune, quella cosiddetta maggioranza silenziosa che non ha quasi mai la possibilità di farsi ascoltare.

Ha colto proprio nel segno perché proprio nell'introduzione del libro, pur non assurgendo a portavoce della moltitudine, asserisco che probabilmente la stragrande maggioranza dei lettori si riconoscerà nelle pagine che ho scritto. Il libro, infatti, non vuole essere uno strumento portavoce della maggioranza, ma, semplicemente, un artifizio per risvegliare considerazioni e opinioni su determinate problematiche estremamente imp,portanti.

I lanci di agenzia l'hanno, letteralmente, massacrata accusandola di ogni nefandezza: razzismo, sessismo, xenofobia, omofobia e via di questo passo. Abbiamo letto il libro e non abbiamo trovato traccia alcuna di queste cose. Non le sembra che ci sia una voluta malafede nel dipingere chi la pensa diversamente dal cosiddetto Pensiero Unico Dominante dominato dal politicamente corretto?

E' esattamente quello che descrivo nel libro. Ovvero che l'approccio divergente ad alcuni temi molto sentiti della nostra società porta i fautori del pensiero unidirezionale ad eliminare, censurare, annichilire l'interlocutore togliendogli anche la dignità stessa di persona dotata di cervello e raziocinio. Accusandolo di fobia che per chi non lo sapesse è una malattia psichiatrica, lo si tratta da malato mentale, da persona che ha bisogno di un trattamento sanitario, di una rieducazione per poter continuare a vivere inoffensivamente nella società del pensiero unico. E la reazione alla pubblicazione del libro ha confermato pedissequamente questa teoria.

Generale entrambi abbiamo, ormai, qualche capello bianco, noi sicuramente più di lei se non altro per questioni anagrafiche. Lei è stato attaccato nonostante si sappia benissimo che tutti i suoi colleghi in tutte le armi di appartenenza la pensino allo stesso modo. Nessuno, però, ha avuto il coraggio di spendere una parola di solidarietà pubblicamente esponendosi. Ma dov'è finito il sano e tradizionale cameratismo militare di cui tanto si favoleggia nei ricordi o anche solo nelle rimpatriate tra ex ufficiali?

Le distanze dalla forza armata e dalle istituzioni sono stato io il primo a prenderle specificando chiaramente nella nota d'autore che parlavo a titolo esclusivamente personale e non mi facevo interprete di alcuna posizione istituzionale o governativa. Le successive dichiarazioni dello SME e dello stato maggiore della difesa e di tutta quanta l'istituzione militare sono a mio parere, quindi, pleonastiche e ridondanti. 

Ma a lei, che non è ancora in pensione e che nella sua carriera militare è stato a capo di alcune tra le più blasonate unità del nostro esercito, chi glielo ha fatto fare di mandare tutto, se non a puttane quasi, quando ancora avrebbe potuto ottenere incarichi di prestigio?

Non ho voglia di aspettare la pensione per poter pubblicare libri o manifestare le mie opinioni. La bellissima Costituzione democratica e liberale italiana me lo consente e come ho sempre fatto nella mia vita occupo tutto lo spazio che mi viene concesso dalla normativa. Ho sempre agito sapendo che avrei dovuto rispondere delle conseguenze delle mie azioni e questo non mi ha mai spaventato come non mi spaventa in questo caso.

Le sue osservazioni apparse nel libro potrebbero essere definite non solo dettate dal buonsenso comune, ma, magari e a voler pensar male, anche patrimonio di una certa destra che, guarda caso, attualmente è al Governo. Tuttavia non si è levata una sola voce in favore di affermazioni che rispecchiano in toto il pensiero degli italiani o, almeno, della stragrande maggioranza. Perché secondo lei?

Il libro non ha finalità né sfondo politici e, quindi, non mi sarei aspettato un coinvolgimento della politica. Come ho detto, parlando del buonsenso, pensavo di intercettare molte opinioni della maggioranza silenziosa e probabilmente c'ho azzeccato.

Eccome. Come al solito, a sinistra, qualcuno ha gridato al pericolo di un possibile pronunciamento militare volendo continuare a vedere in ogni intervento di un alto ufficiale fuori dal seminato, una velleità di potere. 

Al momento sono al mare con la mia famiglia e non sto organizzando manipoli di agguerriti combattenti per prendere il potere. Se la sinistra la pensa in tal modo, si goda l'estate tranquilla perché non ho alcuna voglia di lasciare il luogo della mia villeggiatura.

I soliti imbecilli dell'informazione addomesticata l'hanno accusata di avercela con i gay, Pensi generale che noi ci siamo beccati una censura dal (dis)ordine dei giornalisti per aver utilizzato un vocabolo tanto in voga negli anni della nostra beata incoscienza capitolina. Ma lei ce l'ha davvero con gli omosessuali?

La frase incriminata è "Cari omosessuali normali non lo siete, fatevene una ragione!". Che mi avrebbe fatto entrare nel girone dei disturbati omofobi, sessisti, odiatori seriali e disprezzatori del genere umano. Degno di una denuncia penale e di essere esposto al pubblico ludibrio e alla gogna mediatica. Allora io lancio una provocazione e le dico ora questa frase: Cari carabinieri normali non lo siete, fatevene una ragione! E vediamo se domani il comandante generale dell'Arma mi denuncerà per insulto all'uniforme e vilipendio alla Benemerita. Se ciò non avverrà non vedo perché la stessa frase rivolta agli omosessuali dovrebbe suscitare quello che ha suscitato.

Generale cerchiamo di essere logici: se tutti diventassimo omosessuali, è evidente che il genere umano andrebbe verso l'estinzione. Quindi, se il genere umano e la stessa Natura, sorti per riprodursi, richiedono inevitabilmente l'eterosessualità per poter riprodursi e continuare la specie, che cosa c'è di male nel dire che questa è, immancabilmente, razionalmente, oggettivamente, la normalità? Il che non vuol dire discriminare chi non lo è.

Proprio questa considerazione è fatta nel libro e proprio per questo motivo non avrei mai potuto pensare che questa frase avrebbe potuto offendere qualcuno perché non è oggettivamente una frase offensiva. Tanto più che a premessa di questa frase avevo chiaramente illustrato il fatto che la normalità non è né buona né cattiva, né migliore né peggiore, ma un fatto puramente statistico discendente dai numeri, dalle consuetudini e da ciò che eccezionale non è.

Lei ha girato il mondo e affrontato pericoli ben più gravi di queste misere e strumentali polemiche senza costrutto. Che cosa le ha insegnato il trovarsi in pericolo di morte accanto a persone provenienti da tutti i continenti? Com'è possibile definirla, come hanno fatto i giornalisti verniciati di rosso-fucsia, un razzista?

Questa domanda la deve fare ai suoi colleghi in quanto uno come me ha passato la propria vita a combattere e a rischiare la propria incolumità e quella dei suoi uomini fianco a fianco di altri soldati provenienti dalle etnie più disparate con i quali abbiamo condiviso tutto il cibo, il sudore, la sabbia, l'arsura, la neve, il freddo e anche molte schioppettate. Mi si venga ancora a dire che sono razzista.

Lei ha citato nel libro una nostra cara amica e intellettuale morta purtroppo qualche anno fa: Ida Magli, uno straordinario esempio di autonomia e originalità di pensiero e di indipendenza di giudizio. Come l'ha incontrata?

Ho letto dei suoi scritti proprio mentre mi documentavo per la scrittura del capitolo inerente le società multiculturali e sono stato colpito dalla competenza e dalla chiarezza di questa nota studiosa.

Comandante c'è chi dice che l'hanno voluta relegare in un angolo tutt'altro che operativo per i suoi giudizi forse considerati troppo lusinghieri verso la Russia di Putin?

L'impiego è unica responsabilità dello SME che gestisce e indirizza le proprie risorse dove ritiene più opportuno. Mi sono attenuto, pertanto, alle decisioni scoprendo peraltro un istituto geografico militare che rappresenta una bellissima ed interessantissima realtà nazionale nell'ambito dello studio scientifico geografico e della cartografia.

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha rilasciato una dichiarazione con la quale prende atto, condividendola nei contenuti e nelle motivazioni,  della sua sostituzione al vertice del medesimo istituto con sede a Firenze.

Non mi esprimo sul presidente Giani che, comunque, spero di rincontrare considerandomi io un suo uomo data la mia residenza e domicilio nella sua regione. 

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