Non era una vita, ma, forse, anche qualcosa di più che non mettevamo piede al ristorante Il Guercio di Franco Corradi, scomparso nel 2015 e di sua moglie Elena Romani, di suo figlio Antonio e di sua figlia Franca, moglie di Vittorio Tosto, ex calciatore di serie A nonché della Lucchese. A memoria viene in mente uno dei più brutti momenti della recente storia cittadina, quando, da cronisti, raccontammo la tracimazione della Freddana che passa proprio davanti al locale e che portò acqua e fango alti oltre un metro nelle sale della struttura che dal 1930 ovviamente con tutta una serie di rifacimenti, accoglie pellegrini e viandanti, turisti e lucchesi, buongustai e gente desiderosa di un angolo di pace e di lucchesità.
Rammentiamo ancora la figura di Franco Corradi, l'amarezza per non dire peggio, dipinte sui volti di Franca e della mamma, di Ilaria, cara amica e dipendente da oltre 15 anni che abbiamo ritrovato anche ieri sera e, ormai, divenuta a tutti gli effetti parte della famiglia.
Da allora di acqua, fortunatamente, sotto i ponti ne è passata sì parecchia e non è più fuoriuscita dall'alveo grazie anche ai lavori di ampliamento che sono stati fatti. E il Guercio è tornato ad essere quel che è sempre stato, più forte di tutti, più forte di tutto, anche del Covid nonostante i due anni di pandemia abbiano sferrato, ma non è stato il solo, una mazzata pesantissima su tutto il mondo della ristorazione.
Il nonno di Antonio e Franca Corradi e si chiamava Gustavo Corradi, lucchese doc, che ad un certo punto della propria vita scelse, come molti altri conterranei, di varcare l'oceano e sbarcare negli States. La leggenda e le cronache lo vogliono per alcuni anni autista nientepopodimeno che di Al Capone, detto Scarface, ma non sappiamo quale sia stato, effettivamente, il ruolo. Fatto sta che, dopo essersi sposato con una lucchese, Giulia Fenili, aprì una sorta di locanda che la moglie seguiva personalmente mentre il marito andava e veniva su e giù dagli Stati Uniti. Una volta il marito le inviò un ex soldato ferito ad un occhio in Europa durante la prima guerra mondiale. L'americano si stabilì a Lucca e, spesso, approdava al locale dell'amico dove sapeva che sarebbe stato accolto e rifocillato. Ecco perché il ristorante prese il nome de Il Guercio.
Oggi, nell'anno di grazia o di disgrazia a seconda dei punti di vista, 2022, sono rimasti in cucina e in sala Elena Romani, 70 anni e il figlio Antonio, 46 anni, anche lui ex professionista del calcio con un passato da portiere in squadre di serie D e C tra cui Pisa, Teramo, Sangiovannese. Quest'ultimo è sposato con Laura Toccafondi, un vulcano di idee nel mondo della televisione e del web. La coppia ha due splendidi bimbi tra cui Giulia Corradi, appena sei anni, ma già una 'star' dei social dove impazza con i suoi viaggi e, adesso, anche con il suo interesse per un futuro sostenibile che le consenta di mantenere il mondo così come lo ha trovato e, magari, anche migliorarlo un po'.
La serata è piovosa, ancor più che uggiosa, ma dentro si sta bene, non c'è ressa e si respira atmosfera casalinga. Ai fornelli c'è mamma Elena che vuole farci assaggiare la sua farinata fatta con gli erbi e le verdure del Morianese: "Se ci sono le verdure e le erbe, bene, altrimenti niente farinata. E' un piatto che faccio personalmente da decenni, sempre allo stesso modo nel segno della nostra cucina tradizionale".
Come fai a non accettare l'invito? Così arriva un piatto colmo fin quasi all'orlo e lo condiamo con l'olio proveniente da una quarantina di piante che la famiglia Corradi possiede sulla collina di Montecatino sempre sulla strada per Camaiore. C'è ben poco da aggiungere se non che, a porzione terminata, ne arriva subito un'altra. Che buona la farinata con la farina di mais, le foglie di cavolo nero e ripassata in padella: viva la campagna! A tutti quelli che non sanno cosa vuol dire assaggiare questo piatto tipico consigliamo di provarlo assolutamente. Soprattutto in autunno e inverno è impareggiabile.
Saremmo anche tentati da una delle bottiglie di vino rosso della cantina di Antonio Corradi, ma non riusciremmo a finirla per cui accettiamo il vino della casa, un Montecarlo rosso che si accoppia benissimo con il nostro menu e che va giù senza tanti intoppi lasciando, comunque, una bocca bella pulita.
Alle 6 di ogni giorno, dal martedì al sabato, Antonio Corradi sale in auto e va a Livorno al mercato del pesce di fronte agli imbarchi. E' per questo che il Guercio è rinomato anche per la cucina del pesce fresco, una tradizione che la famiglia ha sempre coltivato affiancandola ai piatti di terra con prodotti a chilometro zero o giù di lì.
Dopo due porzioni ultra-abbondanti di farinata potremmo anche smettere, ma Antonio e Ilaria non sentono ragioni e vogliono a tutti i costi che si assaggino le ribe - da non confondere con le riba, ricevute bancarie, senz'altro più devastanti e difficili da digerire - ossia la rosticciana marinata 60 giorni in una botte di rovere che Antonio cura con certosina pazienza e maniacale puntualità. La rosticciana, poi, viene adagiata sulla brace e scottata, quindi finisce nel vassoio accompagnata da due cucchiai. Cucchiai? Sì, perché, incredibile a dirsi, ma non a farsi, la carne è talmente tenera che si può tranquillamente rimuovere dall'osso con un cucchiaio se non, addirittura, a mani nude. Il suo sapore è straordinario, si scioglie in bocca, più ne mangi e più ne vorresti. Assolutamente un piatto top che ritorneremo a degustare.
Non abbiamo mandato giù i tordelli lucchesi preparati da Elena con le proprie mani e che da 50 anni sono sempre fatti con gli stessi ingredienti e alla stessa maniera. Un motivo in più per ritornare.
Pieni come un uovo sodo, rifiutiamo ogni altra proposta indecente, ma quando sbarca sul tavolo il sorbetto al melone, non sentiamo storie e ci tuffiamo in un profumo inebriante. Melone e cocomero, i nostri frutti estivi preferiti.
Il ristorante ha uno spazio molto ampio per non parlare di quello al di fuori che in estate si trasforma in una specie di paradiso immerso nel verde dove cibo e musica la fanno da padroni. Qui si organizzano eventi, si festeggiano matrimoni e comunioni, si celebrano successi o risultati economici di rilievo. Ogni occasione può essere buona per celebrare qualcosa. Alle pareti dell'ampio ingresso stanno, incorniciate, le maglie di alcuni dei più noti campioni di calcio: da Maradona a Ronaldinho, da Maldini a Giovinco, da Gattuso, calabrese come Vittorio Tosto, a Totti.
Non è semplice portare avanti una impresa nel corso dei decenni tenendo fede a una passione che è stata anche, per alcuni, una ragione di vita. E, come spiega bene Antonio Corradi, questo è un lavoro che ti prosciuga e richiede ogni briciolo di energia a disposizione. Si esce, la sera, esausti. Senza passione non si va da nessuna parte, ma a volte anche la passione viene messa a dura prova dalle circostanze avverse come, ad esempio, il Covid o, appunto, una catastrofe naturale.
Eppure, i Corradi, con Franca che arriva a dare una mano, sono sempre al loro posto. E c'è da augurarsi che anche negli anni a venire sia così, perché sono già fin troppi i brandelli di identità che questa città ha perso nel corso del tempo.
Ristorante Il Guercio