Nella sala riunioni del Consorzio MO.TO.R.E a Campotizzoro (PT), si è tenuto il primo convegno del “Distretto Rurale Forestale della Montagna Pistoiese” di cui il Gal Montagnappennino è il soggetto referente. Un incontro che ha messo al centro le politiche forestali locali per promuovere una nuova idea di sviluppo della montagna pistoiese.
“Si sono messe a confronto le istituzioni, il mondo scientifico e le imprese – spiega Marina Lauri, presidente del Gal – per rilanciare l'attenzione su un comparto estremamente importante per la montagna pistoiese. Significa creare una sinergia importante tra le politiche del Gal e del distretto, significa intercettare delle risorse, realizzare dei progetti ma soprattutto diventare un laboratorio di idee e un punto di riferimento su quelle che sono le politiche forestali in particolare della montagna pistoiese”
I confini territoriali del Distretto rurale della Montagna Pistoiese comprendono i territori dei comuni di Cutigliano, Uzzano, Montecatini T., Piteglio, Pistoia, S. Marcello Pistoiese, Pescia, Abetone, Sambuca Pistoiese, Montale, Serravalle Pistoiese, Marliana, Pieve a Nievole, Massa e Cozzile, Buggiano. Dei 97mila ettari, il 38,6 % sono di superficie forestale. Vanta sei produzioni tipiche fra i quali l'IGP fagiolo di Sorana.
“Il bosco copre buona parte del territorio del distretto, e tale aspetto costituisce di per se una risorsa e nel contempo un rischio per il mantenimento del paesaggio rurale che ha contraddistinto queste aree, che tra l'altro sono fortemente soggette a fenomeni di spopolamento ed invecchiamento – spiega la nota istitutiva della Regione – gli obiettivi sono valorizzare il patrimonio forestale dal punto di vista economico, favorendo lo sviluppo delle attività produttive ad esso collegate, creare i presupposti per mantenere la popolazione nelle aree montane e svantaggiate, favorendo un incremento reddituale anche attraverso le attività di formazione e la qualificazione delle imprese, certificare i prodotti della filiera forestale promuovendo altresì le filiere corte e locali e favorire la manutenzione del territorio riducendo le aree abbandonate, contrastando i fenomeni di dissesto idrogeologico, incrementando la biodiversità”.