Fuori è primavera e, con le belle giornate, si ha una voglia matta di uscire per respirare aria a pieni polmoni.
Allora perché non partecipare ad una manifestazione che permetta di condividere momenti all'aperto, magari assaggiando tante cose buone e diverse?
Detto, fatto: "Finger Food Festival", direzione... Firenze. Di che si tratta? Semplice: è uno street-food che si può mangiare con le mani, possibilmente in un sol boccone. Qui, puoi sbizzarrirti tra birre artigianali e assaggi di panini gourmet, arancini e chi più ne ha, più ne metta: un menù completo che parte dall'aperitivo al dolce (perché un posticino per il dessert, alla fine, rimane sempre...)
E via, si parte subito con una bella birra bionda IPA, spillata allo stand dell'azienda LZO di Conegliano-Veneto. LZO è un birrificio artigianale creato da Iacopo, nel 2015, ed è il quarto anno che partecipa al festival fiorentino; in assenza del titolare, è la simpaticissima Priscilla a farne le veci. "Iacopo - spiega Priscilla - è un produttore agricolo di orzo e luppolo, e, per una questione green (ovvero di sostenibilità ambientale), le sue birre si possono trovare solo in lattina. Le birre LZO spaziano dalla "holi", dal colore giallo brillante con intensi profumi di frutta esotica, dissentante, alla "cima", una craft lager (dedicata al celebre pittore Giovan Battista Cima, nativo proprio di Conegliano) con note floreali, fino alla "baal" red ale, dai colore e sapore decisi, con note che ricordano il caramello". C'è l'imbarazzo davvero della scelta!
Proseguendo tra gli stand, con la voglia di masticare qualcosa, la tappa successiva non poteva che essere il Pan-Pan il cui particolare slogan è "la cucina in un panino". Qui si trova Angelo, un ristoratore torinese con origini siciliane, che ha deciso di farcire i suoi panini con pietanze di qualità come: la parmigiana, la spalla di maiale croccante, la salsiccia Bra, il tartufo etc. Delizie da far venire l'acquolina in bocca. A fare compagnia allo chef, ci sono Dario, che si occupa della composizione dei panini, e Julian, che, dalla sua Bianchina berlina stile, sorride tra un cocktail e un mojito.
Ma il punto forte di Pan-pan è proprio il pane, rigorosamente auto-prodotto. La miscela di due farine, la lievitazione di 12 ore e la sua cottura in forno nel cestino di vimini, rendono questo impasto leggero come una piuma: il risultato è croccantezza fuori e sofficità all'interno. Qui, si può gustare il Pan Zebù, novità assoluta di quest'anno, un panino rustico con la carne di bovino brasiliano, cotta a fuoco lento, accompagnato con platano fritto e manioca; e, se si ha voglia di qualcosa di più classico (ma gourmet) si può assaporare il Pan Tartufo, con salsiccia di Bra, fonduta al Castelmagno, funghi porcini, per finire con delle scaglie di tartufo. Prelibato.
Per chiudere in bellezza, fermata obbligatoria in "quelli di Palermo". Catapultati in Sicilia, si trovano: i pani'ca ' meusa; le arancine classiche e quelle al prosciutto e formaggio (dette, a Palermo, "al burro", perché quando sono state inventate, all'interno si metteva un pezzetto di burro per mantenere il riso morbido). Dopo il salato, scontato soffermarsi sui dolci e, in particolare, sui cannoli. E qui, la signora Esmeralda, ci tiene a spiegare la differenza tra quelli di Palermo e quelli di Catania: "Tutto - sottolinea - sta nella decorazione finale del dolce: i cannoli palermitani, secondo la tradizione, vengono decorati con filetti di scorza d'arancia candita, mentre quelli catanesi hanno i pistacchi tritati".
Questo viaggio nello street-food porta l'assaggiatore in tanti posti, facendogli scoprire nuovi sapori ed esplorare nuovi modi di approcciarsi alla cucina. Una vera esperienza gastronomica, gustosa, che rimarrà impressa nella memoria sensoriale di chi l'ha vissuta.