Vivere nella “zona rossa”, secondo giorno: non è il diario di viaggio del protagonista di un film di fantascienza ma è la realtà in cui viviamo tutti quanti, in Italia. Anche nella Valle del Serchio, dove la popolazione sembra abbia compreso il senso e l’importanza dei comportamenti da seguire che non sono semplici consigli ma veri e propri obblighi legislativi. Il coronavirus, un pericolo che non è più lontano ma vive tra noi, con i primi casi individuati a Castelnuovo e, ultim’ora, purtroppo, il decesso di uno di essi.
Risvegliarsi in zona rossa significa vivere in una sorta di coprifuoco: le principali vie di comunicazioni sono pressochè deserte, poco traffico, viaggiano ancora, ovviamente, i tir e i furgoni, si tratta soprattutto dei corrieri che riforniscono i supermercati e il settore alimentare e farmaceutico – sanitario. Per il resto, abbiamo assistito, nel giro di pochi giorni, ad una serrata generale.
Iniziati i primi posti di blocco lungo la Fondovalle ma anche nei pressi di Castelnuovo di Garfagnana: diventa difficoltoso anche mantenere i rapporti interpersonali, visitare un genitore che vive in un altro comune, per esempio. Negli ospedali della Valle gli accessi sono giustamente controllati e contingentati, perfino selezionati: si arriva a consentire un solo ammesso per paziente ricoverato al giorno, il coniuge, impossibile accedere agli altri parenti.
Nel capoluogo della Garfagnana, basta fare un giro dei luoghi “simbolo” di questo momento. I supermercati, con ingressi presidiati per limitare gli accessi, con inevitabili code che si formano all’esterno; gli impianti sportivi desolatamente vuoti, pochissime ormai le persone che fanno jogging, quasi un segno di rispetto per tutti quanti restano a casa per il bene comune; code (ordinate) al di fuori delle due farmacie comunali, con transenne e personale volontario della Protezione Civile a coordinare gli ingressi, tutti educatamente distanti, molti dei quali con mascherina; gli uffici pubblici e privati, come le banche, con i (pochissimi) clienti che vengono fatti entrare uno ad uno.