«L'impegno della Cia per sostenere il florovivaismo è stato premiato: ieri il Governo ha finalmente chiarito che la vendita al dettaglio è consentito. Ma questo è solo un primo passo a sostegno di un settore in grave difficoltà e non abbasseremo la guardia perché vengano presi anche altri provvediemnti». Lo afferma il direttore della Cia Toscana Nord, Alberto Focacci, che commenta così la notizia della risposta fornita dal Governo sul proprio sito, nella sezione dedicato alle FAQ (le Frequently Asked Questions, le domande più frequenti sull'argomento).
«Sì, è consentita – si legge, infatti, sul sito ministeriale – in quanto l'articolo 1, comma 1, lettera f del Dpcm del 22 marzo 2020 ammette espressamente l'attività di produzione, trasporto e commercializzazione di 'prodotti agricoli', consentendo quindi la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, eccetera. Peraltro – continua il Ministero – tale attività rientra fra quelle produttive e commerciali specificamente comprese nell'allegato 1 dello stesso Dcpm, 'coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali', con codice Ateco '0.1', per le quali è ammessa sia la produzione, sia la commercializzazione. Deve conseguentemente considerarsi ammessa l'apertura di punti vendita di tali prodotti, ma, in ogni caso, essa dovrà essere organizzata in modo da assicurare il puntuale rispetto delle norme sanitarie in vigore».
Per Focacci, però, questo non significa aver risolto i problemi del settore: «Si tratta di una prima risposta che va nella giusta direzione della tutela della produzione italiana di fiori e piante – dice il direttore della Cia Toscana Nord – ma, adesso, serve un intervento del Governo a sostegno del settore che, da una parte, preveda misure straordinarie nei confronti dei florovivaisti che stanno subendo una forte perdita economica, a causa dell'annullamento di commesse e ordini e, dall'altra, inizi a operare seriamente sulla valorizzazione del prodotto italiano nella media e grande distribuzione, dove troppo spesso si preferisce commercializzare prodotti provenienti da Paesi esteri».
E, proprio per sensibilizzare in questo senso il mercato e rilanciare i consumi, la Cia ha varato la campagna #sceglipianteitaliane, che si affianca a quelle già in corso #scegliitaliano e #noinonciarrendiamo.