Cento anni compiuti il 22 settembre. Una memoria di ferro, anzi di pietra come le sue sculture e come il suo nome di battesimo, in fondo, suggerisce. Un secolo di storia. La sua, la nostra. Quella di un paese temprato dagli stenti della guerra, con sogni di polvere in mezzo a nubi di macerie. 1924-2024: una vita piena, vissuta con arte e mestiere.
Carlo Pietro Lucchesi è un artigiano dell'esistenza. Un uomo che ha forgiato il suo carattere sulla insopprimibile vivacità del sogno. Il suo, il nostro. Quello ancestrale di creare dal nulla. Di dare ordine al caos, forma alla materia. Che sia pietra o legno, poco importa. Ciò che conta è dare un volto alle cose. Tracciarne i contorni. Infonderle un'anima.
A Tommaso Teora va il merito di aver portato all'attenzione di tutti l'opera di un artista sensibile e tenace dall'elefantesca capacità di ricordare. Una scatola nera sopravvissuta al disastroso precipizio del tempo. "La Memoria e il Sogno": mai titolo fu più azzeccato per la sua mostra. Scorci familiari e visi antichi intagliati con maestria sul modello grezzo e informe. Ogni statuetta, un aneddoto. Ogni nome, una riserva di carburante umano.
Stamattina, in Sala Suffredini a Castelnuovo, c'erano anche i figli dell'autore. Le sue colonne portanti: Maria Giovanna e Marco. Eredi diretti e testimoni oculari della grande umanità del padre. Sono loro i suoi amplificatori, oggi. Le sue casse di risonanza. I suoi auricolari, soprattutto ora che Pietro - Pierino, per loro - avverte meno il brusio che sottostà al rumore del silenzio.
Il maestro Lucchesi unisce nella sua persona tre comunità: quella castiglionese, dove è nato e cresciuto; quella castelnuovese, dove ha a lungo operato nel suo laboratorio di falegnameria prima di trasferirsi, con la famiglia, in quel di Firenze; e infine quella marlianese, che lo ha accolto a braccia aperte facendolo sentire un compaesano. Castiglione, Castelnuovo (per la Garfagnana) e Marliana (per la montagna pistoiese): tre comuni che hanno voluto fortemente presenziare all'inaugurazione della sua esposizione.
I sindaci Andrea Tagliasacchi, in qualità di padrone di casa, e Federico Bruschi, suo attuale primo (con)cittadino, e il presidente del consiglio comunale del suo borgo natìo, Roberto Tamagnini, hanno speso per lui - e per le sue creazioni - parole sincere di encomio. Teora, nei panni di coordinatore, ha tessuto le lodi dell'artista senza dimenticarsi di sottolineare i solchi più profondi del suo spirito. La dottoressa Lucia Lorenzetti, medico geriatra, e l'avvocato Giovanni Battista Santini ne hanno stimolato l'aneddotica, sconfinata come la poesia del suo sguardo.
Alla fine anche un duplice omaggio per il maestro: uno da parte dell'amministrazione comunale di Castelnuovo di Garfagnana, che lo ha tributato dell'opera omnia di un altro illustre cantore della nostra terra, Olinto Dini, a cura del professor Umberto Sereni ed edita da Maria Pacini Fazzi (2024); l'altro, più personale, da parte di Tommaso Teora che ha voluto consegnargli un ritratto d'autore immortalato dal clic della sua macchina fotografica.
La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni, fino all'8 novembre, con orario 10.30 - 12.30 (la mattina) e 16 - 19 (il pomeriggio). Per chi vuole concedersi un viaggio onirico nel memoriale di un'esperienza modellata con lo scalpello dei ricordi...
Uomo, artista e artigiano: Carlo Pietro Lucchesi testimonia 100 anni di vita vissuta
Scritto da andrea cosimini
Castelnuovo
01 Novembre 2024
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