A Castelnuovo Garfagnana, presso l'ex Pista di Pattinaggio, si è tenuta l'altra sera la presentazione del libro del professor Francesco Maria Bovenzi. Platea di oltre 100 persone, presenti il sindaco Andrea Tagliasacchi, Fabrizio Diolaiuti, l'ex sindaco di Lucca Pietro Fazzi e la sorella Francesca, il notaio Antonino Tumbiolo, Antonio Magliaro, Mimmo D'Alessandro, Paola Granucci, Natale Mancini, Lamberto Mennucci. Inoltre la famiglia Bovenzi con la moglie Maria Pia e il figlio Michele.
Ha presentato Diolaiuti ed è intervenuto il sindaco di Castelnuovo. Bovenzi ha raccontato come ha scritto il libro, "La strada del coraggio - Parabola di un virus". Ogni giorno durante il lockdown (presente quasi h24 in ospedale da febbraio ad oggi solo 4 giorni di riposo) e il suo punto di vista sia medico che umano. Un libro di coraggio, di speranza e di solidarietà. Un libro non voluminoso ma denso e quanto mai attuale, edito da Maria Pacini Fazzi e con la prefazione di Alessandro Tambellini.
Durante il talk-show ha raccontato un aneddoto: pochi giorni fa si è visto recapitare una raccomandata in ospedale a lui indirizzata e quando si parla di raccomandate in ospedale non c'è mai da aspettarsi niente di buono, ma aperta la busta si è intravista la carta intestata della presidenza della Repubblica ed al suo interno una lettera di pugno dell'attuale presidente che si complimentava con il medico scrittore.
Bovenzi ha, poi, speso due minuti per Natale Mancini per l'impegno e la dimostrazione di solidarietà umana e sociale durante la raccolta fondi organizzata a sostegno di nuovi progetti di potenziamento della cardiologia. Ha anche ringraziato l'imprenditore Mennucci e la generosità di tanti sostenitori. La serata si è conclusa con un'informale cena al ristorante il Baretto. I proventi delle vendite del libro saranno devoluti a favore del fondo di solidarietà di mutuo soccorso comune di Lucca.
Il libro comprende racconti di vita vissuti tra i reparti con le difficoltà estreme con le quali i medici hanno dovuto convivere: come decidere se rinunciare ad intubare una persona e dare speranze ad un'altra con il rischio di sbagliare, difficoltà a comprendere le ragioni per le quali un soggetto che si presentava in pronto soccorso con un quadro stabile nel giro di qualche ora poteva diventare grave, intuire queste dinamiche per salvare vite umane, rispondere agli sguardi impauriti dei pazienti, dietro le mascherine, dietro i caschi, con messaggi di conforto, con sorrisi, per dare coraggio e speranza, per raccontare come un nemico invisibile con il quale, oggi, bisogna convivere.