No, non è stato un anno facile. Per niente. Non lo è stato per le famiglie, costrette a fare i conti con l’aumento dei prezzi; non lo è stato per le attività, messe in crisi dall’assurdo incremento delle bollette; non lo è stato, infine, per le associazioni del terzo settore, dimenticate proprio nel momento socio-economico peggiore per il paese.
Però c’è stata una ripresa. È indubbio. Una ripresa di entusiasmo, se non altro. Il 2020 e il 2021 sono stati anni terribili – e, ci auguriamo, irripetibili – a causa della pandemia e, più ancora, delle innaturali restrizioni che ne sono seguite e che hanno minato le libertà individuali dell’uomo nonché la sua congenita tendenza alla socialità.
Finalmente via le mascherine – anche se qualcuno, ostinatamente, continua a indossarle -, via il ‘green pass’ (per qualcuno, addirittura, incostituzionale), via il gel anti-batterico obbligatorio; via il distanziamento sociale (un obbrobrio), via la ‘caccia agli untori’ (di manzoniana memoria), via la sensazione di sentirsi ‘appestati’ solo per uno starnuto di troppo; e ancora: via l’incubo di uscire e di sentirsi dei ‘fuori-legge’, via le certificazioni per andare a fare la spesa (!), via i tamponi, le quarantene (effettive e preventive); via i bollettini giornalieri sanitari (più simili a veri e propri bollettini di guerra) che, per due anni, hanno terrorizzato le persone; via i dpcm, dispotici ed odiosi; via la dad, i banchi con le rotelle (milioni buttati nel cesso), le tesi di laurea a distanza (tristissime); via le feste passate in solitudine, lontani dai propri cari; via il ‘coprifuoco’ (il coprifuoco!)...
No, via, se si pensa a cosa sono stati questi ultimi due anni vengono i brividi. Qualcosa sopravvive ancora: il Covid non è sparito (anzi), ma si è indebolito; le mascherine sono ancora obbligatorie negli ospedali; il gel igienizzante, per chi vuole, è sempre a portata di mano… Però la ‘normalità’ sembra essersi riappropriata di noi. E noi di lei.
Allegria, spensieratezza, felicità, baci, sorrisi: gli scatti del bravo Tommaso Teora sembrano restituirci soprattutto questo. In una parola: speranza. Le persone, quest’anno, hanno dimostrato di aver voglia di svagarsi e dimenticare – magari per qualche ora – le cupe ombre del recente passato.
Castelnuovo ha voglia di ripartire, di far festa. Certo, l’ultima ‘mazzata’ delle restrizioni alcoliche per la vigilia di Natale non ha aiutato… Però i castelnuovesi sono tosti: puoi togliergli tutto, ma mai l’amore alla vita. Quello ce l’hanno dentro. Nel dna. Indistruttibile.
Foto di Tommaso Teora
Castelnuovo, l’anno della ‘ripartenza’: il bilancio del 2022 nei bellissimi scatti di Tommaso Teora
Scritto da andrea cosimini
Castelnuovo
30 Dicembre 2022
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