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Scritto da Redazione
Castelnuovo
22 Gennaio 2020

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Francolino Bondi ci riceve nella sua casa in centro Castelnuovo. Dalla finestra della sala dove il padrone di casa ci fa accomodare, si vede la Rocca Ariostesca, che domina il centro. La giornata è fredda e il cielo è azzurro, la sottostante piazza Umberto I, è percorsa da persone infreddolite che l'attraversano velocemente. Bondi ci serve un caffè, è gentile e sorridente, vestito elegantemente, con gli immancabili gemelli alle maniche della camicia. Ci fa accomodare in un divano.

E così "Prima Castelnuovo", la vivace associazione culturale e “politica” inventata dallo stesso presidente del consiglio comunale castelnuovese, dieci anni fa, ha chiuso i battenti. Se vogliamo, anche un po’ a sorpresa. Il perché lo chiediamo proprio al suo fondatore che, meglio di chiunque altro - pensiamo -, ci potrà dire come sono andate le cose.

Caro presidente Bondi, cosa è successo?

Non è successo niente di particolare. Semplicemente, dopo tutti questi anni di onorata attività e di quotidiano impegno, si è ritenuto - il consiglio direttivo con il presidente Ugo Mazzei in testa - che erano venute meno le condizioni per continuare ad andare avanti nelle nostre iniziative con la dovuta energia e rappresentatività.

Ci può spiegare meglio?

L’associazione nacque sul finire del 2010 con l’intento di dare una scossa ad un ambiente che vedevamo in generale ripiegato su se stesso, con amministrazioni comunali che ci davano l’impressione di esser prive dei necessari stimoli e, almeno apparentemente, rassegnate ad una situazione socio economico quanto meno stagnante e alla perdita, o meglio, alla rinuncia, da parte di Castelnuovo, ad esercitare un ruolo di riferimento nella Valle. Abbiamo iniziato subito con precisi segnali sia in campo culturale che amministrativo. Sul piano culturale, eventi indimenticabili e che penso abbiano rappresentato qualcosa d'importante, non solo per la nostra città, sono stati indubbiamente quelli che hanno visto a Castelnuovo la presenza di personaggi come Roberto Gervaso, Franco Cardini (che ho incontrato proprio l’altro giorno a Lucca in occasione di una sua magistrale, avvincente conferenza sulla Cattedrale di san Martino), Massimo Fini, Giancarlo Mazzuca, Paolo Buchignani, lo scrittore e regista armeno Vasken Berberian, Fabio Torriero, Gianfelice Facchetti, Alberto di Majo e tanti altri giornalisti e scrittori fra i quali lo stesso direttore del vostro giornale Aldo Grandi che venne da noi a presentare il suo interessante libro su Almirante.

C'è stata una giornata che ricorda con particolare piacere?

Una giornata per me indimenticabile resta il 21 settembre 2013, per l’omaggio a don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, nel XX anniversario della scomparsa, a quel tempo non certo conosciuto come oggi, giornata che vide principale protagonista il celebre Vescovo Emerito di Ivrea e presidente del Centro Studi di Pax Christi, Luigi Bettazzi. Interessanti e coinvolgenti gli incontri nelle festività natalizie con l’annuale premio “Castelnuovo per amico”, assegnato al nostro campione automobilistico Paolo Andreucci, agli Autieri Garfagnana, alla Stazione Carabinieri di Castelnuovo, al giornalista e scrittore Mario Bernardi Guardi e a Paolo del Debbio.

Sotto il profilo politico-amministrativo?

Per quanto riguarda l’aspetto più propriamente politico-amministrativo, l’associazione si trovò ad operare in un periodo molto particolare soprattutto da quando fu annunciato il progetto della costruzione di un unico ospedale per la Garfagnana e Media Valle del Serchio, con la conseguente chiusura dei due presidi di Castelnuovo e Barga. Io ero già a quel tempo consigliere comunale e, quando il sindaco portò in consiglio il documento approvato dalla conferenza zonale dei sindaci, documento ricco di informazioni ma privo, secondo me e il consigliere Italo Bertoncini, di un riferimento fondamentale relativo alla ubicazione del futuro complesso ospedaliero, capii subito che lo scopo di questa bella iniziativa era non tanto quella di fare un ospedale nuovo, quanto quella di portar via l’ospedale da Castelnuovo con tutte le conseguenze negative e drammatiche che per tutta la nostra valle sarebbero seguite. E che eravamo nel giusto, i fatti che sono susseguiti da allora in poi, lo hanno ampiamente dimostrato. Prima Castelnuovo si è battuta senza risparmio e con tutte le forze di cui disponeva per salvare il nostro ospedale e, se il pericolo alla fine fu scongiurato, un po’ di merito, me lo si lasci dire, si deve anche a noi.

E ora, per quanto rigurada la sanità in Garfagnana, va tutto bene? Di uno spazio culturale di un certo spessore non c’è più necessità?

No, no, tutto bene sicuramente non va. Sono diverse le cose che non vanno come dovrebbero e c’è continuamente bisogno di grande attenzione perché il Santa Croce funzioni secondo i bisogni e le aspettative della gente. Ma, ora come ora, penso non occorra ci sia un’associazione che debba scendere in campo per far valere i diritti della Garfagnana. Le istituzioni dovrebbero bastare. Per quanto riguarda l’aspetto culturale, l’amministrazione Tagliasacchi si muove con iniziative di qualità. Una per tutte l’importante rassegna estiva con un cartellone di grande successo. Quindi anche sotto questo aspetto, diciamo così, non c’è più bisogno di noi. E allora, come detto all’inizio, Prima Castelnuovo ritiene di aver fatto il suo tempo e, pur con tutto il rammarico e che si può immaginare, cala dignitosamente il sipario.

Approfitto della circostanza per ringraziare di cuore Ugo Mazzei, Italo Bertoncini, Silvio Suffredini, Sauro Macieri, Grazia Poli e Sergio Dini amici e collaboratori dall’inizio alla fine. Senza di loro l’associazione non avrebbe potuto far niente. Un grazie particolare al professore Mario Bernardi Guardi, giornalista e scrittore di razza, grandissimo e generoso amico che non ci ha mai fatto mancare il suo contributo essenziale per la riuscita di tante iniziative. L’avventura di Prima Castelnuovo finisce qui, ma cari castelnuovesi, non sentitevi troppo al sicuro. Qualcosa di nuovo, noi di Prima Castelnuovo, potremmo ancora inventare.

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