Questo novembre si è colorato di arancione grazie al lavoro della commissione pari opportunità del comune di Barga, che si è impegnata per sensibilizzare la comunità in prospettiva della giornata contro la violenza sulle donne: a maggio fu promossa una rubrica dal nome “parità di genere nel linguaggio lavorativo" mentre in questo mese (sempre via social) con due appuntamenti a settimana, la pagina Facebook della commissione si è riempita di vari post contenenti informazioni utili sulle forme di violenza, sui dati e sui contatti necessari in caso di pericolo, curati dalle donne della commissione.
“Il nostro obiettivo era quello di colorare il comune di arancione (anche attraverso il dialogo con i commercianti) ed inoltre abbiamo avuto un enorme riscontro online ad esempio con l'inserzione per l'immagine profilo Facebook “Io dico no alla violenza sulle donne" che è stata condivisa molteplici volte, anche fuori comune.” Queste le parole di Beatrice Balducci, consigliere comunale con delega alle pari opportunità, che poi continua spiegando; “Un’altra iniziativa molto carina è stata quella del collage con foto di membri della commissione pari opportunità e dell’amministrazione comunale, ritratti con gadget quali borracce e porta mascherine con i contatti del centro antiviolenza (1522) che possono essere richiesti per email a
Come ci tiene a ricordare Beatrice, il numero è contattabile 24 ore su 24 e all’altro capo del telefono vi sono solo operatrici specializzate. “Dobbiamo far capire alle donne che non sono mai sole - conclude - anche perché questa emergenza ha incrementato in modo preoccupante i casi di violenza domestica.”
Secondo i dati ISTAT infatti il numero antiviolenza e stalking 1522, attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno, nel 2019 (pur sottraendo quelle fatte per errore o per scherzo, o per molestare) ha ricevuto 21.290 chiamate valide, circa 58 chiamate al giorno (con una crescita nei mesi di novembre e dicembre grazie alla maggiore sensibilizzazione connessa alla giornata del 25.11).
Inoltre, nel 2020 durante il lockdown c’è stato un incremento della richiesta d’aiuto del 73% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e sono state uccise da gennaio a giugno 32 donne.
Parlando con una operatrice del centro antiviolenza locale “Non ti scordar di te” è emerso come nel 2019 le chiamate al centro sono state 22, un numero però da non sottovalutare: sono solo coloro che sono state nella condizione e hanno avuto le possibilità di entrare, perché un grande ostacolo è che molte non sono a conoscenza della sua esistenza, ed è per questo che serve la sensibilizzazione: “Il nostro lavoro da volontarie è quello di assistere queste donne attraverso un percorso personale - afferma - arrivando ad una soluzione che però è la donna a scegliere.”
Sempre in tema violenza, non solo fisica, un altro grandissimo problema è il modo in cui spesso si parla di questi eventi, quasi a sminuire l’atto feroce e a far trasparire il messaggio che la vittima, in fondo, “se l'è cercata".
Una persona, in questi casi, diventa due volte vittima: del predatore e della società, che ancora fatica a metabolizzare un mondo in cui se non hai colpe non puoi essere colpevole, dove si trovano tutti i pretesti per non ammettere di essere parte del problema, per non guardarlo in faccia, per negarlo nonostante vi siamo immersi dentro, senza prendere coraggio per avere la piena consapevolezza di quanto tanti piccoli atteggiamenti possano dare luogo a un problema culturale.
Perché non possiamo dare la colpa allo stupratore sottovalutando la cultura dello stupro. Perché anche solo pensare di non poter cambiare le cose ci rende parte del problema, pensare che "non posso fare niente" ci rende comunque colpevoli. Perché serve sensibilizzare, serve educazione, servono soluzioni concrete, che non sono andare a caccia di ogni uomo sulla terra e non sono andare in giro vestite con un sacco di juta, ma cercare di cambiare noi stessi e il nostro approccio alla società per cambiare anche la società stessa.