I dati economici aziendali sembrano in linea con le previsioni, eppure sono numerose le nubi che si addensano attorno al futuro di Kme Italia.
Le preoccupazioni sono numerose, e vanno da un ipotetico calo dei volumi produttivi, e di conseguenza a una diminuzione del monte ore (e degli stipendi) dei lavoratori, alla possibilità di vedere il colosso tedesco investire in altri paesi.
Al momento non ci sono comunicazioni ufficiali da parte dell’azienda, ma le notizie che circolano negli ultimi tempi hanno fatto scattare l’allarme all’interno dei sindacati di settore.
Non è un caso che Fim, Fiom e Uilm abbiano deciso di diramare un comunicato, firmato dai coordinatori nazionali Michele Folloni, Massimo Braccini e Giacomo Saisi, in cui si chiede all’azienda un confronto per discutere sul futuro degli stabilimenti di Fornaci di Barga, Firenze, Serravalle Scrivia e Brescia e per comprendere le politiche di risparmio energetico che la stessa Kme intende portare avanti.
“Riteniamo – si legge nella nota – che il settore metallurgico debba risentire della massima attenzione da parte del governo e che non vadano esclusi possibili interventi pubblici. Fim Fiom Uilm chiederanno all’azienda un incontro nazionale in plenaria per discutere dell’andamento del gruppo e delle sue prospettive”.