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Scritto da Redazione
Barga
09 Marzo 2020

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Coronavirus, un‘emergenza nazionale, anzi globale con la quale dovremo fare i conti d’ora in avanti e della quale non si conoscono ancora i tempi per un rientro nella normalità. Un’occasione, si fa per dire, nella quale si può dimostrare anche l’efficienza e la reattività di una struttura, quella sanitaria.

Purtroppo, nonostante l’impegno degli addetti ai lavori, medici in prima linea, ma anche infermieri e personale sanitario in genere, volontari delle misericordie e chi più ne ha più ne metta, dicevamo nonostante l’impegno senza soluzioni di continuità temporali di queste persone, che sono state definite da molti “i vigili del fuoco dei giorni nostri come quelli dell’11 settembre alle torri gemelle”, nonostante appunto il loro impegno, tante cose non funzionano ancora e non certo per colpa di qualcuno, ma solo per colpa di un sistema a nostro avviso male strutturato e per certi versi impreparato ad un simile evento.

In una realtà sanitaria unica al mondo, dove l’assistenza è garantita a tutti, residenti e non residenti (basta che arrivino sul territorio italiano), come è possibile che debbano mancare i d.p.i. (“dispositivi di protezione individuale”) in un ospedale come quello di Barga? Ebbene sì, questa è la denuncia fatta da due personaggi politici ben conosciuti, uno locale ed uno regionale, entrambi esponenti del partito di Fratelli d’Italia. Luca Mastronaldi, responsabile per l’ambiente per la provincia di Lucca per Fratelli d’Italia ed ex candidato a sindaco del comune di Barga e Marina Staccioli, ex consigliere regionale e candidata alle elezioni regionali che si terranno nella primavera prossima per Fratelli d’Italia, hanno denunciato quanto segue: “Sembra che nella struttura ospedaliera di Barga manchino i dispositivi di protezione individuale tanto necessari se non indispensabili per lo svolgimento del lavoro di medici ed infermieri, ancora di più necessari in queste circostanze anomale nelle quali siamo a combattere la diffusione di un virus, il Covid 19 che sta mietendo tante vittime da contaminazione. Sembra che siano finiti i gel disinfettanti e le mascherine e che i rifornitori ufficiali delle strutture ne siano sprovvisti. Operatori sanitari con il rischio infettivo che tutti i giorni ai quali dovrebbe essere riconosciuta anche un’indennità appunto da rischio infettivo”.

Questo è quanto emerso da una comunicazione fatta al nostro giornale, comunicazione della quale ci siamo voluti sincerare anche personalmente. Abbiamo provato a fare i giro delle farmacie locali chiedendo mascherine e disinfettanti per le mani, ma abbiamo ricevuto quasi sempre risposte negative. Le strutture farmaceutiche locali sono sprovviste per il momento soprattutto di mascherine, delle quali hanno fatto ordini ai grossisti ma che scarseggiano sul mercato. Forse anche una corsa all’accaparramento da parte della gente, soprattutto di mascherine, ha contribuito a fare scarseggiare il prodotto.

La cosa più grave però, se confermata, è che tali dispositivi scarseggino nelle strutture ospedaliere. "Dispositivi di protezione indispensabili oltre che per la salute dei pazienti, - affermano Mastronaldi e Staccioli – anche per garantire quella del personale ospedaliero che in queste ultime settimane sta rischiando giornalmente la propria vita  a servizio di tutti, in un momento estremamente difficile per tutti ma soprattutto per l’ambiente sanitario".

La segnalazione di Luca Mastronaldi e Marina Staccioli arriva in un momento delicato e tutti si augurano che quanto segnalato sia smentito ovvero venga risolto nel minor tempo possibile, se la cosa troverà riscontro ufficiale. Si chiedono inoltre: “Anche il presidio ospedaliero di Castelnuovo ha gli stessi problemi?” Tutti si attendono una risposta da chi è preposto alla salvaguardia della salute dei cittadini e degli operatori sanitari, comprendendo peraltro i problemi contingenti che una situazione quasi surreale come questa sta causando a tutti i livelli.

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