Ieri sera, presso la sala incontri Circular Academy dell’auditorium della Kme in via Cesare Battisti a Fornaci di Barga, si è tenuta l'audizione finale dell’inchiesta pubblica relativa al procedimento di via e al rilascio di provvedimenti autorizzativi relativi al progetto per il pirogassificatore allo stabilimento Kme.
Il presidente Giovanni Iacopetti ha illustrato la relazione finale sui lavori svolti e il giudizio sui risultati emersi in collaborazione con i commissari, l’ingegner Giancarlo Fruttuoso per Kme e Massimo Stevanin per coloro che si oppongono al progetto.
Saltando le prime venti pagine (contenenti un riassunto del processo partecipativo, una breve visione del progetto e delle osservazioni sul progetto su questa inchiesta) Iacopetti ha iniziato a leggere i risultati dell'inchiesta pubblica, contenuti nel terzo capitolo della relazione, aggiungendo inoltre che la partecipazione dei cittadini nel periodo pre covid è stata ampia e sentita, e in molti hanno proposto interventi non basati su una mera opposizione al progetto, ma argomentati sul piano tecnico anche col sostegno di specialisti nelle varie materie, comportando una cospicua raccolta di materiale utile.
Il primo e il principale tema di discussione era incentrato sulle conseguenze sociali ed economiche, dal momento che l'impianto per il recupero rifiuti non solo non sarebbe idoneo alle proposta, ma comprometterebbe anche il settore agricolo ed agrituristico, composto nelle nostre zone da numerose piccole aziende, oltre che l'apicoltura (essendo assenti studi sulle ricadute ambientali in questo campo): la regione Toscana ha infatti sempre sostenuto attivamente il lavoro agricolo del territorio.
Altro punto critico sarebbe il costo e l'impatto energetico del progetto, insostenibile e la cui autoproduzione di energia elettrica non solo non produrrebbe un effettivo risparmio, ma si andrebbe a sorvolare il concetto di economia circolare in favore di un mero incenerimento del pulper delle cartiere, che a loro volta pagherebbero tale servizio: non dovrebbe quindi sussistere un business dietro a questo progetto, e sarebbe idoneo prendere in considerazione altre idee in grado di avere una quota di autoproduzione di energia, sottolineando anche l'importanza della salvaguardia della dignità dei lavoratori e dei livelli occupazionali. Si è inoltre discusso di una possibile manifestazione in futuro, sostenuta da oltre novemila firme contrarie al progetto e anche dai sindaci di Barga e Gallicano. Anche la società proponente ha preso posizione, dibattendo tutti i punti portati avanti in precedenza e spiegando come il progetto sia invece totalmente fattibile e energicamente autosufficiente.
La tutela ambientale ha occupato anch’essa un grande spazio negli interventi, principalmente facendo notare che la Garfagnana con la sua conformazione geomorfologica non è adatta a tale progetto, rischiando di creare una zona altamente inquinata: è stato quindi chiesto di riesaminare la situazione con una diversa metodologia d'indagine rispetto a quella usata dall'azienda.
Si è poi continuato riassumendo le considerazioni finali dei processi partecipativi, infine proponendo un dibattito tra i presenti in sala.