Con la vita sociale ed economica del paese pressochè azzerata, ovviamente, lo sport diventa l’ultima delle preoccupazioni. Va evidenziato che il mondo sportivo dilettantistico, a suo tempo, aveva dimostrato sensibilità e una responsabilità fuori dal comune, mettendo di fronte a tutto la salute pubblica e l’incolumità dei propri atleti: era infatti il 5 marzo quando la Lega Dilettanti della F.I.G.C. aveva sospeso in via cautelare tutta la propria attività. Grande spinta a questa decisione era arrivata dalle stesse società che, di fronte a fantascientifiche ipotesi di gare a porte chiuse, si erano opposte facendo pressioni sugli organi competenti per la sospensione. Una scelta che evidentemente qualcuno non ha assecondato, soprattutto il calcio professionistico che si è ostinato fino all’ultimo a scendere in campo, con conseguenze, alla luce dei fatti, disastrose.
Oggi abbiamo svolto un’inchiesta nel mondo del calcio dilettantistico della Valle del Serchio, per capire come gli addetti ai lavori stanno vivendo questo momento difficile. Inutile anticipare che il pensiero di tutti non va al campo da gioco bensì alla salute della collettività e al superamento del momento, perché significherebbe ricominciare la vita normale. Tuttavia ci vengono offerti spunti su quello che sarà il futuro del territorio, prima dal punto di vista economico, poi sportivo: c’è grandissima preoccupazione e paura.
Ciò traspare dalle parole di Giovanni Risoli, presidente del Valle di Ottavo, società di settore giovanile: “Ce ne stiamo tutti a casa, ovviamente, mantenendo i rapporti umani nell’unico modo possibile, cellulare, computer. Coi ragazzi inizialmente c’erano programmi di allenamento da fare a casa, ma poi con le nuove restrizioni sono diventati difficili da effettuare, per qualcuno impossibile”.
Difficile adesso pensare ad una ripartenza, addirittura per il calcio giovanile appare molto probabile la fine della stagione. “Oggi è impossibile fare ipotesi, ma se penso a quella che potrebbe essere la ripartenza della prossima stagione, ho i brividi. L’Italia vive un periodo paragonabile ad una guerra, economicamente ne uscirà in parte a pezzi, il mondo sportivo rischia il collasso. Penso solamente alle tante società come la nostra che dovranno rinunciare ai tornei di primavera, con quale coraggio potremo chiedere sponsor alle aziende del territorio che oggi sono chiuse? La Federazione ci dovrà supportare in qualche maniera, sarà impossibile per tutti sostenere le spese di sempre, ma penso anche alle difficoltà organizzative, come le centinaia di visite mediche di idoneità che gli ospedali non saranno in grado di organizzare in così poco tempo. Se non ci aiuteranno, tante società chiuderanno i battenti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda a Castelnuovo, dove la società, prima della pubblicazione del comunicato della sospensione, aveva fermato anche gli allenamenti di tutte le proprie squadre. Allora non tutti capirono la decisione, poi dimostratasi la più saggia. I vari allenatori e dirigenti restano in contatto grazie a internet con i calciatori: ci si continua ad allenare, ciascuno nella propria abitazione, con programmi fisici personalizzati, anche se non è facile.
Un pensiero arriva dall’allenatore della Juniores Alan Renucci: “Vivere questa situazione non è facile, ma sono ottimista. Per quanto riguarda i ragazzi, ci sentiamo molto in questi giorni, visto il rapporto bellissimo che abbiamo instaurato, grazie ai social. Ho preparato un programma per i ragazzi di attività fisica da svolgere esclusivamente presso la propria abitazione. Non so quando e se potremo ripartire, la salute è la cosa primaria e sono sicuro che le autorità prenderanno le decisioni giuste”.
Anche al Ghiviborgo si sta attendendo l’evoluzione della situazione: i calciatori sono rientrati tutti alle proprie abitazioni, ad eccezione di tre calciatori, tra cui un argentino e un brasiliano, rimasti in Garfagnana. Lo staff tecnico ha preparato un programma di allenamento da svolgere a casa.
Ivano Orsi (Diavoli Neri Gorfigliano): “Inizialmente avevamo fatto programmi di allenamento individuali, poi quando c è stata la prima stretta del decreto ci siamo subito bloccati, chi vuole e soprattutto ne ha le possibilità, fa qualche lavoro fisico a casa, senza la possibilità di correre, col calcio c’è poco a che fare. Personalmente mi auguro che tutto venga bloccato perché ripartire sarebbe veramente difficile, e onestamente chi vive calcio non può neanche pensarlo”.
Tutto fermo anche per il River Pieve, brillante realtà di Promozione. “I ragazzi non si allenano – ci dicono dalla società – al di là di esercizi fisici, ciascuno a casa propria, anche per trascorrere il tempo. Cerchiamo di mantenere il morale alto, restiamo in contatto grazie ad internet ed al cellulare, i ragazzi non vedono l’ora che tutto questo finisca per poter ripensare al campo. Ci teniamo a concludere questa stagione iniziata ad agosto, abbiamo fatto tanti sacrifici per arrivare a questo punto e sarebbe bello concludere in bellezza, fermo restando, ovviamente che il mondo si rimetta in moto”.
Programma di allenamento “casalingo” anche per i calciatori del Pieve Fosciana, dove l’allenatore della prima squadra fornisce alla squadra schede di attività da svolgere singolarmente a casa. Stesse modalità anche per la squadra del Pontecosi Lagosì, con mister Mugnaini che ha preparato una tabella da fare in casa.
Interessante il punto di vista dell’allenatore del Molazzana, Daniele Compagnone: “Tutti sappiamo quello che stanno vivendo la nostra nazione e il mondo. Stiamo combattendo un nemico invisibile che sta mettendo a durissima prova la sanità e che metterà a durissima prova l’aspetto sociale ed economico dell’intera nazione. Prima di parlare di calcio mando un grande abbraccio ai familiari delle vittime e spero che le tantissime persone che sono in terapia intensiva riescano velocemente a sconfiggere questo virus. A Molazzana ci auguriamo che passi questo stato di emergenza e che in primis sia tutelata la salute di tutti noi e pertanto venga sconfitto questo nemico, dopo di che potremo iniziare a pensare alla ripresa graduale della vita che facevamo un mese fa. Chiaramente, dal punto di vista tecnico, abbiamo preparato, io e il mio staff, un programma di lavoro che i ragazzi devono seguire in casa per tre volte alla settimana, anche se non è facile per una serie di motivazioni”.
Gli fa eco il Vagli Sotto, per voce del segretario Diego Balducci: “Il momento non è davvero facile, siamo passati dal pianificare la settimana al vivere alla giornata e infine al blocco di tutto. I ragazzi, prima dei vari decreti, avevano un programma atletico fornito dall’allenatore, da realizzare in maniera individuale e sono stati tutti all’altezza della situazione seguendo il programma a loro dato
Adesso siamo davvero costretti alla vita tra le quattro mura o poco più per cercare di risolvere quanto prima e al meglio questa spiacevole situazione ma siamo certi, vista la professionalità dei ragazzi, che stiano continuando a tenersi in forma”