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Scritto da Redazione
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01 Gennaio 2020

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di Mario Giuseppe Coltelli, presidente della sezione ENAL CACCIA PT di Vagli, in merito alla vicenda degli ibridi uccisi durante una battuta di caccia in zona “Penna del Sasso”.

“Non mi sono mai pronunciato sulla vicenda dell’uccisione di cinque maialini a Vagli, come riportato negli articoli di giornale di questi giorni, ma, dopo aver attentamente letto ed essermi documentato, ho ritenuto che fosse giusto dire la mia in merito, sia come presidente della locale sezione ENAL CACCIA PT di Vagli Sotto sia come ex responsabile della squadra di caccia al cinghiale n. 40 ovvero la squadra di Vagli.

Credo che, come prima cosa, ci sia da rimarcare come la minoranza consigliare, sempre attenta agli eventi che avvengono sul territorio comunale, abbia raccontato quello che è successo, ma sono rimasto stupito dalle risposte date dall’attuale responsabile della squadra di cinghiale quando, in un articolo della Gazzetta del Serchio di giovedì 19 dicembre, afferma: “Sottolineo inoltre che non si è trattato di maialini ma di maiali senza un padrone scappati dal bioparco……. e ancora l’unico animale che è stato ammazzato in quel modo (a pugnalate) è un animale che era ferito e cascato sulla strada asfaltata”; poi in un successivo articolo apparso su un giornale il 20 dicembre si cerca di riparare alle affermazioni fatte in precedenza. Non credo che gli articoli siano farina del suo sacco, ma siano stati scritti da qualche “luminare” che peraltro non sa nemmeno quello che dice non conoscendo la materia e quindi scrivendo delle assolute inesattezze, ma so che le affermazioni fatte alla stampa hanno trascinato nel ridicolo e anche in conseguenze che probabilmente arriveranno un’intera squadra forse ignara di quello che stava accadendo. 

Apprezzo con immenso piacere che il comune di Vagli Sotto non abbia autorizzato alcun tipo di abbattimento con alcun atto, come affermato dal vice sindaco, e che venga così reso ridicolo quel cacciatore che ha affermato davanti ad altri cacciatori che si era recato in comune per ritirare l’autorizzazione per effettuare l’abbattimento e la cacciata in una zona dove certamente gli organi preposti dovrebbero provvedere a chiudere l’attività venatoria, visto che in quell’area, “Penna del Sasso”, esiste una chiusa di proprietà A.S.B.U.C. ed insiste un’attrazione qual è il Volo dell’Angelo che, a detta degli amministratori comunali, richiama centinaia di migliaia di visitatori; quindi come si può pensare di cacciare in quell’area dove, oltretutto, passa una strada sterrata dove transitano mezzi della Vagli Park che portano le centinaia di migliaia di persone al volo?

Facciamo un passo indietro, nel mese di ottobre, una signora di Vagli, che ha subito notevoli danni nei pressi della propria abitazione e addirittura anche nelle immediate vicinanze della stessa, si era recata presso gli uffici A.T.C. per chiedere spiegazioni e le funzionarie le avevano consigliato di aprire un NUI (numero unico d’intervento) presso la Regione, la quale avrebbe poi investito l’ATC Lucca 12, che a sua volta doveva contattare i cacciatori iscritti al registro per la caccia in Art. 37, comunicare i nominativi alla polizia provinciale che sotto la sua sorveglianza avrebbe provveduto all’abbattimento dei cinghiali, non certo dei maiali (che essendo fuggiti dal bio parco, come affermato, era più opportuno catturare e riportare all’interno dello stesso), una volta abbattuti i cinghiali sarebbero stati trasportati nel C.S. (centro di sosta) a Pescia. Ora, una tale operazione avrebbe fatto sì che venissero segnalati danni anche nel distretto 14 (nel territorio di Vagli) con la conseguenza che anche nel nostro comune venissero istituite aree non vocate (nelle quali viene preclusa la caccia in braccata); probabilmente, per evitare questo, il responsabile della squadra di caccia al cinghiale ha comunicato all’ATC Lucca 12 che avrebbe proceduto con la squadra in braccata, quindi di non attivare il NUI. Così è stato, si è proceduto in braccata e peraltro neanche con tutta la squadra, visto che come alcuni cacciatori mi hanno riferito, neanche sono stati avvisati.

A fronte di tutto ciò mi domando: ma che senso aveva affermare che la squadra era autorizzata dall’ATC o, ancor peggio, dal Corpo Forestale dello Stato o Forestali Provinciali, come riportato negli articoli, visto che questi organi non hanno il potere di autorizzare quel tipo di abbattimenti? Ne è la dimostrazione la secca smentita del presidente ATC nell’articolo apparso sulla Gazzetta del Serchio del 20 dicembre, ATC che credo dovrà tutelarsi anche nelle sedi legali competenti contro le affermazioni false nel caso non vengano ritrattate e smentite.

Per chiudere queste mie considerazioni in merito, vorrei esortare il responsabile della squadra a fare più attenzione nella gestione della stessa ormai ridotta al 40 per cento di cacciatori residenti e 60 per cento di cacciatori non residenti, e non sciupare un “giocattolino” creato dal sottoscritto assieme ai cacciatori di Vagli con tanto sacrificio e che ora si sta rompendo, anzi è rotto e, forse, irreparabilmente. Inoltre lo esorto a rileggersi bene la normativa che non prevede di portare in battuta o alle postazioni, persone che non sono in possesso della regolare licenza di caccia; mi auguro che ciò non accada, o meglio che non sia accaduto, per il bene di tutti, ma in particolare per il bene di una squadra che certo non merita tutto questo”.

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