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Scritto da Redazione
Rubriche
17 Gennaio 2020

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento della nostra collaboratrice Anna Vagli diretto alla dottoressa Roberta Bruzzone a seguito della polemica divampata nel corso della trasmissione Storie d'Italia di Eleonora Daniele e in risposta a quanto scritto sul proprio profilo facebook dalla stessa criminologa. Ecco il testo apparso su facebook:

Non amo chi si attribuisce competenze che non possiede e fa affermazioni senza avere piena conoscenza degli atti...soprattutto non amo chi “modifica” le informazioni ad arte utilizzando il mio nome...per questo motivo tempo fa ho allontanato Anna Vagli dal mio team, le ho intimato di cancellare ogni riferimento fasullo a presunte collaborazioni mai realmente avvenute e a ruoli che lei non ha mai svolto all’interno della organizzazione e di alcuni eventi. Ci sono numerosi messaggi e mail che certificato come è avvenuto il suo allontanamento anche dal team di collaboratori dell’associazione “A pista fredda”. E tutto ciò è avvenuto con la votazione di tutto il team all’unanimità. Il problema non è certamente stato la pubblicazione in un giornaletto locale di uno dei suoi pezzi che indubbiamente ho trovato superficiale e discutibile, soprattutto perché trattava temi che la Vagli, non essendo ne’ psicologa ne’ psichiatra, non ha alcun titolo o competenza per trattare. Chi mi conosce e mi segue da anni sa bene che non tollero questo genere di “incursioni” indebite in aree professionali così delicate e complesse.
È per questo atteggiamento decisamente discutibile che non ho più voluto avere niente a che fare con lei come ho ribadito oggi in trasmissione.

È giusto per chiarire in via generale la questione “titoli”:
Io ai miei corsi e master spiego molto bene e ripetutamente come utilizzare competenze di area criminologica in base al tipo di studi svolti senza sconfinare nella più svilente e superficiale tuttologia.

Purtroppo non tutti recepiscono il messaggio correttamente.

Ai miei corsi insegno anche a sostenere le proprie ragioni scientifiche senza andare a piangere da “papino” quando le proprie argomentazioni vengono clamorosamente demolite.

Ma Anche questo insegnamento non è stato recepito da tutti evidentemente ????????????????????????????.

Ho l’onore di aver formato migliaia di persone. Molte di queste operano nel settore con competenza e serietà scientifica.

Poi ci sono state alcune persone che hanno preferito seguire altre vie... ancor più evanescenti del fumo delle sigarette elettroniche. Ma di questi soggetti ormai è’ chiaro a tutti il reale valore viste le figuracce già maturate. Io sono ben lieta di aver allontanato questi soggetti abbandonandoli al loro ineludibile destino.

Per quanto riguarda la vagli, il suo intervento di ieri è stato decisamente improbabile sotto ogni punto di vista. Non era in grado di argomentare sotto nessun profilo. A tratti balbettava senza mai opporre argomenti solidi. Devo dire che la qualità dei miei allievi solitamente è ben altra. Mi dispiace per lei, davvero. Avevo conosciuto una ragazza volenterosa che ho aiutato a più riprese perché in evidente difficoltà anche con la pratica forense segnalandola ad un importante studio legale penale di Pisa. Ma anche di questo aiuto mi ha fatto pentire perché anche li’ le cose non sono andate per il verso giusto.

L’articolo stile “piccola fiammiferaia” l’ho trovato decisamente divertente. Un po’ “tardoadolescenziale” ma divertente ???????????????????????????????????????? mi sembrava di leggere il prequel di un improbabile mix tra libro cuore e il silenzio degli innocenti ????????????????????????????

Ed ecco la risposta di Anna Vagli:

Ho riflettuto parecchio se rispondere pubblicamente alla Dottoressa Bruzzone per evitare di abbassarmi a teatrini che certo non rientrano nella mia professionalità né tanto meno hanno qualcosa a che vedere con l’etica e la serietà che mi contraddistingue. Prima di sconfessare il post meschino e non veritiero di cui sono protagonista voglio in prima battuta ringraziare i miei lettori. Se ieri ho avuto la possibilità di essere in diretta su Rai 1, a soli trent’anni e per discutere di argomenti di un certo calibro, è grazie anche a voi che da quasi ormai due anni seguite con passione la mia rubrica “Sulla Scena del Crimine”. Chi mi conosce sa quanto io abbia investito, e non solo in termini di tempo, per arrivare dove sono arrivata. Passione, determinazione e perseveranza sono qualità che portano al raggiungimento di qualsiasi obiettivo che ci si prefigge. Ma torniamo a noi.

Visto che sono state messe in discussione le mie qualifiche ripercorriamo una ad una le tappe della mia formazione. Mette conto un inciso. Quello che scriverò in queste righe – supportate da carta che canta – non serve a dimostrare quello che valgo ma semplicemente che talvolta, quando ci vengono pestati i piedi, bisogna imparare a dire “ahi!”.

Ho conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università di Pisa (uno dei primi atenei d’Italia) e DUE CERTIFICATI DI QUALIFICA PROFESSIONALE (I livello e livello AVANZATO) presso la CSI ACADEMY di Roma (scuola della dottoressa) con la votazione di 110 E LODE su 110 e lode. La qualifica professionale (come potete accertare con i vostri occhi dalle foto in allegato) è quella di: ESPERTA IN SCIENZE FORENSI, CRIMINOLOGIA E PSICOLOGIA INVESTIGATIVA, SOPRALLUOGO TECNICO SULLA SCENA DEL CRIMINE E CRIMINAL PROFILING.

Ebbene, mi sfugge un passaggio. La dottoressa Bruzzone con la sua scuola rilascia titoli che poi non vuole vengano spesi? O forse ieri ha lasciato intendere che i suoi titoli non valgono? C’è forse una contraddizione in termini?

Anna ha titoli rilasciati dalla scuola di Roberta Bruzzone, Roberta Bruzzone dichiara che i titoli di Anna non valgono ERGO i titoli che rilascia la Dottoressa, dietro compenso, non hanno valenza? Ognuno tragga le proprie conclusioni.

Passiamo al discorso convegni e seminari. Purtroppo anche su questo punto mi trovo costretta a dover smentire carta alla mano. Mi dispiace, e questo è forse il punto che mi duole di più, perché io per portare sul mio territorio i seminari di cui lei parla ho speso tanto in termini di tempo, denaro e fatica. Non me ne pento, lo scopo principale era benefico e tornassi indietro rifarei tutto quello che ho fatto perché è servito per aiutare persone meno fortunate di me e che sicuramente si trovano ad affrontare battaglie ben peggiori di un botta e risposta mediatico. Sono affranta perché durante quell’organizzazione ho conosciuto persone meravigliose, una grande famiglia che mi ha portato a toccare con mano il volontariato. Sono stata a Roma a distribuire pasti caldi ai senza tetto e a regalare un sorriso a chi da anni non sa che cosa sia. Sono esperienze che mi hanno cambiata e che mi hanno fatta desistere parecchio anche da questo articolo. Però è anche giusto dare a Cesare ciò che è di Cesare.

Mi sono adoperata nel raccogliere fondi, ho cercato sponsor affinché la Onlus di cui la Dottoressa è vicepresidente, potesse aiutare le donne vittime di violenza. Nel ribadire lo squallore a cui mi sto abbassando, qualora la discussione dovesse proseguire, mi vedrò costretta anche ad allegare tutti i passaggi occorsi per organizzare quegli eventi. Comunque, nonostante sia stata invitata a togliere dai miei profili le locandine in questione, è tutto rinvenibile su internet.

Su sollecitazione della dottoressa, che non aveva digerito uno dei miei articoli (tutti pubblici), ho tolto dai miei canali social le foto che attestavano gli eventi di cui sopra, senza naturalmente poter pretendere che il comune di turno potesse soddisfare determinate richieste. A questo proposito, ci tengo a ribadirlo, non li ho eliminati perché temessi qualcosa o qualcuno ma semplicemente per dimostrare che posso essere Anna Vagli senza sfruttare nessuna scia.

Per quel che attiene il mio dominus, sono rimasta in buoni rapporti e proprio non capisco a cosa si riferisca la dottoressa. Anche su questo punto c’è un post sul mio profilo facebook che testimonia il bel contesto in cui ci siamo salutate per la fine della mia pratica forense.

Quanto al discorso psicologico o psichiatrico, non ho mai aperto studi, non ho mai ricevuto nessun paziente o altro che attenga strettamente alla professione medica. E, allo stesso modo, ieri, mi è sembrato un dibattito – quanto meno il mio – incentrato su argomenti processuali e con i quali la psicologia ha ben poco a che fare. Il resto è aria fritta perché esiste un articolo che è il 21 della Costituzione che tutela la libertà di manifestazione del pensiero. Ed io, Anna Vagli, ho sempre osservato le regole. Come donna di legge non avrei potuto fare altrimenti. Nel ribadire lo squallore che contraddistingue questo botta e risposta, e che esula completamente dalle mie caratteristiche, ho ritenuto opportuno dover chiarire alcuni punti. Per il resto proseguono i miei lavori e pubblicazioni, dei quali avrete notizia già a partire dalla prossima settimana. Quanto ai miei lettori ci troviamo presto sulla “Scena del Crimine”.

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