Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera degli insegnanti della scuola secondaria di primo grado di Camporgiano che, giustamente, si chiedono come sia possibile che, in piena pandemia, la scuola venga "sacrificata" per il Rally del Ciocco:
"Nel momento particolarissimo e difficile che stiamo vivendo, per cui 9 su 10 studenti italiani sono costretti a fare didattica a distanza, in cui l'emergenza sanitaria sta nuovamente rendendo l'Italia una zona rossa con poche eccezioni nelle quali fortunatamente ad ora rientriamo, una circolare stabiliva, per ieri 13 marzo, la "sospensione del servizio di trasporto scolastico" per gli alunni che vivono nei luoghi interessati dal 44esimo Rally "Il Ciocco e Valle del Serchio".
Dopo tutte le polemiche che hanno investito il mondo della scuola in questi mesi e la necessità di dare assoluta priorità alla didattica in presenza, questa "giustificata" impossibilità di alcuni alunni di venire a scuola ci suona come un paradosso. È vero, si tratta solo di un giorno, ma il significato che i giovani (e non solo loro) colgono è: "il rally è più importante della scuola", "al rally e ai suoi possibili assembramenti non si rinuncia nemmeno nel pieno di una pandemia".
Non siamo d'accordo che la scuola sia sacrificabile di fronte a questa manifestazione che, peraltro, stona non poco con il tipo di ecoturismo a cui cui la nostra Valle punta e con la grave crisi ambientale nella quale siamo immersi".