Riceviamo e pubblichiamo questa lettera che una nostra lettrice ci ha inviato in merito a una sanzione somministrata, di questi tempi di emergenza sanitaria, al genitore che stava recandosi a portare del cibo al proprio cane da caccia in un capanno distante alcune centinaia di metri:
Buonasera,
sono qui a scrivervi per una situazione molto spiacevole verificatasi a mio padre giovedì scorso. Mio padre possiede un cane da caccia, non lo
tiene in casa, ma presso una capanna immersa nel suo possedimento completamente recintato, a circa 500 metri dalla sua abitazione ma sempre nello stesso comune di residenza. Come tutti i giorni, giovedì 26marzo si stava recando a dare da mangiare ed accudire il suo cane quando è stato fermato dai carabinieri.
Il carabiniere gli ha chiesto se il cane doveva mangiare tutti i giorni, dopodiché lo stesso gli ha riferito che avrebbe fatto le verifiche del caso per capire se tale comportamento era passibile di multa. Stamattina mio padre si è visto notificare una multa per quanto scritto sopra. Quindi, l'andare a dare da mangiare al proprio cane, a neanche 500 metri da casa, non è considerata necessità bensì oggetto di sanzione. In GARFAGNANA sono numerose le persone che hanno appezzamenti di terra con relativo bestiame di ogni sorta, galline,cani, cavalli.
Persone che giornalmente devono recarsi presso questi appezzamenti, molto spesso non siti nelle vicinanze dell'abitazione, per accudire i loro animali. A questo punto mi chiedo: dare da mangiare un essere vivente non è una comprovata necessità quotidiana? Dobbiamo farlo/farli morire di fame? Visto che mio padre accudisce il suo cane giornalmente, si deve aspettare una multa giornaliera per comportarsi umanamente nei riguardi di un essere vivente?
Quest'ultima domanda è stata posta anche al suddetto carabiniere, ma non ha ricevuto risposta. Quindi ci dobbiamo aspettare per ogni multa ricevuta (giornaliera, visto che i cani mangiano tutti i giorni come noi cristiani) un ricorso, che prevede mio padre che si sposta dalla sua abitazione per recarsi al più vicino ufficio postale, (per spedire la raccomandata contenente il ricorso), che dista circa 3 km dalla sua abitazione e dove, a differenza di una proprietà privata (terreno recintato dove tiene il suo cane) si affollano numerose persone per le più svariate esigenze.
Sono veramente rammaricata nel vedere quanto, a volte, le regole che noi tutti siamo tenuti a seguire vengono, arbitrariamente, messe in pratica. Paradossalmente, abbiamo visto padroni portare fuori il proprio cane per bisogni fisiologici anche 20 volte al giorno, solo per poter fare un passeggiata e, in questo caso, dove la necessità di una volta al giorno è quella di dare da mangiare, nutrire, sostentare il proprio cane non viene considerata una esigenza. Nonostante tutto la mia fiducia e quella della mia famiglia verso le forze dell'ordine non viene meno. Tuttavia, mi auguro che questa mia lettera possa far riflettere del suo operato la persona coinvolta e che non succeda ad altri, in quanto viviamo tutti un delicatissimo momento storico e mi pare alquanto inutile generare ulteriori difficoltà alle persone. Andrà tutto bene!