Riceviamo e pubblichiamo questo intervento, a firma di Liano Picchi (istruttore di kayak e fondatore del primo canoa club Val di Lima nel 1985) e Leonardo Di Sacco (presidente della Federazione Toscana Canoa Kayak), in merito alla centrale idroelettrica sulla Lima.
"Domani (per chi legge) é il termine ultimo per depositare le osservazioni circa la centrale idroelettrica sulla Lima.
Finalmente si capirà in maniera chiara e definitiva da che parte sono schierate la varie istituzioni coinvolte. Da un lato un torrente che dà lavoro a decine di giovani istruttori di Rafting e che anche nel difficile anno in corso ha portato nella vallata oltre 10 mila turisti; dall'altro un'anonima srl di Genova con capitale sociale 10 mila euro e nessun posto di lavoro in cambio.
Una vallata che ha bisogno di turismo come il pane e che avrebbe interessanti prospettive di sviluppo grazie alle limpide acque del torrente e alle sue belle rapide, messa sotto scacco dall'interesse di pochi e l'indifferenza di molti. Una vicenda che si protrae da anni e che sta andando avanti come un rullo compressore nonostante le rassicurazioni avute in regione, provincia e comune. Quest'ultimo in particolare dovrebbe essere in prima linea nella difesa dell'ambiente, del turismo, dei posti di lavoro e non ultimo del torrente che da il nome alla stessa vallata. Purtroppo da una serie di eventi, dobbiamo ammettere che é proprio quello su cui nutriamo più dubbi; saremo ovviamente felici di chiedere pubblicamente scusa se i nostri sospetti saranno fugati, ma altrettanto chiari nello spiegare i motivi delle nostre attuali convinzioni.
Certo é che se sarà permesso senza colpo ferire di distruggere centinaia di metri di torrente da cemento e acciaio, la credibilità di enti come la Soprintendenza e del Bacino del Serchio verrà messa in serio pericolo. Com'é possibile sostenere di dover ad ogni costo tutelare qualche vecchia mandolata di un cascinale del novecento e lasciar distruggere il letto di un torrente che ha milioni di anni?
Un capitolo a parte poi il ruolo di studiosi che partecipano per la provincia al “progetto fiume “, militano in associazioni ambientaliste e redigono studi di fattibilità per l'azienda che porta avanti il progetto".