Un antico documento d'Archivio del luglio del 1779 vergato a mano da ser Luigi Pieroni, notaio di Sassi dal 1768 al 1817 e Cancelliere della Comunità, fra le memorie dell'antico Comune, inserisce una "Notizia alli posteri e avviso per li funghi". Racconta il Cancelliere che un certo Giovanni Ferrari abitava in Sassi con moglie e sette figli; tre maschi e quattro femmine. Sembra che "la mattina dell'otto mese suddetto, giorno di giovedì, tutti mangiassero funghi, e per tutto il giovedì fino a mezza notte non sentissero alcun male. Nella mezza notte incominciò a sentirsi male Maria Caterina, moglie del detto Giovanni Ferrari ed in seguito tutti li figli, e marito, nel giorno di domenica (10 luglio) morirono in cinque, cioè la moglie suddetta alle ore italiane 8, in seguito alle dodici morì Antonia figlia, alle 16 morì Apollonia pure figlia, alle ventidue morì Giovanna similmente figlia, alle ore 9 dell'11 suddetto morì Antonio figlio, così che in una sola processione la mattina dell'11 furono portati alla chiesa e moniti delli Santissimi Sacramenti (...)". Scamparono quindi all'avvelenamento solo il marito con due figli maschi e una femmina.
Il cronista settecentesco già nel titolo dello scritto è chiaro nell'intento: darne notizia a noi, posteri, e invitare alla prudenza nella raccolta dei funghi.