Innanzitutto: grazie. Perché nella vita, nulla è scontato. Men che meno mettere alla prova un giovane senza esperienza lavorativa né titolo di studio universitario - perché questo ero dieci anni fa - buttandolo subito nella mischia e con la massima libertà per giunta.
Se fino ad oggi sono riuscito a fare questo mestiere, lo devo - anche - a quell'azzardo.
Dal 1° settembre 2022 non sarò più redattore e collaboratore fisso delle quattro Gazzette (Serchio, Lucca, Viareggio e Massa-Carrara). Cosa mi abbia spinto ad abbandonare così, apparentemente dal nulla e in maniera brusca, il giornale in cui sono cresciuto e che, umanamente e professionalmente, mi ha formato, è presto detto: la voglia di spiccare il volo, anche a costo di schiantarmi a terra.
Ho incontrato la Gazzetta del Serchio, nel 2012, quasi per caso. Era stata appena aperta e i numeri, allora, erano a dir poco impietosi. In 10 anni - di cui due da semplice lettore - ho visto crescere il progetto in maniera esponenziale, grazie anche a coloro che, con me, hanno condiviso il viaggio scendendo - chi prima, chi dopo - alla propria fermata.
Credo di essere stato una gallina producente: le mie tre uova - minimo - al giorno le ho sempre partorite (fuor di metafora, ho quotidianamente consegnato i tre o più articoli richiesti dal direttore) e, da s(t)ragista quale ero, credo di aver superato con dignità tutte le 'prove del fuoco' alle quali sono stato sottoposto.
Bere o affogare era - ed è - il motto di Aldo Grandi: ebbene, posso dire con orgoglio di aver ingoiato tanta acqua ma di non essermi mai inabissato.
Nel 2014 ho rotto bruscamente con il direttore e, probabilmente, in quel primo contrasto - come spesso accade nella vita - c'erano già i semi di quello che sarebbe sorto di nuovo otto anni dopo. Allora - ricordo - rinunciai persino al tesserino di pubblicista per il quale avevo dovuto abbandonare l'università.
Fu il primo salto nel buio.
Due anni dopo fu lo stesso direttore a richiamarmi. Nel frattempo mi ero finalmente laureato e, ricordo, il giornale aveva bisogno di nuova linfa per decollare. La vita spesso concede seconde opportunità agli audaci: la mia credo di essermela giocata bene. Oggi la Gazzetta del Serchio è un quotidiano di riferimento per la Valle e, nel recente passato, ha toccato anche vette incredibili.
Per quanto mi riguarda, non solo ho finalmente conseguito il tanto ambito tesserino, ma ho anche raggiunto un ruolo apicale all'interno dei giornali: Aldo ha voluto darmi 'le chiavi' della redazione concedendomi il lusso di imparare un mestiere del tutto nuovo rispetto al cronista. Per anni ho impaginato articoli, letto e corretto comunicati stampa, titolato, redatto e condiviso notizie sui vari social network della Gazzetta. Dal Serchio a Lucca, dalla Versilia a Massa-Carrara, ho coordinato decine e decine di collaboratori cercando di insegnare loro quanto imparato - tavolta da autodidatta - sul campo.
Mai una garanzia contrattuale: ho sempre lavorato con la consapevolezza che, alle Gazzette, tutti sono utili ma nessuno è necessario.
Ed eccoci, quindi, ad oggi. Al mio secondo salto nel buio.
Cosa farò dopo la Gazzetta? Non so. Da libero professionista, metto a disposizione - in primis - le mie qualità e competenze per le comunità che ho avuto il piacere di seguire in tutti questi anni. Mi piacerebbe diventare un riferimento per qualsiasi progetto - politico, culturale, amministrativo - che necessita di un comunicatore per essere promosso nel migliore dei modi.
Le porte sono tutte aperte. Anche - e soprattutto - quella con la Gazzetta. La cosa che mi rende più fiero è che lascio quattro giornali in salute, ben radicati sul territorio, e con ancora molti margini di crescita. Quel che avevo da dare l'ho dato e allo specchio reggo ancora lo sguardo di fronte al mio riflesso: recte agere nihil timere.
Chiudo facendo mio un altro motto del direttore: "Vola solo chi osa farlo".
In qualche modo, io ho osato. Se poi volerò, lo dirà il tempo.
Andrea Cosimini lascia le Gazzette: "Una palestra di vita, ma - come insegna il direttore - vola solo chi osa farlo"
Scritto da andrea cosimini
lettere alla gazzetta
13 Agosto 2022
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