Il Partito Comunista Italiano – Sezione Lucca e Valdiserchio interviene in merito al tema della sanità pubblica dopo l'emergenza che il nostro Paese ha dovuto affrontare in questi mesi.
"L'epidemia non è finita - esordisce il partito -, ma siamo in una situazione meno allarmante rispetto a quella di qualche settimana fa; è necessario iniziare subito un'analisi ed un'azione sul tema della sanità nel Paese e sui nostri territori, prima che le situazioni verificatesi negli ultimi mesi cadano nel dimenticatoio o siano superate nell'attenzione dalla gravità di un'altra emergenza che ci aspetta, quella economica".
"L'emergenza sanitaria - afferma il Pci -, con il drammatico carico di sofferenze che ad oggi ha comportato, ha messo in luce i molteplici gravi limiti del nostro sistema sanitario nazionale, fatto oggetto nel tempo delle politiche perseguite dai governi di centrodestra e di centrosinistra, che si sono succedute alla guida del Paese all'insegna dell'imperante cultura liberista e del dogma dell'austerità. Non possiamo non lanciare un grido di dolore e di rabbia di fronte alla "catastrofe" della sanità nel nostro Paese, alla distruzione criminale di un sistema sanitario pubblico che alcuni decenni fa poteva essere considerato un fiore all'occhiello e che oggi ha mostrato la sua totale inadeguatezza; ciò nonostante l'abnegazione di migliaia di lavoratori del settore costretti a turni massacranti ed in condizioni di lavoro difficili e non prive di rischi".
"Da un punto di vista politico - prosegue - dovremo interrogarci sulla opportunità di continuare con 20 sistemi regionali, invece che con un sistema sanitario nazionale ed universale; dovranno essere oggetto di riflessione tutti i limiti emersi, soprattutto in quelle regioni dove la sanità privata era ormai prevalente (vedi Lombardia). Il Partito Comunista Italiano ribadisce l'assoluta priorità del rilancio del sistema sanitario pubblico, con una forte impronta di programmazione e pianificazione pluriennale, basato sul servizio al cittadino, anzichè su logiche aziendalistiche. Tutto ciò non può che passare attraverso il deciso superamento della sanità privata (a cominciare da subito dalle campagne di test sierologici che dovranno essere consentiti solo in strutture pubbliche). La salute dei cittadini non può sottostare alle logiche di mercato e del profitto".
"Come PCI lucchese - sottolinea il Pci - ribadiamo la necessità assoluta di partire da un progetto che veda al centro il concetto di Sanità diffusa sul territorio, finalmente vicina ai cittadini, con il potenziamento dell'assistenza domiciliare, con particolare attenzione ai malati cronici, disabili ed anziani; a tale proposito va ripensato il modello di gestione delle residenze sanitarie, da reintrodurre totalmente in ambito pubblico, dopo che le stesse si sono rivelate, anche nel nostro territorio provinciale, un drammatico focolaio di diffusione del virus. Andranno riviste le politiche ospedaliere che, una volta depurate dalle logiche aziendalistiche, dovranno coniugare qualità del servizio con la vicinanza ai territori ed ai cittadini; in questo senso riteniamo opportuno un piano per l'utilizzo in chiave pubblica del Campo di Marte, nonché una decisa inversione nelle politiche di progressivo depotenziamento delle strutture ospedaliere della Valle del Serchio. Su questi argomenti avremo modo di scendere maggiormente in dettaglio nelle prossime settimane".
"Come Partito Comunista Italiano - conclude - ribadiamo l'esigenza di mettere in campo una nuova concezione della questione salute, che parta dalla prevenzione, dalla medicina del lavoro, dalla ricerca. Per tutti questi motivi il PCI auspica e si rende disponibile per un confronto, una piattaforma rivendicativa, tra partiti, sindacati, comitati e soggetti sociali, che intendano perseguire un cambio di rotta ed una reale alternativa alle politiche in essere, che dovrà passare per il potenziamento e la centralità della sanità pubblica".