“Il limite sui mandati era stato introdotto quale argine al potere enorme dei sindaci conferito con l’elezione diretta”: lo ricorda il Comitato per l’attuazione della costituzione (Attuacost) Valle del Serchio, dichiarandosi contrario al decreto-legge approvato nelle scorse settimane dal governo in carica.
Il decreto estende la possibilità di un terzo mandato ai sindaci dei comuni da cinquemila a 15 mila abitanti e, addirittura, toglie ogni limite in quelli sotto i cinquemila abitanti: in questi ultimi si instaura, quindi, la possibilità che qualcuno faccia il sindaco a vita. In contemporanea si è aperto il dibattito per estendere la possibilità di un terzo mandato anche ai comuni di popolazione maggiore ai 15 mila abitanti e ai presidenti di regione; l’ipotesi al momento è stata archiviata, ma alcune forze politiche, in primis la Lega, promettono di riaprire quanto prima la partita.
“Non riteniamo grave togliere i limiti di mandato in quanto tali: il problema si presenta in combinazione con una normativa elettorale e funzionale degli enti locali che conferisce poteri enormi ai sindaci, squilibrati rispetto agli altri organismi - afferma Attuacost - È un sistema conforme ad un’idea della democrazia cosiddetta decidente, dove la governabilità e la stabilità sono considerate prioritarie rispetto alla rappresentanza ed alla partecipazione. A nostro parere, non è questo lo spirito che anima la costituzione del 1948, basata sulla democrazia partecipativa, e, quindi, sulla preminenza del livello elettivo assembleare (vedi consigli comunali o regionali) rispetto agli organismi monocratici di governo (sindaci o presidenti di regione)”.
La nota emessa dal comitato prosegue affermando che l’elezione diretta dei sindaci stabilita dalla legge 81 del 1993 è sostanzialmente un’antesignana della riforma del premierato forte voluta dalla Meloni e, pertanto, non sarebbe coerente combattere tale riforma costituzionale senza una lotta che proponga il cambiamento dell'assetto elettorale e funzionale degli enti locali.
“Riteniamo fondamentale una battaglia di tutte le forze realmente democratiche, iniziando da una marcia indietro sull'abolizione dei limiti di mandato per arrivare poi successivamente ad una grande mobilitazione per una riforma della normativa enti locali in senso costituzionale ed in linea con l'ordinamento parlamentare della nostra repubblica”, conclude Attuacost.