Neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo ed ecco che, questa mattina, eccoti arrivare un'altra Pec nella quale ci viene notificata una decisione da parte del terzo collegio del consiglio di disciplina territoriale dei giornalisti del Lazio. Non c'è che dire, gli stiamo dando parecchio lavoro e altrettanti grattacapi. Sono 19 esposti disciplinari in appena tre anni. Non si contano quelli negli ultimi mesi. Per non parlare delle querele.
Apriamo il file e restiamo basiti. Siamo stati denunciati da un certo Enrico Tempestini che non si capisce bene chi sia né cosa faccia dalla mattina alla sera se non trovare il tempo per leggere un nostro articolo, scattare una foto e, accompagnandoli con un invito a verificare il rispetto delle norme deontologiche, inviarli tramite cellulare all'ordine dei giornalisti della Toscana il cui presidente, Carlo Bartoli, giornalista del quotidiano Il Tirreno nonché docente all'Università di Pisa, non ci deve avere particolarmente in simpatia. Sì, perché se avesse dato una occhiata alla segnalazione, si sarebbe reso conto che essa comprendeva appena una riga di testo, ossia nemmeno la perdita di tempo di scrivere qualcosa di senso compiuto. Semplicemente una 'denuncia' per verificare se l'articolo rappresentava una offesa verso le istituzioni pubbliche e una violazione del codice deontologico.
L'ordine della Toscana al quale, fortunatamente, non siamo iscritti da sempre, ha trasmesso l'esposto, si fa per dire, ai colleghi romani i quali hanno preso in esame la questione decidendo per l'archiviazione ed ecco qua il testo integrale:
L'esposto è pervenuto al CDT con prot. 391 dell'11 dicembre 2020, assegnato al terzo Collegio con prot. n. 8 dell'11 gennaio 2021.
Il Collegio avuto visione di quanto contenuto nel fascicolo, ha esaminato l'articolo del giornalista professionista Aldo Grandi pubblicato su La Gazzetta di Lucca il 7 novembre 2020 intitolato Caos in Corso Garibaldi al Caffè Monica: i vigili urbani chiedono i documenti ai clienti seduti a prendere un aperitivo, ma la gente si ribella.
Dopo attenta analisi della documentazione in atti e visionate le fotografie allegate al servizio, il Collegio, premesso che non si ha certezza dell'orario nel quale è stato effettuato il controllo della Polizia municipale né di quello della conseguente reazione degli avventori, si è convinto che nessun addebito possa essere elevato a carico di Aldo Grandi.
Peraltro, dal materiale fotografico non si evince né la dinamica dei fatti né la certezza dell'orario della contesa.
Questo Collegio, pur riscontrando nell'articolo di Aldo Grandi un frasario spesso 'guascone' non si ritiene che lo stesso vada a incidere sugli obblighi prescritti dalle norme di Deontologia e di Disciplina professionali.
Il terzo Collegio dopo aver sentito il Consigliere relatore ed effettuata una accurata disamina dei documenti allegati, non ritiene di dover procedere nei confronti del giornalista poiché non si riscontrano elementi contrastanti con le suddette norme.
Da quanto sopra riportato si archivia il presente procedimento non ritenendo siano intervenute violazioni alle norme deontologiche.