Non c’è dubbio, si sta scardinando un sistema. Da una parte la presunta pandemia coi suoi provvedimenti liberticidi, dall’altra papa Bergoglio che ci mette sempre del suo. La sua ultima sortita all’omelia domenicale nel giorno della festa della Divina Misericordia va ascoltata con attenzione perché, mai come in questo caso, le parole sono pietre.
“Condividere la proprietà non è comunismo, è cristianesimo allo stato puro”, ha detto il pontefice, che ha coniato anche il nuovo termine “misericordiati”, facendo rabbrividire la lingua italiana. I “misericordiati” sono i discepoli diventati, grazie al messaggio cristiano, misericordiosi. E così tutti noi: se non ci accorgiamo di essere “misericordiati”, non potremo trasformarci in misericordiosi.
Va beh, orrido giro di parole a parte, la sostanza è un’altra. Ed è in quell’invito/obbligo a condividere la proprietà, se vuoi essere un vero cristiano. Come i discepoli, i quali mettevano in comune tutto quanto possedevano. Concetti belli, bellissimi, se non fosse che la proprietà privata è sancita dalla nostra Costituzione. E il tempo dei deliri sessantottini per i quali la “proprietà è un furto” è finito da un pezzo. O almeno lo si sperava.
Cosa significano dunque queste parole di Francesco? Sono un attacco diretto e plateale alla proprietà. Che torna a essere un furto, un illecito, una vergogna se non la condividi. Ma “est modus in rebus”, esiste una misura nelle cose. Tutti sappiamo ovviamente che esiste gente con enormi ricchezze e altri che non hanno nulla e che il cristiano vero non è colui che se ne frega, ma colui che dà, nei limiti del possibile. Ma Francesco è andato oltre, ha usato, non a caso, il termine “comunismo”: condividere la proprietà non è comunismo, bensì cristianesimo. E’ tornato a sancire in modo ufficiale il “catto-comunismo”, tipico dei gesuiti sudamericani e tanto in voga dal dopoguerra in Italia, anche se ultimamente un po’ in ribasso, visti i risultati economici non proprio eccellenti ottenuti dai rappresentanti di questa ideologia finiti in massa in Parlamento da decenni.
Di questo passo, continuando a colpevolizzare la proprietà (quella normale, intendiamoci, di una casa, di un’auto, non quella di chi possiede tutto, che comunque se ne sbatte delle parole di Francesco) si finisce dritti dritti nell’inferno di regimi che si sperava archiviati. Fateci caso, l’attacco alla proprietà ormai arriva un po’ da tutte le parti. Gli italiani sono i maggiori proprietari di case in Europa, non va bene, bisogna alzargli le tasse, rimettere l’Imu sulla prima casa. Cos’è questa fissa del mattone quando in Germania, nazione modello, faro d’Europa, mezzo paese sta in affitto? L’Italia ha il più grande risparmio privato, non va bene. Tanti economisti si stanno scervellando su come coprire il debito pubblico coi risparmi delle famiglie, che potrebbe essere investito in progetti industriali e infrastrutture utili alla collettività. Ai risparmiatori si darebbero in cambio tanti bei titoli di stato. Insomma, lo scippo pian piano potrebbe essere messo a segno e, parallelamente, si sta procedendo a marce forzate, grazie al Covid, verso un cambiamento totale di abitudini e mentalità. Tutti zitti, tutti in casa, guai a chi protesta. Se cambi il cervello delle persone riesci a cambiare tutto. Prima la dittatura dei virologi, poi lo Stato militare, poi l’esproprio. Tutto si può fare, basta che la gente sia sottomessa e ubbidisca per paura di morire. Il primo SI’, quello più pericoloso, è stato detto a marzo di un anno fa: tutti chiusi e contenti di esserlo. Visto che ha funzionato, il gioco si può ripetere all’infinito con mille altre varianti.
E’ morto nonno quindi hai una stanza libera? E sei così egoista da tenertela tutta per te? No, devi aprire casa tua ai tanti derelitti, sfrattati, disoccupati (creati dai governanti). C’è l’avallo di papa Francesco: non sei cristiano se non condividi. Sei vedovo/vedova e vivi solo in una casa troppo grande? Basta, apriti alla misericordia e ospita chi ti diranno di ospitare. Naturalmente, bollette, tasse, manutenzione devono rimanere a carico tuo, schifoso proprietario di casa. Te la sei fatta con tanti sacrifici, e una vita di lavoro? Non importa, c’è chi non ha potuto lavorare e quindi va sostenuto.
Avete presente le coabitazioni dell’ex regime sovietico? Ecco, quelle sono cosa buona e giusta, nel nome del catto-comunismo. O gli sfollati del dopoguerra sistemati alla bell’e meglio in altri appartamenti , visto che avevano perso il loro? Ma quella fu una cosa transitoria, e soprattutto si voleva ricostruire. Adesso si vuole distruggere. E quale migliore occasione per distruggere di una guerra? Quella che TUTTI ci stanno spacciando come tale, la “lotta” al virus. Ce lo ripetono da oltre un anno in tutte le salse, e c’è pure il coprifuoco, simbolo massimo dei periodi bellici. Tanta gente è già finita per strada, apriamoci! Chi muore ha lasciato un posto libero, deve essere rimpiazzato. E soprattutto i vivi vanno colpevolizzati. Sempre e in tutti i modi possibili. Altrimenti da “misericordiati” non diventerete mai misericordiosi.