Il gruppo consiliare di minoranza "Uniti per Gallicano" critica il mancato impegno economico con fondi del comune per coprire i costi dell'asilo nido comunale.
"Con delibera di giunta del 12 dicembre 2019 - esordiscono i consiglieri - il comune di Gallicano ha aumentato la retta per la frequenza all’asilo nido comunale Cipì, in corso d’anno scolastico".
"A gennaio - spiega il gruppo - le famiglie gallicanesi si troveranno a dover corrispondere una retta di € 330,00 mensili anziché 200 €, con un aumento del 65%. Questo rincaro interesserà anche i bimbi residenti nei comuni di Molazzana e Fabbriche di Vergemoli, inoltre l’aumento di € 130,00 riguarderà anche i non residenti che fino al 2019 pagavano una retta di € 300,00".
"Tale decisione - attacca il gruppo - è stata presa dall’amministrazione comunale che ha scelto di sostenere i costi connessi all’asilo nido attraverso l’aumento sopra indicato e che tale maggior onere, accollato alle famiglie, verrà “riassorbito” dal Bonus Nido, erogato dall’INPS. Un ragionamento che da un punto di vista “ragionieristico” non fa una piega ma che, come scelta politica lascia alquanto a desiderare. In poche parole il comune, fatti i conti in tasca ai genitori, ha finanziato il servizio educativo pubblico, utilizzando il bonus a loro destinato, la cui finalità era quella di incentivare le iscrizioni e ampliare l’offerta educativa nella fascia 0-3 anni".
"Se difatti - prosegue il gruppo di opposizione - le risorse nazionali stanziate per il Piano Nidi fossero state destinate ai comuni si sarebbero scelte altre modalità di assegnazione e il beneficio non sarebbe stato modulato secondo fasce di reddito certificate dalle famiglie tramite ISEE. Peraltro, trattandosi di fondi stanziati non in misura illimitata, ma ad esaurimento, i comuni che alzano le rette eludendo la finalità del fondo stesso, tolgono anche risorse dal circuito virtuoso che il Piano Nidi si prefigge di realizzare. La delibera di aumento della retta è stata, inoltre adottata, con la fretta di fare cassa, precedentemente all’approvazione definitiva della Finanziaria, quando non si aveva la sicurezza assoluta circa l’introduzione del bonus, né si conoscevano i limiti di reddito e/o modalità per accedervi. L’unica certezza era e rimane che in questi giorni i genitori dei piccoli si vedranno recapitare la prima richiesta di pagamento con importi maggiorati, quando ancora l’Inps non ha diramato il modello di domanda per fare richiesta del bonus, in quanto, si legge sul sito sono in corso le implementazioni procedurali per dare attuazione alla novità legislativa. A fronte di questo, alle famiglie, cui verrà accolta la domanda solo se rispondenti ai requisiti di reddito richiesti dalla normativa, verranno, in parte e non si sa quando, restituiti gli importi anticipati.
"Resta, in conclusione - concludono i consiglieri -, l’amaro in bocca per l’aumento avvenuto ad anno scolastico in corso, decisione che appare di per sé illegittima, andando ad intaccare l’affidamento dei genitori che all’atto dell’iscrizione, nella scelta della scuola, valutano anche l’entità delle tariffe, elemento che incide sul budget familiare. Ma ammesso anche che tale manovra fosse consentita dalla legge, non possiamo che criticarne l’inopportunità del metodo e l’ingiustizia politica nel merito, dato che non cercare di coprire i costi con fondi diversi, significa non voler investire in un servizio, come l’asilo nido, che rappresenta, soprattutto per le donne, uno dei più importanti strumenti di conciliazione casa-lavoro".