Pieve Fosciana, piccola ma molto attiva e laboriosa comunità, oggi vive nella preoccupazione, come del resto un po' ovunque. Ieri c’è stato l’annuncio dei primi casi di positività al coronavirus, un’intera famiglia di quattro persone; considerando anche i 18 casi di Castelnuovo, la statistica dice, ad oggi, che in quest’area di pochi km si è registrato il 60% dei casi totali in Valle del Serchio.
Evidente che la preoccupazione tra la gente c’è: le immagini del paese sono quelle che ormai le tv ci trasmettono da ogni angolo della nazione, poca gente in giro, strade e piazze interne deserte, serrande abbassate. Da altre parti, soprattutto nelle città, c’è ancora qualche “sacca” di allergia alle regole, con diverse persone che si ostinano a cercare fuori casa una normalità di vita quotidiana che al momento sarebbe stata sospesa: invece a Pieve Fosciana e in tutti i centri della Garfagnana e Media Valle, la gente, da sempre abituata al rispetto delle regole e ad una vita a misura d’uomo, si seguono ordinatamente e senza grossi disagi le normative imposte.
Non è facile rinunciare alla propria vita, alle tradizioni, alla socialità, a tutto: in questo paese, per esempio, è stata annullata la storica Fiera della Libertà, l’evento da sempre più amato e atteso da tutti gli abitanti. Una decisione dolorosa ma inevitabile e accolta positivamente, se può servire a superare questa emergenza.
In un periodo come questo, tuttavia, la comunità pievarina si è ritrovata in due dei propri storici simboli, in due amate tradizioni: la bandiera tricolore, che qua nel 1831 fu esposta per la prima volta in Toscana, e che, in questi giorni, ha rifatto capolino, in gran numero, dalle finestre degli edifici di tutto il centro storico; la campana del Beato Ercolano, il santo protettore della comunità, è tornata a suonare, nel corso dell’ultimo fine settimana, ripetendo l’antica tradizione per invocare l’intercessione del santo.