Con l'amico e collega Luca Tronchetti non sempre siamo stati d'accordo, a cominciare dalle sorti della Lucchese dove lui, a dire il vero, ha visto molto, ma molto più lungo di me. Tuttavia su molti aspetti della nostra professione e non soltanto, la pensiamo, a grandi linee, allo stesso modo e, in particolare, sulla devastazione e decadenza nelle quali versa la nostra scuola, in mano, spesso, a burocrati incompetenti e a persone incapaci di saper trasmettere non tanto e non solo il sapere, quanto la curiosità e il desiderio di apprendere, l'entusiasmo e la passione, la voglia di misurarsi con il mondo. Ad esempio, tutti e due, ne abbiamo parlato spesso, metteremmo come obbligatorie le materie attinenti la filmografia di due straordinari personaggi, a nostro avviso tra i più rappresentativi, del nostro Paese: per Tronchetti Totò, per chi scrive Alberto Sordi. Le loro pellicole, la loro bravura sono qualcosa di impagabile e una vera e propria lezione di vita. Ma figuriamoci se i ministri e le minestre pardon le ministre, se gli insegnanti o le insegnanti, accetterebbero una cosa del genere. Comunque sia il nostro secondo film che pubblichiamo integralmente in alto a destra della homepage della Gazzetta è Finché c'è guerra c'è speranza. E' una pellicola del 1974, diretta e interpretata da Alberto Sordi. Guardatelo con attenzione, in particolare godetevi la scena in cui Sordi, rientrando a casa dopo una disavventura professionale, criticato e fatto bersaglio dai suoi familiari, risponde da par suo: https://www.youtube.com/watch?v=rontxfEDu6A ...
E adesso veniamo a noi - oddio, non ci denunceranno mica per apologia di fascismo? - Finché c'è la Gazzetta c'è speranza verrebbe da dire. Come si potrebbe, infatti, alzarsi la mattina o anche andare a dormire la sera senza prima aver letto ciò che riporta il quotidiano on line dell'(ir)responsabile suo direttore? A parte le battute, concedeteci ciò che anche i consiglieri comunali di maggioranza - da otto anni, a Lucca, Tambellini e le sue truppe cammellate non hanno rapporti con noi - riconoscono: siamo dei grandissimi rompicoglioni e anche, a volte, provocatori, ma onesti, sinceri e non spariamo mai alle spalle di nessuno. Quel che abbiamo da dire lo pensiamo, ma, soprattutto, lo scriviamo.
Bene, in questa lunga storia d'amore con questa professione di giornalista innamorato della scrittura, abbiamo partorito una giornalista professionista e decine di giornalisti pubblicisti e a tutti è rimasto qualcosa del periodo che hanno vissuto su questa barca immersa, sovente, nel mare burrascoso delle nostre esistenze quotidiane. Oggi, anno di (dis)grazia 2021 del Nuovo Millennio, ci accorgiamo che a Lucca c'è bisogno di nuova linfa vitale, c'è necessità di formare nuovi giornalisti che abbiano la voglia di scendere in campo e di tuffarsi pronti a nuotare e a crescere. Ecco perché chi scrive rivolge un appello a tutti quei ragazza, ma non solo, giovani non soltanto anagraficamente, ma, in particolare, di spirito, contagiati e contagiosi da e di quella passione per la scrittura e per questo lavoro che, sia pure, ormai, completamente morto per come è stato concepito e vissuto fino a qualche lustro fa, è sempre una meravigliosa esperienza.
Chiunque, quindi, abbia voglia di cimentarsi con la Gazzetta può scrivere a