Fino all'ultimo hanno coltivato la speranza di poterlo ritrovare in vita. Purtroppo, dopo quasi tre ore di ricerche nel Serchio, è spuntato il cadavere di Mario Mazzei, 33 anni, di Lucca, gettatosi dal Ponte del Diavolo poco dopo le 21.
E' il tragico epilogo di una vicenda che era partita da una telefonata, arrivata in serata al centralino del 112, che segnalava un ragazzo che, raggiunta la sommità del Ponte della Maddalena, era salito sul parapetto e si era gettato nel fiume.
E' stata la fidanzata, che era con lui, a vederlo gettarsi in acqua e a lanciare l'allarme. Infatti, i due erano arrivati al Ponte del Diavolo con l'auto, dopodiché il giovane avrebbe consegnato cellulare e portafoglio alla ragazza e sarebbe corso verso la cima del ponte. La compagna ha provato a inseguirlo per farlo desistere, ma non c'è stato niente da fare.
Sul posto si sono precipitati i vigili del fuoco della caserma di via Barbantini a Lucca e i carabinieri della stazione di Borgo a Mozzano, oltre ad un'ambulanza della Misericordia. I pompieri hanno scandagliato la zona dove si è tuffato il ragazzo con l'ausilio di un canotto.
Secondo una prima, sommaria, ricostruzione dei fatti, il giovane, che lavora a Borgo a Mozzano, negli ultimi tempi era profondamente turbato a causa dei problemi di salute del padre.
Le ricerche hanno trovato difficoltà, sia a causa del buio che del fondale del fiume troppo scuro, per questo è arrivata nuova attrezzatura e gruppo elettrogeno con potenti luci per illuminare la zona. Sul posto anche il soccorso subacqueo acquatico di Firenze dei vigili del fuoco, con tanto di robot subacqueo da calare in acqua.
Presente pure il consigliere comunale della Lega di Borgo a Mozzano, Yamila Bertieri, la quale ha effettuato un collegamento telefonico con enti e associazioni al fine di trovare volontari che potessero aiutare nelle ricerche i vigili del fuoco.
Mentre i vigili stavano scandagliando i fondali sotto le arcate del ponte, i volontari della Misericordia di Borgo a Mozzano, accorsi sul posto, si sono messi a disposizione del capo squadra dei vigili del fuoco che ha suggerito di camminare lungo le rive del fiume in direzione della diga. Un gruppo di volontari si è recato in località "venezia", lato strada Lodovica, dove c'è un accesso al fiume ed alla ferrovia, che costeggia il fiume. Dalla ferrovia, poco dopo, una giovane volontaria della Misericordia ha notato il corpo del giovane, impigliato nei resti della struttura muraria di un canale che, anticamente, convogliava l'acqua, lungo il fiume stesso, fino all'abitato di Borgo a Mozzano. Il corpo del giovane 33enne, ben visibile, era in un fondale di circa un metro di profondità. I volontari della Misericordia hanno segnalato immediatamente il ritrovamento ai carabinieri, comandati dal maresciallo Matuozzo e ai vigili del fuoco, che hanno provveduto ad inviare un canotto e ad effettuare il recupero.