Una chiesa gremita quella di Cristo redentore di Fornaci di Barga per l’ultimo saluto a Maria Batista Ferreira, vittima per mano del marito di femminicidio. Una comunità scossa e silenziosa che si chiede ancora il perché di tanta violenza sulla povera Maria. L’omelia ha evidenziato la domanda che Dio, nel libro della Genesi, pone a Caino dopo l’efferato omicidio del fratello Abele: “dov’è Abele, tuo fratello? E la risposta agghiacciante di Caino: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”.
Domande e risposte che si fanno tremendamente attuali. Tutti ci chiediamo il perché di quanto accaduto e la risposta che possiamo dare non la conosciamo. Dov’è Maria? Non dobbiamo cadere però nell’indifferenza su quanto accade troppo spesso anche vicino a noi. Dobbiamo tenere vivo il ricordo e vigilare attentamente affinché certi fatti non si ripetano. L’omicida Caino è anche, con la sua risposta, il primo ad essere indifferente al fatto. Dobbiamo forse anche noi essere custodi dei nostri fratelli e sorelle come si chiedeva Caino? Certamente si, dobbiamo essere i custodi dei nostri simili. Solo così, forse, riusciremo a contrastare questa deriva di valori che da sempre, ma in particolare in questi ultimi tempi, ha caratterizzato la mediocrità dell’essere umano. Primo fra tutti il rispetto della vita. Tante dicevamo le persone che hanno voluto testimoniare, con la loro presenza, la vicinanza a Maria e ai suoi cari. All’uscita della chiesa uno striscione e tanta gente in silenzio ha accompagnato con lo sguardo la salma ricoperta di fiori di Maria che è stata sepolta nel cimitero di Loppia. Una giornata triste per una comunità tremendamente scossa che potrà contrastare quanto accaduto solo non facendosi prendere dall’oblio ma vigilando con un atteggiamento di “custodia vicendevole”.