"Fare sindacato vuol dire pochi proclami ma fatti concreti senza perdere in sterili battibecchi". Il segretario della Uilm area nord Toscana, Giacomo Saisi, interviene così sulle recenti vicende che vedono una disputa continua fra la società Kme e un'altra organizzazione sindacale, in un momento peraltro molto delicato per i lavoratori che "con i volumi produttivi in forte calo e circa 9 giorni di adattamento al mese, di tutto hanno bisogno all'infuori di un azienda e un sindacato che ormai litigano da una settimana. Forse perché si stanno avvicinando le elezioni della Rappresentanza sindacale e si cerca di avere visibilità e di fare campagna elettorale? I lavoratori non hanno bisogno di scaramucce ma di sostegno e soprattutto di poche parole e più fatti. La Uilm in questi anni l'ha sempre fatto, assumendosi sempre le responsabilità, nei momenti più difficili, cercando di trovare accordi e soluzioni difensive ma sempre a tutela dei lavoratori e nei periodi più rosei cercando di portare a casa importanti risultati per i lavoratori. Crediamo di esserci riusciti, perché in questi anni abbiamo ottenuto e ricontrattato la revisione economica dei cottimi a quasi tutti gli impianti dello stabilimento, ricontrattato e ottenuto la revisione economica delle indennità di turno, abbiamo ripristinato con un accordo innovativo i passaggi di livello fermi dal 2013. Firmato l'accordo di 2° livello che ha portato un premio di risultato di 1028 € nel 2022 di 1660 € nel 2023 soldi che vanno in busta e sono un aiuto economico in un periodo in cui l'inflazione e la cassa integrazione erodono gli stipendi".
Risultati che i lavoratori hanno potuto sentire nel portafoglio nonostante la crisi internazionale: "A luglio con l'inflazione che si aggirava intorno al 12 per cento, a fronte di una richiesta di apertura di un periodo di Cassa integrazione ordinaria abbiamo chiesto all'azienda un sostegno al reddito. Ci siamo presi la responsabilità di contrattare apportando importanti migliorie al testo iniziale presentato dell'azienda e firmare l'accordo sulla Banca integrazione ore che riteniamo un vero sostegno al reddito in un periodo dove tutti i beni a largo consumo sono in forte aumento. I lavoratori che vi hanno aderito in forma volontaria oggi si stanno ritrovando in busta paga più di 100 euro netti mensili. Una parte di queste ore sono a carico dell'azienda e una parte i lavoratori le dovranno recuperare ma quando lo faranno avranno un indennità giornaliera di 75 / 80 euro a seconda del turno e del giorno".
A settembre il nuovo accordo che passa dalla Cassa integrazione al Contratto di solidarietà e che proroga l'utilizzo della Banca ore. "Si poteva fare di più? Forse sì, forse no, ma abbiamo la consapevolezza di aver provato a fare il bene dei lavoratori. Sicuramente in futuro, come la storia di quest'azienda insegna, ci saranno da affrontare momenti buoni e periodi difficili e noi proveremo a superarli con il massimo impegno e dedizione, sperando che anche le altre organizzazioni e l'azienda siano sulla nostra lunghezza d'onda. Solo con l'unità di intenti riusciremo a sostenere e a portare risultati ai lavoratori che rappresentiamo".
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