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Scritto da aldo grandi
Bagni di Lucca
24 Dicembre 2023

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C'è un posto, più o meno sperduto, soprattutto, in inverno e in particolare di notte, sulla strada che conduce in quel di Bagni di Lucca. Si chiama BiDiBa, acronimo di Birra di Baviera, un locale simpatico e davvero niente male, dotato di ampio parcheggio, con una bella atmosfera, riscaldato al punto giusto, bene illuminato e ricco di sfiziosità. Lo gestisce Maurizio Vichi, giovane e aitante chef  che una ne fa e cento ne allestisce, sempre pronto a tuffarsi in iniziative promettenti e cuoco affiancato dal giovane estone di Tallin, ma cresciuto in Mediavalle, Aleksei. 

A Luca Piattelli, il parrucchiere di Chiesina Uzzanese proprietario di un atelier di 600 metri quadrati, presidente del club Amici del sigaro toscano, il nome Chifenti è diventato Chimenti pensando, così, di raggiungerlo in pochi minuti via autostrada A11 entrata Chiesina Uzzanese ed uscita Altopascio. Peccato che al mosto della emme ci fosse una effe. Quisquilie. Piattelli è indubbiamente il più elegante e sciccoso tra i commensali di questa nuova, ennesima, tavola rettangolare che si ritrova, ormai, puntualmente una volta al mese dove, cambiando i fattori pardon i commensali, il prodotto resta sempre lo stesso. Si è portato dietro una scatola ad hoc dove ha infilato una serie di sigari toscani pronti per la degustazione di fine serata con un protagonista e ospite di eccezione che, del sigaro, è un vero intenditore: il professor Enrico Castellacci. Avrebbe dovuto esserci anche il suo amico inseparabile o quasi, Mimmo D'Alessandro, ma questi ha rinunciato all'ultimo minuto e, così, pensavamo avrebbe fatto anche il professore, tanto più che aveva operato tutto il giorno a Genova. Invece ci siamo sbagliati. Si è presentato puntuale all'appuntamento con la sua raggiante e storica Mini Cooper rosso fuoco e adesso è seduto al nostro fianco, uguale a sempre diverso da mai, fisico asciutto, simpatia innata, apprendiamo che una ventina di giorni fa la mamma ha celebrato il suo centesimo compleanno e noi non ne sapevamo niente. Imperdonabili. Auguri ad una donna che è ancora in splendida forma e vive in maniera autonoma. Sarà l'aria dell'isola d'Elba, dove Enrico è nato e cresciuto, a temprare gli animi e i corpi. Auguri alla mamma!

Siamo in tanti. Tutti in attesa di assaggiare quello che, sappiamo benissimo, è il piatto forte di questo locale che, a dispetto del nome, BiDiBa che sta per Birra di Baviera, è un luogo ideale dove assaggiare i piatti del territorio. I tordelli sono uno spettacolo, alti e soffici, pieni di carne di arrosti vari e di verdure e spezie, qualcosa di talmente inumano o, forse, troppo umano che, come al solito, ci spingerà a fare le... ripetute: quattro volte e se non fosse che c'è anche la carne con le patate al forno, tenteremmo il full. Castellacci ci guarda incredulo, convinto che magnifichiamo eccessivamente la bontà dei tordelli di Maurizio Vichi e Aleksei, ma una volta assaggiati, anche lui concorda e si tuffa per ben tre assaggi sia pure di modesta, si fa per dire, entità.

Ma il top lo raggiunge Marco Materassi, giornalista pubblicista, nato fiorentino adottato livornese - miscela esplosiva - grande tifoso viola, ex dirigente di Banca Toscana e Monte dei Paschi di Siena, il quale se ne esce con una frase destinata a restare negli annali della cucina borghigiana. A proposito, infatti, dei tordelli, avvicinerà il Vichi e gli dirà a bruciapelo: Uguale sarebbe già un miracolo, meglio è impossibile. Come farà a trovarne sempre una. Grande davvero il nostro mitico Marchino che, l'anno venturo, compirà la bellezza di settanta primavere.

Accanto a lui un altro ospite nuovo, nuovissimo anzi, Riccardo Zucca, anche lui labronico di scoglio, tifoso milanista da sempre, uno che non perde un colpo a San Siro per seguire il diavolo. Grande curioso di tutto, divoratore di libri e giornali, appassionato del mondo in tutte le sue sfaccettature, percorre con la moglie Roberta l'Europa in su e in giù dalla Toscana a Londra dove vive la figlia con i due nipotini che sono si inglesi, ma che amano tanto il mare della costa livornese. Se non avesse dovuto prendere parte al consiglio regionale, ci sarebbe dovuto essere anche Giovanni Galli ex portierone rossonero dei tempi eroici di Arrigo Sacchi. Il nostro Riccardo era già in fibrillazione.

Poteva mancare Italo Fontana, genio inventore degli orologi U-Boat? No che non poteva, lui che, in sostanza, è un grandissimo amico di infanzia di Maurizio Vichi visto che entrambi bazzicavano in gioventù quel luogo di perdizione denominato Piaggione. Italo è una persona che ama ascoltare, ha un profondo culto dell'amicizia e un altrettanto buon gusto per le cose buone e, soprattutto, belle. Come tutti i geni chissà dove lo porta la mente mentre ascolta e osserva sorridente. Buona forchetta e altrettanto buon intenditore e degustatore di vini, ci ha sorpreso un paio di settimane fa quando, a tavola, ci ha fatto trovare, così, con l'antipasto e il tagliolino al tartufo - più tartufo che tagliolino - una bottiglia di Tignanello 2020.

Andrea Taddeucci, il suo commercialista, il suo uomo di fiducia nonché da sempre grande lettore e sostenitore della Gazzetta di Lucca, Andrea Taddeucci, colui che ha accompagnato Fontana e U-Boat alla firma dell'accordo di sponsorizzazione con il Lucca Summer Festival di Mimmo D'Alessandro che prevede la branderizzazione di uno degli sky-box posti di fronte al palco di Piazza Napoleone. State sicuri che sarà una meraviglia, anzi, l'ottava meraviglia del mondo per la creatività che il patron di U-Boat mette nelle cose che fa. Andrea Taddeucci è anche un grande, grandissimo appassionato di Jeep Cherokee d'epoca. 

Altra new entry Gianluca Romano, responsabile per la provincia di Lucca e non solo di E-Work, agenzia interinale specializzata nella offerta di lavoro, una realtà in crescita esponenziale. Questo trentenne siciliano è sbarcato in Lucchesia alcuni anni fa e, da allora, non si è più mosso. Sposato da poco, dopo qualche difficoltàà di ambientamento in una città, Lucca, che non ti regala niente perché anche il sorriso ha un prezzo, adesso sta bene e si sta ambientando. E' simpatico e gioviale come tutti i siciliani. Un nuovissimo acquisto che milita tra le fila di Conflavoro dell'amico Roberto Capobianco.

Chi, invece, è, ormai, una presenza fissa di questi eventi mensili e goliardico-gastronomici, è Flavio Torrini, reduce da un brutto incidente, fortunatamente senza gravi conseguenze, patito in scooter. Flaviuccio non vedeva l'ora, dopo due mesi di pit-stop causa frattura ulna, radio e scafoide, di riprendere in mano la propria vita sport compreso. E' sempre secco come un chiodo, anche se tirato il giusto, ma lui si vede ingrassato. Beato lui! Noi, allora, cosa dovremmo dire? Torrini, fratello del presidente del consiglio comunale, è una forza della natura. Guida l'auto come pochi e quando ce l'ha mostrato ha dovuto sorbirsi una serie di improperi da querela per diffamazione anzi, per ingiurie. Mangia come un vitello da latte, ma ha un metabolismo tale che a 50 anni suonati non si capisce come faccia ad attivarsi. Mistero della fede...

A fine serata restiamo basiti. Da chi? Da Simone Costa, il fratello di Umberto, la coppia che gestisce in piazza Napoleone la pizza napoletana più buona che c'è. Nonostante sbarchino in tavola un paio di bottiglie di Franciacorta Romantica, azienda di Passirano in provincia di Brescia, da tempo nella nostra enoteca preferita - un vino bollicine che regge benissimo anche dopo cinque anni con un profumo e un sapore che esaltano i sensi e lasciano stupiti i commensali - questo giovane virgulto si farà portare un paio di bottiglie di un bollicine Trento doc che avevamo già conosciuto e apprezzato in altra occasione. Alla fine dire che è un po' allegro è un eufemismo, ma è simpatico, di compagnia e di poche seghe.

A tordelli già in tavola e dopo un antipasto ricco e sfrontato annaffiato non soltanto dalle bollicine di cui sopra, ma anche da un Bolgheri Rosso Doc 2020 Ruit Hora dell'azienda Caccia al Piano (il nome latino si riferisce alla caducità del tempo) e da una bottiglia di Borgeri Rosso Doc 2021 di Giorgio Meletti Cavallari, spunta in fondo alla sala l'ex senatore della Lega Manuel Vescovi, passato a Fratelli d'Italia. E' stata la stessa Giorgia Meloni a chiamarlo e volerlo dopo una corte serrata, ma inutile per il senso di fedeltà di Vescovi, tra i più 'vecchi' esponenti della Lega, originario di Padova. Vescovi si presenterà candidato alle prossime elezioni europee. Con la Lega e con Salvini la polemica non è mancata, ma meglio soprassedere. Vescovi doveva venire insieme a Luca Piattelli per accompagnarlo fino a Bagni di Lucca, poi, però, ha ritardato e si è comunque presentato all'evento. Si siede accanto al professor Castellacci che lo conosce da anni.

Ma che dire della presenza, udite udite, di un collega di origini nobili, lucchese docg, che per amore ha abbandonato la città delle mura per trasferirsi in Versilia? Stiamo parlando di una persona che conosciamo da decenni, che ha seguito la Lucchese Calcio dagli anni Ottanta in lungo e in largo, arrabbiandosi in trasferta e in casa al punto che più volte abbiamo pensato potesse scapparci una lite o, addirittura, una rissa con i tifosi e colleghi avversari. Lodovico Poschi Meuron è fresco come una rosa, ringiovanito, più calmo e riflessivo. Evidentemente il diventare papà di due bimbi deve averlo tranquillizzato un po' o, magari, deve avergli fatto spendere parecchie energie. Sua moglie, Isotta Boccassini, è una brava collega che dirige il periodico The Versilia Lifestyle e si occupa di comunicazione. Poschi Meuron è stato anche compagno di squadra nelle innumerevoli partite di calcio disputate negli anni della nostra beata maturità. Era un centrocampista dotato di buon tocco anche se avrebbe avuto bisogno di allenarsi con continuità. Compagnone, gaudente, lo ricordiamo in una incredibile trasferta in terra sarda. Dopo aver mangiato, noi, in quantità pantagruelica al ristorante L'assassino in via Pettenadu a Sassari - maialino al forno - e assistito a una sfida tra Lucchese e Torres terminata in parità, una volta imbarcatici per rientrare a Lucca da Olbia, vedemmo Lodovico estrarre dalla sua valigetta un pigiama a righe biancocelesti, giacca e pantaloni, dichiaratamente di ottima fattura e altrettanto buongusto: noblesse oblige. Una nottata infernale, con mare agitatissimo e gente che si piazzava nel bagno senza più uscire. Mai più in Sardegna durante l'inverno. Poschi Meuron c'è rimasto male che, alla morte dell'amico e collega Diego Checchi, nessuno lo abbia contattato come, invece, è stato fatto con noialtri colleghi lucchesi, visto che per anni Lodovico aveva seguito le partite proprio con Diego e Luca Checchi.

Altro ex tifoso rossonero Piero Pacini, il re dei gelatieri, appassionato di tutto ciò che rende la vita più godibile. Anche lui ripetutamente ospite di queste occasioni enogastronomiche, tifoso interista, scettico sul futuro di questo paese così come del calcio delle serie minori. Come dargli torto? Persona non seria e affidabile, di più. Ein wort ein mann: un uomo una parola. A proposito, è nato in Germania, ma è italiano e lucchese nel profondo del cuore e anche in superficie. Prossimo a partire con la moglie Caroline per uno dei suoi fantastici viaggi intorno al mondo dopo un'estate rovente di lavoro, ma anche ricca di soddisfazioni. Con lui a pranzo in piazza Santa Maria per uno spaghetto alle vongole da urlo: un must.

Infine eccoti qua il collega e amico da e di sempre, quel Loreno Bertolacci che, con Giuliano Nelli e Fiorenzo Sernacchioli, durante il Covid ci faceva la spesa e ce la portava a casa lasciandocela sul terrazzino. Amici veri. Bertolacci abita in Mediavalle, in quel di Castelvecchio Pascoli, è uno tosto che è meglio non far arrabbiare. Geometra e bravo giornalista, se avesse più tempo potrebbe gestire da solo la Gazzetta del Serchio, ma tra il dire, il volere e il fare, c'è sempre di mezzo il mare. Grande acquisto delle Gazzette. Gaudente e grande mangiatore. 

E' la volta del secondo, un piatto di roast-beef al sangue con patate arrosto che è una favola. Doppiamo anche qui, ma senza esagerare. Carne tenera come il burro saporita, rossa come il sangue vivo. Alla faccia di vegetariani e vegani e perdonateci l'ardire. Menomale che non c'è Mimmo D'Alessandro anche se per lui era già pronto un menu ad hoc personalizzato a base di pesce. E qui si apre una bottiglia anzi, si versa un vino da una bottiglia che è stato un azzardo avere aperto. Si tratta di una magnum Nobile di Montepulciano riserva grandi annate del 1997 della storica cantina Avignonesi dal 1974 a Montepulciano. 26 anni, quasi 27 di permanenza in bottiglia sia pure sempre conservata orizzontale e a temperatura ideale. La facciamo aprire un'ora prima di consumarla e il risultato è, semplicemente, sorprendente: stupenda. Un gusto meraviglioso, un corpo compatto e dal profumo intenso, con un sapore anzi, con dei sapori che regalano un retrogusto imbattibile e duraturo. Colore di un rosso scuro tendente all'amaranto, che meraviglia. Tutti concordano e degustano: un litro e mezzo di goduria che madre natura ancora una volta regala agli esseri umani. Che ringraziano. 

La conversazione procede spedita. C'è il piacere di stare insieme, di condividere questa vigilia di festa. E c'è l'ospitalità, stratosferica, di Maurizio Vichi e di Aleksei, il suo cuoco estone cresciuto in terra di Lucchesia. Se non fosse che, ad un certo punto, Vichi sbatte tutti fuori perché i fumatori di sigaro non possono restare al coperto, si toccherebbe il top. Chi vuol fumarsi il toscano di Piattelli, una delizia a quanto sostiene Castellacci che dimostra di saperne parecchie in materia, non può che armarsi di cappotto o altro e uscire all'aria aperta e al freddo intenso di queste lande dimenticate da dio, ma non dagli uomini.

Chifenti, un nome che è tutto un programma a patto che non ci si infili una esse davanti. Battute a parte, una serata straordinariamente piacevole e, come ogni volta e come diceva l'assistente di Nick Carter, l'ultimo chiuda la porta.

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