Sabato scorso nei locali della biblioteca di Bagni di Lucca, l'architetto Pietro Biagioni, direttore della fondazione Paolo Cresci di Lucca ha presentato il libro: Adamo Lucchesi – l'esplorazione del Gran Chaco e i suoi pionieri della professoressa Ave Marchi.
Dopo i saluti istituzionali dell'Assessore alla cultura Antonio Bianchi, del presidente della fondazione Cresci, dott. Alessandro Bianchini, e del Presidente della fondazione Michel de Montaigne prof. Marcello Cherubini, l'Architetto Biagioni ha tracciato il profilo di un giovane nato il 18.02.1855 a Pieve di Monti di Villa, passato attraverso l'esperienza del Seminario, che all'età di 16 anni lascia l'Italia dal Porto di Genova per raggiungere Buenos Aires.
La lettura di alcuni libri di viaggi e il fascino dell'ignoto, lo convincono a prendere la decisione di emigrare. All'inizio la sua nuova vita fu una delusione, ma il suo spirito avventuroso lo portò ben presto ad interessarsi alle foreste, a riconoscerne la flora e la fauna e ad imparare la lingua spagnola. Capì l'importanza di sfruttare quelle foreste e della coltivazione di una pianta chiamata yerba mate dalle cui foglie si ottiene il tè del Paraguay. Effettuò diverse spedizioni alla scoperta del fiume Paraná e dei suoi affluenti e attraverso mille rischi entrò in contatto con diverse tribù indigene.
Passò quindi alle dipendenze di Don Carlos Casado per il quale lavorò alla ricerca di un legno durissimo ricco di tannino ed alla coltivazione della canna da zucchero. Decise quindi di mettersi in proprio ad Asunción dedicandosi al taglio e all'esportazione del legname ed alla piantagione della yerba mate.
Rivenduta l'attività, il Lucchesi rientrò in Italia nel 1906 a 51 anni. Grazie alla discreta ricchezza accumulata, dimostrò una notevole sensibilità per le opere di beneficenza fino alla costruzione di una scuola a Pieve di Monti di Villa, che intitolò a Giuseppe Mazzini, per dare un'istruzione ai ragazzi del posto. Andò ad abitare quindi a Viareggio dove morì il 7.1.1940 all'età di 85 anni. È sepolto a Ghivizzano, paese di origine della madre, dove sul monumento funebre, opera di E. Petroni, volle che fossero evidenziati gli attrezzi da lui utilizzati nei suoi viaggi nella foresta ovvero un machete e un'accetta.
La seconda parte del pomeriggio è stata gestita dal dott. Andrea Bruschini di Granaiola che nel 2018 con gli amici Carlotti Andrea, Grossi Bruno e Ori Alessandro ha trascorso un periodo nei luoghi esplorati dal Lucchesi.
Arrivati in aereo ad Asunción capitale del Paraguay, hanno trovato da subito difficoltà negli spostamenti in un territorio scarsamente abitato se non lungo le sponde del Paraná e del Paraguay e dei loro affluenti. Per raggiungere al nord la regione dell'alto Paraguay hanno quindi dovuto utilizzare un aereo militare ed infine una lancia. Arrivati a Porto Casado, cittadina fondata dal Lucchesi nel corso delle sue esplorazioni, sono stati ricevuti dalla Sindaca alla quale hanno consegnato una targa dell'Amministrazione Comunale di Bagni di Lucca e un raro libro scritto dal Lucchesi stesso e pubblicato nel 1936. Con l'occasione hanno anche visitato le famose cascate Iguazú visitate anche dal Lucchesi, la riserva naturalistica del Pantanal e per ultimo i ruderi degli edifici testimoni dell'opera di evangelizzazione dei Padri Gesuiti verso le tribù indigene. Il ritorno è avvenuto con una barca, adibita anche a mercato viaggiante, lungo il Paraná dovendosi anche riguardare dalle malattie infettive tropicali trasmesse dalle zanzare.
Il numeroso pubblico presente è uscito alla fine pienamente soddisfatto per aver conosciuto la storia di questo concittadino che ha onorato l'Italia nell'America del Sud.
Adamo Lucchesi: l'esploratore filantropo di Pieve di Monti di Villa
Scritto da Redazione
Bagni di Lucca
20 Febbraio 2020
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