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Scritto da Redazione
Mediavalle
15 Novembre 2022

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Esercitava l’attività di caccia al capanno ma, al tempo stesso, praticava l’uccellagione, ossia quella particolare pratica di cattura indiscriminata di avifauna viva con delle reti sostenute su pali, spesso finalizzata all’abbattimento o alla riduzione in cattività e al mercimonio di animali selvatici.

Gli uomini del comando della polizia provinciale di Lucca durante un servizio programmato per il contrasto dell’attività di bracconaggio svolto nel territorio comunale di Pescaglia hanno individuato un cacciatore all’interno di un appostamento e in esercizio di caccia. Durante i controlli l’attenzione degli agenti è stata attirata dal ripetuto e insistente canto di uccelli proveniente da un boschetto poco distante dall’appostamento, dove sono state rinvenute due reti da uccellagione tese di 4m di lunghezza per 3 di altezza ciascuna e una gabbia contenente un esemplare di usignolo del Giappone (un uccello passeriforme non cacciabile e non detenibile) utilizzato come richiamo.

All’atto del controllo, intrappolati tra fitte maglie delle reti si trovavano già quattro usignoli del Giappone di cui uno deceduto. Perlustrando attentamente l’area, gli uomini della Polizia provinciale hanno accertato che l’unico accesso al boschetto in cui era in atto la tesa era il sentiero proveniente dal capanno e ritenuta evidente la connessione tra l’uomo e il reato che si stava consumando, lo stesso veniva formalmente identificato per il reato di uccellagione. Un primo sequestro penale sul posto ha portato alla rimozione delle reti, della gabbie e dell’attrezzatura, nonché alla liberazione degli uccelli catturati ancora in salute. L’esemplare in gabbia, invece, poiché privo di anello identificativo e non in grado di volare, è stato consegnato all’associazione Vega Soccorso, convenzionata per il recupero della fauna selvatica in difficoltà, in qualità di custode giudiziario.

A seguito di quanto rinvenuto, al fine di ricercare e acquisire ulteriori prove inerenti il reato perpetrato nonché per individuare compiutamente le responsabilità dell’indagato, gli agenti hanno proceduto alla perquisizione dei luoghi nella disponibilità del cacciatore, in particolare non si escludeva la presenza di esemplari di avifauna non consentita viva o abbattuta, ed anche di sistemi ed attrezzature solitamente utilizzate per la cattura di volatili come quelli già sottoposti a sequestro penale.

A seguito della perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro oltre 4500 cartucce di vario calibro a munizione spezzata detenute illegittimamente assieme a parti di armi non denunciate; ben 160 trappole a scatto in metallo destinate alla cattura di avifauna; 1 gabbia/trappola artigianale a scatto in metallo destinata alla cattura di grossi esemplari di ungulati; e alcuni pali con reti per uccellagione.

All’interno dell’abitazione, inoltre, sono stati trovati in alcune gabbiette, uccelli ancora in vita che sono stati prontamente rimessi in libertà, nonché svariate specie di uccelli deceduti non cacciabili tra cui pettirossi, cinciallegre, usignoli del Giappone e svariati passeriformi contenuti in frigorifero.

L’uomo dovrà rispondere dei reati di uccellagione, detenzione di specie non cacciabili e detenzione abusiva di armi.

“Ringrazio e mi complimento con tutti gli agenti che sono intervenuti in questa operazione, la caccia è una tradizione che ci portiamo dietro dalla storia da cui deriva e al giorno d’oggi è soprattutto un hobby e una passione e come tale dovrebbe essere esercitata, commenta in Comandante della Polizia provinciale Elio Cappellini pertanto comportamenti come questi che non hanno niente a che fare né con la tradizione, né con la passione, al di là dei risvolti penali, saranno non solo perseguiti a termini di legge, ma portati anche in evidenza all’opinione pubblica per mandare un segnale verso tutte quelle persone che praticano e interpretano questa attività con correttezza e nel rispetto delle leggi vigenti materia”.

 

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