Cronaca di un'amministrazione aperta a nuove sfide: i consiglieri di minoranza del comune di Coreglia Antelminelli (Giorgio Daniele, Matilde Gambogi, Piero Taccini e Andrea Marchetti) ripercorrono le tappe di questo, per certi versi "anomalo", mandato.
Dopo aver perso le elezioni di soli 54 voti, il capogruppo di opposizione, Giorgio Daniele, il 22 settembre 2020 commentava a caldo il risultato esordendo con un complimento nei confronti del candidato avversario, Marco Remaschi, e della sua squadra. Il 30 dicembre dello scorso anno, poi, il consiglio comunale della svolta. "Una seduta quella del 30 dicembre - commenta oggi Daniele -, che gettò le basi, le condizioni politiche e relazionali per guardare con maggiore fiducia al futuro dell’amministrazione comunale coreglina. “Insieme” è stato il leitmotiv della mia lista, il collante di varie anime civiche protese a migliorare la qualità della vita ai nostri concittadini, quindi perché non aprirci all’ascolto ed al confronto?”.
"Ricordo - prosegue Daniele - il lungo, accorato e coinvolgente intervento del sindaco che, a nome della sua maggioranza, invitò tutto il consiglio, ma in particolare la minoranza, ad un coinvolgimento paritario nel determinare assieme un pacchetto di misure da mettere in campo quale risposta, alle numerose problematiche covid 19 aperte sul territorio. Un invito che però andò oltre, nel senso che c’è la speranza che questo “laboratorio” possa, allargarsi ad una serie di punti strategici per la crescita e lo sviluppo del comune, senza per questo ricercare a tutti i costi, su tutto l’unanimità”. Di fronte a tempi difficili (e i nostri lo sono), il senso di responsabilità ha prevalso: la mano tesa dalla maggioranza, ovvero da chi da solo ha i numeri e la forza per governare, ha fatto sì che istintivamente la nostra mano la stringesse, ne accettasse, senza alcun dubbio di buona fede, i propositi".
Aprile 2021, oggi: "Da più di tre mesi - afferma Daniele -, oltre ad alcune importanti scelte determinate assieme in materia fiscale e sociale attinenti alla problematica Covid-19, come gruppo di minoranza, abbiamo seguito intensamente l’attività amministrativa della maggioranza. Abbiamo frequentato assiduamente gli uffici ed il palazzo, non abbiamo incontrato ostacoli, reticenze, pregiudizi. Certamente non abbiamo preso parte alle decisioni, alle riunioni preparatorie, ma ne abbiamo seguito passo passo gli sviluppi. Tutto condivisibile? Certamente no, ma neppure ostacoli come dire “insormontabili” tali da minare la dialettica politica e la ricerca di percorsi sostenibili."
"Una cosa è evidente - sottolinea il capogruppo di minoranza -: il periodo buio che ha caratterizzato in negativo la mancanza di ascolto, di condivisione, di rispetto, di confronto, di leadership del vertice della passata amministrazione, è un brutto ricordo spazzato via, almeno fino ad oggi, senza se e senza ma dal sindaco Remaschi. Le parole “collaborazione” e “rispetto” sconosciute nello scarno vocabolario del sindaco uscente, hanno prepotentemente fatto luce sul medioevale rapporto relazionale dal quale pareva impossibile uscirne fuori. Anni bui, anni terribili, anni da dimenticare segnati da enorme inadeguatezza. Ricorda Taccini – in occasione dell’insediamento - il nuovo sindaco ha pronunciato per la prima volta la parola “collaborazione”. Mai negli ultimi anni un episodio analogo!"
"Alla luce del sole dicevo - conclude Daniele -, è tempo di fare un bilancio di questa esperienza, è tempo di capire se ci sono le condizioni per un percorso condiviso su obiettivi e programmi. Non un mescolone, una confusione di ruoli, un gioco al ribasso. No, questo non ci interessa. Le elezioni le ha vinte Remaschi, con un programma sovrapponibile al nostro ed una connotazione politica chiara. Noi eravamo, siamo e vogliamo rimanere civici, tuttavia crediamo che possano essere mature le condizioni per una condivisione di obiettivi strategici, da individuare e perseguire con unità di intenti e di energie. Qui sta la novità: persone intelligenti e capaci, nell’amministrare una comunità, possono lavorare per obiettivi elevati ed ambiziosi: non c’è conflitto ideologico quando a prevalere è il bene pubblico. Quando si rappresenta, quasi in egual misura, la base elettorale, numericamente c’è chi ha vinto e chi ha perso ma, politicamente, maggiori sono le responsabilità perché la gestione sia specchio di una compiuta democrazia. Credo che dopo un periodo di silenzio e di riflessione, fosse giusto fare il punto e perché no, aprire un dibattito anche fra i cittadini elettori".