Che bella la parola affido. Bella, perché contiene, al suo interno, uno dei sentimenti più profondi che un essere umano possa provare nei confronti di un altro: la fiducia.
Ed è, forse, per questo che il servizio sociale e socio-assistenziale della Valle del Serchio ha pensato proprio al titolo “Mi af-fido” per il progetto che aveva lo scopo di promuovere sul territorio una cultura dell'accoglienza nei confronti di bambini e ragazzi in condizioni di fragilità. Un’iniziativa, nata dalla collaborazione tra l’Azienda Usl Toscana nord-ovest e i comuni della valle, che rientra nell’ambito delle attività del centro affidi che il servizio ha all’interno del centro per le famiglie a Pieve Fosciana.
Il percorso è partito con un’esperienza pilota questa estate, a Piazza al Serchio, e poi ripresa nel periodo autunnale, in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico, per toccare i comuni di Camporgiano, Barga, Coreglia Antelminelli, Castelnuovo di Garfagnana, Gallicano, Bagni di Lucca ed infine Pieve Fosciana. Un vero e proprio ‘tour’ settimanale terminato mercoledì sera con il partecipato incontro all’interno dell’ex convento Sant’Anna.
“Abbiamo sentito l’esigenza – esordisce Elisabetta Scaletti, responsabile del servizio sociale socio-sanitario della Valle del Serchio – di fare degli incontri sul territorio per sensibilizzare le persone al tema dell’accoglienza. In particolare, abbiamo parlato di tutte le forme di affido di minori e di sostegno familiare. Dal classico full-time alle altre forme di affidamento, come quello part-time, di emergenza e di vicinanza solidale poche ore al giorno. Un aiuto che chiediamo alle persone per sostenere nella loro crescita i ragazzi in situazioni familiari di difficoltà”.
Il servizio sociale socio-assistenziale della Valle del Serchio si occupa del sostegno ad adulti, minori, famiglie, immigrati e anziani auto-sufficienti. Esso comprende 18 dei 19 comuni della valle. In pratica, tutti tranne Borgo a Mozzano che ha la sua gestione dei servizi sociali.
“Nella nostra zona – prosegue la responsabile - abbiamo molti minori in assistenza. Come servizio sociale abbiamo 500 minori in carico, 100 seguiti con l’autorità giudiziaria (quindi con il tribunale civile e quello dei minori), circa 70 con interventi di educativa domiciliare, 14 già in affidamento familiare e 4 in affidamento intra-familiare (ovvero ai nonni). Abbiamo però necessità di trovare nuovi soggetti singoli o famiglie che possano dare una mano a questo servizio di accoglienza”.
Il ciclo di incontri sul territorio è stato molto utile per gli operatori socio-assistenziali, non solo perché ha permesso di trovare nuove famiglie disponibili a dare un supporto, ma anche perché ha dato modo di toccare con mano l’importanza del lavoro di rete. Oltre alla responsabile del servizio Elisabetta Scaletti, sono intervenuti gli assistenti e le assistenti sociali che operano in quest’area – Elisa Pieroni, Sara Giannini, Claudia Berti, Beatrice Giovannoli, Riccardo Massari, Giulia Gaddi, Sofia Dini e Isabella Benedetti -, il responsabile della comunità “Il sole dentro” di Gallicano Gabriele Ponziani, le educatrici professionali della cooperativa che ha la gestione dell’educativa domiciliare e alcune famiglie che hanno riportato esperienze dirette di affidamento. Sono stati inoltre proiettati video e interviste significativi sull’argomento.
“L’affidamento familiare si basa sulla reciproca fiducia – conclude la dott.ssa Scaletti – che minori, servizi, famiglie affidatarie e di origine devono avere l’uno nei confronti dell’altro. La fiducia è la base delle relazioni umane. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le amministrazioni comunali, le associazioni locali e tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questo percorso che vorremmo riproporre anche il prossimo anno strutturato in maniera diversa. Su questi temi l’attenzione deve sempre restare alta”.
Insomma: fidarsi è bene, ma af-fidarsi è ancora meglio.
