“Ci arrivano pessime notizie dal Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane - fanno sapere dal tritone apuano simbolo dell’associazione – per svariate criticità emerse negli ultimi mesi.
Si comincia dai guardiaparco, i quali, già in numero assolutamente insufficiente rispetto ai chilometri quadrati di territorio da coprire, sono adesso pure impossibilitati a svolgere il proprio lavoro per la mancanza di mezzi adatti.
I cinque agenti in servizio sugli aspri versanti apuani, infatti, fino a qualche mese fa avevano a disposizione solo due mezzi idonei a percorrere le vie di cava: un pick-up e un piccolo fuoristrada, entrambi vecchi e logori per via degli oltre 200.000 km percorsi.
Il fatto è che ad oggi il pick-up è fermo da circa due mesi per un guasto meccanico e da circa una settimana anche l’altro fuori strada è in autofficina.
Ci risulta inoltre – continuano dall’associazione ecologista - che gli uffici regionali stiano valutando il noleggio di un mezzo piuttosto che la sostituzione e tutto questo ci sembra francamente inaccettabile, per il semplice fatto che non crediamo che sia una questione di soldi, ma di interesse e di priorità: evidentemente alla Regione quest’area protetta tra le province di Massa-Carrara e Lucca interessa meno di zero o forse preferisce far fare meno controlli ai propri dipendenti.
Tutto ciò è evidente anche dalla cura con la quale è stata scelta la nuova dirigenza del Parco: un direttore "ad interim" ormai da mesi in prestito da un altro parco e un presidente che ricopre una varietà di incarichi che lo impossibilitano a concentrarsi sullo sviluppo alternativo alla distruzione che questo bellissimo angolo di Toscana potrebbe avere in futuro.
“La dotazione che la Regione Toscana riserva al Parco delle Apuane – spiega Gianluca Briccolani presidente di Apuane Libere – è quanto più di vergognoso possa esserci: personale sottorganico che non viene riassunto dopo i pensionamenti, dirigenti in prestito da altre aree protette, veicoli antidiluviani, sedi fatiscenti e computer inadeguati alle funzioni amministrative, di controllo ed al prestigio che un Geoparco Unesco dovrebbe avere.
Se poi consideriamo le recenti ed inqualificabili esternazioni che il Presidente Eugenio Giani - quel governatore che nonostante i nostri ripetuti inviti non ci ha mai voluti incontrare – ha proferito in merito alla necessaria riduzione di "lacci e lacciuoli" che il Parco apuano metterebbe alle imprese che giornalmente distruggono queste montagne, abbiamo la certezza che coloro che amministrano l’ambiente toscano, abbiano una e vera propria ostilità nei confronti della tutela ambientale.
Vista la manifesta incapacità – conclude Briccolani - di gestire il Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane e di garantirgli le risorse minime indispensabili per il suo funzionamento da parte della Regione Toscana, crediamo che quest’ultima debba fare un passo indietro passando il testimone allo Stato, il quale, promuovendolo a Parco Nazionale, potrebbe iniziare quell’improcrastinabile chiusura di quei siti di morte e distruzione degli ecosistemi, ignorantemente chiamati ancora cave, che tutti gli elementi naturali e tutti noi auspichiamo.