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Scritto da Morena Micchi
Garfagnana
13 Aprile 2024

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Qualche tempo fa, in modo informale, durante una seduta del consiglio dell’Unione dei Comuni della Garfagnana, ho chiesto la ragione per cui, le aliquote contributive dei nostri Comuni, per Il consorzio di bonifica Toscana Nord, sono più alte rispetto a quelli della Lunigiana, della Versilia, della piana Lucchese e del Bientina e successivamente, attraverso un’interrogazione formale, ho fatto notare, in dettaglio, al presidente, Andrea Tagliasacchi, che i cittadini della Garfagnana e della Mediavalle del Serchio, sono sottoposti, per quanto riguarda i terreni, ad una aliquota contributiva pari allo 0,01046 rispetto allo 0,00766 della Lunigiana, nonostante non abbia, questo territorio una conformazione  diversa dal nostro.

Ma ancora più assurda risulta, l’aliquota delle case della Versilia (0,00066) rispetto allo 0,00166 della  Mediavalle. Se infatti confrontiamo il valore di una casa in Versilia con quello di una casa in un borgo sperduto della Garfagnana , è impossibile capire come possa quest’ultima ricevere un beneficio più alto e pagare quasi tre volte di più, rispetto alla prima che, oltretutto, vale 10 volte tanto. Tanto più che lo spirito della legge regionale n.79 del 2012, nel regolare questa materia, sembra orientarsi ad una logica opposta: affinché “Il consorzio possa esercitare il suo potere impositivo è necessaria l’individuazione del concreto, diretto e specifico beneficio conseguito- Ciò deve risultare in maniera chiara e trasparente anche dalla stessa cartella di pagamento (Cass. SSUU 8960/1996; Cass. 7322/1993; Cass. 66/1992; Cass. sez tributaria icio4513/2009);”

Più del beneficio, risulta invece, con estrema chiarezza, nelle cartelle di pagamento, l’applicazione della disparità delle aliquote all’interno dello stesso comprensorio.

Comunque, in quella occasione, con particolare gentilezza, il presidente dell’Unione dei comuni, mi ha spiegato che “La procedura di calcolo produce l’indice di contribuenza, risultato dell’unione di un parametro tecnico denominato “Indice tecnico” e di un parametro economico chiamato “Indice economico”. L’indice tecnico si basa sull’analisi multicriteriale, uno strumento utilizzato per affrontare problemi complessi con molteplici obiettivi e vincoli. Per quanto riguarda l’indice economico deriva dai valori catastali degli immobili, basati sulla rendita catastale e il reddito dominicale” e mi ha consigliato di rivolgermi al Consorzio stesso, per avere maggiori delucidazioni. Forse, però, se mi avesse suggerito di informarmi da un membro del consiglio dell’Unione dei Comuni che, come poi ho saputo, è anche rappresentante nell’Assemblea Consortile, mi sarei risparmiata una serie di pec, in risposta ai quesiti inviati, che mi invitavano a rivolgermi ad altri uffici, se volevo pagare al Consorzio i contributi a rate!!!

Dopo vari solleciti, anche telefonici, perché evidentemente le pec al Consorzio di bonifica non vengono lette, ho finalmente avuto, via pec, questa incredibile risposta dall’ufficio catasto/contributi: "Le differenze derivano dai valori immobiliari e degli indici tecnici molto più alti in Versilia, rispetto alle altre U,I.O., che non hanno tra di loro nessun rapporto, e dei costi di manutenzione e dei lavori previsti in bilancio per ogni singola U.I.O.

A titolo di esempio un seminativo in classe 3 in Versilia ha mediamente un reddito dominicale ad ettaro di euro 33,57, con un indice tecnico medio di 0,48825, mentre lo stesso seminativo nella U.I.O. Media Valle - Garfagnana ha mediamente un R.D. di euro 8,75, con un indice tecnico medio di 0,25; pertanto, essendo quest'ultimi valori molto più bassi essi determinano un'aliquota più alta."

Così, evidentemente, chi ha di meno paga di più! Era necessario scomodare la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per produrre risultati simili?

Se la legge regionale - ma la ratio era già quella del decreto regio del 33- riunisce vari comprensori sotto un unico Consorzio, per rispondere ad una necessità di fondo e ottenere un beneficio che non è particolare ma generale e l’azione deve essere non specifica ma integrale, visto che l’acqua scende comunque dai monti al mare, che senso ha poi frazionarli in unità idrografiche omogenee (le suddette UIO) e sostenere che non hanno tra di loro nessun rapporto?! E se anche non lo avessero sotto il profilo tecnico, perché questo frazionamento, per quanto riguarda l’imposizione dei tributi deve essere autonomo, così da potere essere ostile e ingiusto verso i territori svantaggiati?

Questa logica riporta alla mente il particolarismo feudale, dove il “beneficio” anche, in quel caso, veniva distribuito in modo autonomo e indipendente. Perché ormai ovunque, in Italia, le autonomie vanno a costituire i vari potentati locali e pur cambiando nome, qualsiasi realtà che viene abolita, risorge: i vecchi comprensori del consorzio oggi si chiamano UIO, le comunità Montane diventano le Unione dei Comuni e le province abolite continuano ad esistere, senza nemmeno cambiare nome… Cosi il federalismo italiano produce attraverso la moltiplicazione degli enti, delle funzioni, delle cariche e degli incarichi, l’aumento delle tasse, imposte spesso, come nel caso nostro, senza un principio di equità.

Unitamente a questo maggiore contributo, versato dai nostri piccoli Comuni, gravano, sui nostri cittadini, l’aumento dell'irpef deciso da poco dalla Regione per il disastro provocato nel settore della sanità, addizionali comunali più alte rispetto a città assai più ricche come Lucca e Viareggio, le varie IMU, Tasi e Tari, le bollette di acqua e luce sempre più care e sempre maggiori disagi in cambio di minori servizi.

Mi scuso con i concittadini che mi avevano chiesto aiuto, ma questo soltanto è ciò che ho potuto fare.

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