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Scritto da andrea pedri
Castelnuovo
10 Settembre 2022

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Che si voglia o no, e persino il grande poeta dovrà ammetterlo, il rapporto tra Ludovico Ariosto e la Garfagnana rappresenta ormai un binomio inscindibile, consegnato alla storia, e pietra miliare sia della vita del poeta reggiano che della storia della valle.

Un legame di amore e odio, quello tra l’uomo di lettere e una terra difficile, ma che permise all’Ariosto, e anche a noi contemporanei, di comprendere le difficoltà del potere e della sua gestione, e di vedere come in uno specchio i nostri antenati, segnati dalle fatiche di una vita grama ma mai domi.

Con queste premesse, e con i dovuti accorgimenti storiografici, è partito il XV Convegno di Studi Storici sulla Garfagnana, nominato per l’occasione “L’Ariosto commissario e la Garfagnana del suo tempo”.

La rassegna ha avuto inizio nella giornata di oggi, attorno alle ore 15, ed è stata preceduta in mattinata da un meraviglioso antipasto: la visita guidata nella parte restaurata della Rocca Ariostesca a Castelnuovo di Garfagnana, riaperta al pubblico dopo alcuni anni di interventi strutturali.

Con l’apertura dei lavori, situati sempre nella Rocca, è stato il sindaco di Castelnuovo Andrea Tagliasacchi a fare gli onori di casa, inaugurando il convegno con un saluto, o per meglio dire un accorato discorso, in cui rimarcare il valore del legame tra Ariosto e la Garfagnana, e più in generale, della necessità di creare e valorizzare la cultura come obiettivo per un futuro migliore.


“L’esperienza garfagnina dell’Ariosto è una suggestione importante – commenta il sindaco – su cui è importante e proficuo interrogarsi e ragionare. Il poeta non ha sempre avuto parole dolci per la nostra terra, come l’ormai celebre frase “Terra di lupi e di briganti”, ma anche queste sentenze riescono a farci capire con maggior cognizione di causa la storia di un popolo e le sue peculiarità. La Garfagnana è stata per secoli una terra di sopravvivenza, crocevia di uomini, guerre e sapere, e tutto questo ha forgiato il carattere della nostra gente, nella cornice di un paesaggio straordinario. I pensieri e le opinioni dell’Ariosti devono servirci dunque per farci capire il passato, e grazie alla ricerca storica a ribaltare certe luoghi comuni che si fossilizzano nel tempo. Studiare il poeta reggiano in Garfagnana non è però solo una voglia di memoria, ma anche una valorizzazione moderna della nostra valle; una terra che resiste e che vuole, e sa, ancora dire qualcosa in ambito toscano e nazionale. La cultura, in tutte le sue forme, è un faro che ci mostra il futuro, ed è nostro compito creare spazi e luoghi in cui le gesta del passato si uniscano a nuove idee e prospettive”.

Il convegno cade proprio nell’anno delle celebrazioni per il quinto centenario dell’arrivo del poeta in Garfagnana, e si inserisce all’interno della più vasta manifestazione nota come “Terre Furiose”, che già ha saputo portare in valle personalità di valore nazionale nell’ambito dell’arte, della storia e della cultura.

In questa prima giornata di letture, e del ricordo in onore del professor Giordano Bertuzzi, oltre al sindaco, al presidente della proloco di Castelnuovo Silvio Fioravanti e del Professor Angelo Spaggiari, sono intervenuti Amedeo Guidugli, con un approfondimento sulle fortificazioni di confine nella Garfagnana estense ai tempi dell’Ariosto, Sergio Nelli, con una veduta d’insieme sui rapporti tra la valle e la Repubblica di Lucca nel XVI Secolo, Giampaolo Francesconi, con un interessante studio sul rapporto tra l’Ariosto e la peste in Garfagnana, Aurelia Fresta, con una descrizione dell’edificio emiliano del Mauriziano in cui soggiornò spesso il poeta, e Giuseppe Adriano Rossi, che ha raccontato i cinque canti di Ariosto nello studio di Lea Rossi.

La rassegna continuerà anche domani, questa volta con orario d’inizio alle 9:45, e vedrà gli interventi di Gianluca Lorenzetti, che spiegherà i rapporti fra il territorio di Piazza al Serchio e Ariosto, Lucia Giovannetti, che proporrà una particolare riflessione sul legame tra l’Orlando Furioso, la Moresca e il Canto del Maggio, Sara Giovine, che analizzerà lo stile delle lettera dalla Garfagnana del poeta, Cirillo Ruffoni, che descriverà il forno fusorio del pratico Jacopo Tacheto per Ercole I d’Este, e una decostruzione finale sui paesaggi della Garfagnana negli anni dell’Ariosto anche grazie al contributo dell’archeologia, esposta da G. Ciampoltrini, S. Fioravanti e P. Notini.

La seconda giornata di lavori si svolgerà sempre presso la Rocca Ariostesca di Castelnuovo, e avrà ingresso libero per tutti coloro che vorranno conoscere di più sul loro passato, e alcuni spunti in vista del prossimo futuro.

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